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Brexit per gli Italiani: cosa cambia in UK?

Brexit per gli Italiani

Brexit: cosa cambia per i diritti degli Italiani?

Parliamo del grattacapo legato alla Brexit per gli italiani: “I diritti degli italiani che vivono nel Regno Unito non saranno toccati. Ma ciò avverrà solo se saranno garantiti i diritti dei britannici che vivono negli altri Stati europei. Ma questo argomento potrà essere affrontato a tempo debito…”.

È quanto la neo-eletta Premier inglese, Theresa May, ha affermato il 27 Luglio scorso durante la sua prima visita ufficiale in Italia. Parole tiepide in un tentativo, forse, di mitigare quel ben più secco Brexit is Brexit”, pronunciato non appena varcata la soglia di Downing Street.

Formalità tra Primi Ministri e temporeggiamenti (o ripensamenti?) a parte, cosa potrebbe realmente cambiare per il quasi mezzo milione di italiani che vivono e lavorano in Gran Bretagna?

Le maggiori possibili conseguenze potrebbero riguardare gli studenti (naturalmente anche quelli inglesi che scelgono di studiare in Europa, proprio quelli che, tra l’altro, questo “Leave” proprio non lo volevano). Facilitazioni, sconti e opportunità che oggi le nostre Università e quelle inglesi riservano ai cittadini europei, infatti, potrebbero non applicarsi più. Una retta ad Oxford potrebbe arrivare a costare tra le 15 e le 22 mila sterline invece delle attuali 9 mila.

Ancora, il programma di scambio Erasmus, quello che ha permesso a oltre 650 mila giovani di spostarsi e studiare in Europa, a meno di accordi speciali, non coinvolgerà più le università del Regno Unito. Significa che oltre a non ricevere più studenti dalle università europee, non potranno nemmeno mandarceli. Infine, anche il riconoscimento delle qualifiche professionali e dei titoli di studio potrebbe non essere più automatico.

Brexit per gli italiani: meno allarmanti le Conseguenze sul Turismo.

Gli italiani che vorranno visitare la Gran Bretagna potranno farlo senza bisogno di un visto e fino a tre mesi, periodo di tempo durante il quale potrebbero cercare un lavoro, se interessati, e poi richiedere un visto per poter rimanere in UK più a lungo. Il visto dovrà, poi, essere rinnovato ogni due-tre o anche cinque anni. Chi, invece, già paga le tasse in Gran Bretagna da almeno cinque anni, potrà richiedere un permesso di residenza e la cittadinanza.

Assistenza Sanitaria in UK.

Dei dubbi sorgono per quanto riguarda l’assistenza sanitaria in quanto non è chiaro se quella basata sulla reciprocità dell’UE continuerà a funzionare. Probabilmente, un italiano che dovesse avere bisogno di cure presso un pronto soccorso non potrà più usufruire di un trattamento gratuito. Annullati anche i sussidi di disoccupazione e la possibilità di ottenere un alloggio popolare. Last but not least, il roaming.

Finalmente, dopo una battaglia normativa durata anni in seno alle istituzioni UE, la Commissione Europea ha stabilito che dal 15 giugno 2017 i cittadini europei che viaggiano nell’UE pagheranno per l’uso dei dispositivi mobili lo stesso prezzo che pagano nel loro paese.

Cosa comporta Brexit?

Probabilmente, Brexit comporterà l’esclusione del Regno Unito dall’applicazione di questa disposizione, anche se non è certo che l’uscita dall’Unione dei sudditi di Sua Maestà sarà completata entro quella data.

Di Tasha Spedicato.

Leggi anche: Brexit: Unione Europea all’esame di maturità

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