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Istruzione italiana: le informazioni della Commissione Europea

Istruzione italiana: le informazioni della Commissione Europea

Documento di lavoro dei servizi della commissione Europea.

Istruzione Italiana: l’articolo in esame si propone di illustrare un argomento riportato nel “Documento di lavoro dei servizi della commissione”, ossia un testo redatto dalla Commissione Europea che illustra molteplici aspetti del nostro Paese nell’anno 2016. L’argomento sul quale si focalizza tale articolo è l’istruzione. Rispetto al resto d’Europa, i dati italiani non sono affatto incoraggianti: i tassi di istruzione italiana e il livello delle competenze della popolazione adulta sono inferiori rispetto alla media europea, mentre il tasso di abbandono scolastico è superiore alla media dell’UE.

La spesa pubblica per l’istruzione italiana è inferiore alla media dell’UE. I docenti hanno un elevato grado di anzianità: in Italia i docenti hanno meno di 40 anni (16% nel 2013), una delle percentuali più basse dell’UE. Gli studenti ricevono ben poche sovvenzioni pubbliche rispetto all’UE e un quarto degli studenti che ne avrebbero diritto non le riceve per mancanza di fondi.

Inoltre per i giovani, anche i più qualificati, rimane difficile entrare nel mercato del lavoro. Nel 2014/2015 solo il 10,4% degli studenti della scuola secondaria superiore ha preso parte a tirocini. Per di più, una professione gode sempre di ben poca attrazione in Italia: la professione dell’insegnante. Per gli insegnanti italiani le prospettive di lavoro sono limitate e i livelli della retribuzione contrattuale sono inferiori alla media OCSE in ogni grado della carriera; inoltre, poiché il sistema delle carriere si basa sull’anzianità; la retribuzione massima può essere percepita solo dopo 35 anni di servizio, mentre la media OCSE è di 24 anni.

Istruzione italiana

Al fine di affrontare tutti questi problemi, nel luglio 2015 il Governo è intervenuto mediante un’importante riforma scolastica, che ha previsto:

  • (1) introduzione nella retribuzione degli insegnanti alcuni elementi basati sul merito (fino a €200 milioni l’anno);
  • (2) assunzione di 85. 000 insegnanti (il 45% dei quali a copertura di posti esistenti);
  • (3) gli apprendistati che consentono di conseguire certificati o diplomi professionali saranno integrati nei sistemi regionali di istruzione e formazione professionale della durata di tre e quattro anni, come sistema duale che coinvolge sia le scuole che le imprese;
  • (4) gli apprendistati professionali, in precedenza destinati solo ai giovani (18-29 anni), sono estesi anche ai lavoratori adulti che sono stati licenziati;
  • (5) obbligatorietà dei tirocini per gli studenti negli ultimi tre anni di istruzione secondaria di secondo grado.

Con riferimento a quest’ultimo aspetto, è opportuno precisare che nel 2015 l’80% degli studenti ha trovato lavoro un anno dopo il conseguimento del diploma e, sempre nel 2015, si cita un ulteriore dato positivo: sono stati finanziati gli istituti di istruzione terziaria. Tuttavia tra il 2009 e il 2013 il finanziamento pubblico complessivo per l’istruzione superiore ha subito ingenti tagli a cui si sono aggiunti il blocco delle retribuzioni dei dipendenti pubblici e tagli del personale, il che implica una riduzione di circa il 20% in termini reali.

Infine, la legge di stabilità 2016 prevede finanziamenti per l’assunzione di 650 nuovi professori ordinari e associati e di 850 giovani ricercatori inseriti in posizioni di “tenure-track” rende inoltre più facile assumere giovani ricercatori con contratto a tempo determinato che non sfocia in “tenure-track”.

Leggi anche: Next Economy: come cambierà il mercato del lavoro?

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