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Le quattro fasi del processo di radicalizzazione

Il significato di radicalizzazione e le sue fasi.

Il significato di radicalizzazione e le sue fasi.

La Radicalizzazione è il processo di adozione di un insieme di valori e ideologie estremiste, combinate con l’approvazione e il supporto all’uso dell’intimidazione e della violenza, come metodi per realizzare radicali cambiamenti nella società.

La radicalizzazione, minaccia che deriva dal terrorismo e che preoccupa particolarmente governi e servizi di intelligence nazionali, si compie in quattro distinte fasi:

  • la Pre-radicalizzazione;
  • l’auto-identificazione;
  • l’Indottrinamento;
  • il Jihadismo.

La Pre-radicalizzazione.

Nella fase di pre-radicalizzazione, prerequisito sembra essere il senso di alienazione, la mancanza di accettazione, la discriminazione tra immigrati di seconda o terza generazione, fattori di un malessere che si amplifica fino a determinare una profonda crisi d’identità rifiutando la società in cui si vive, alla ricerca di un nuovo scopo di vita che assuma una dimensione anche religiosa.

Eventi globali, come i conflitti, politiche adottate dai governi, immigrazione e dibattiti sociali possono indirettamente contribuire allo sviluppo di sentimenti di stigmatizzazione, discriminazione, frustrazione o umiliazione.

Allo stesso tempo la vulnerabilità sociale, l’emarginazione economica e i fragili legami familiari possono rafforzare i sentimenti di fallimento e d’impotenza di chi li sperimenta, e costituire terreno fertile per la radicalizzazione.

Spesso, è l’intersezione di queste circostanze socio-politiche e socio-emotive che spinge un individuo a mettere in discussione il proprio ruolo e il proprio spazio nella società e ad aderire ad un gruppo, identificandosi con i valori collettivi condivisi dalla comunità prescelta.

L’identificazione.

L’identificazione, seconda fase del processo di radicalizzazione, attraverso l’apertura cognitiva a quei valori e a nuove idee religiose condivise dal gruppo, si compie con la conversione all’Islam radicale.

L’intima e individuale esplorazione confessionale allontana gradualmente l’individuo dalla sua passata identità religiosa, abbandona comportamenti e abitudini che lo legavano all’ambiente di vita precedente, Ambienti ben definiti che favoriscono il “reclutamento”, sono senza dubbio le Moschee e le carceri. Più complesso è l’uso di Internet, pericoloso catalizzatore che non ha confini delimitati.

Sul web, gli islamonauti fanno proselitismo, commercializzano e forniscono ai giovani musulmani in conflitto con se stessi l’immagine dell’eroe, del mujaheddin in cui l’individuo s’identifica per rivalutare la propria personalità e avviare il percorso che lo condurrà verso le rivendicazioni politiche e la lotta violenza al fine di realizzare un mondo in cui la Legge islamica sia base del governo.

Indottrinamento e Jihadismo.

L’Indottrinamento, invece, terza fase della radicalizzazione, si verifica dopo la conversione e si completa con l’adesione totale del soggetto al gruppo. In ultimo, il Jihadismo, è l’impegno nell’attività terroristica – preparazione, pianificazione ed esecuzione – a sostegno della causa. Sebbene ciascuna di queste fasi sia unica, non tutti coloro i quali intraprendono tale percorso rispettano necessariamente i vari passaggi.

La radicalizzazione non presuppone, infatti, che tutti concludano il percorso e lo concludano con il diretto coinvolgimento nella progettazione ed esecuzione di un attacco terroristico, sebbene i recenti attentati facciano pensare tutto il contrario.

I recenti attentati hanno mostrato la necessità di conoscere appieno il fenomeno della radicalizzazione, studiarlo e comprenderne le dinamiche al fine di prevenire l’incremento del numero degli aderenti e portare quelli già coinvolti alla de-radicalizzazione.

Qualora lo strumento legislativo per combattere tale fenomeno non fosse sufficiente, la cultura, la scuola, il lavoro e una sana politica di integrazione, potrebbero essere le più efficaci e democratiche armi di lotta contro la radicalizzazione.

Di Federica Fanulli.

Leggi anche: La Minaccia Jihadista in Russia e in Asia centrale

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