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Luca Lixi: pianificazione strategica dei propri risparmi

Luca Lixi in abito

Luca Lixi: intervista al personaggio.

Luca Lixi, investitore specializzato nei Mercati azionari e fondatore di Lixi Invest. Autore del libro di finanza personale “I X Comandamenti dell’investimento finanziario”, è tra gli investitori più seguiti nel panorama Italiano.

Da anni impegnato nella divulgazione di materiale altamente specializzato che tratti di educazione finanziaria, Luca Lixi ci parla di come iniziare un percorso di pianificazione strategica dei propri risparmi.

Partiamo dall’educazione finanziaria, che cos’è?

Il termine “educazione finanziaria” non mi piace, preferisco il termine “alfabetizzazione finanziaria”, dall’inglese financial literacy.

L’educazione finanziaria è spesso un pretesto per vendere i peggiori corsi sul trading e dei sistemi (non funzionanti) per diventare ricchi in modo facile e veloce.

L’alfabetizzazione finanziaria invece è fondamentale.

Solo in questo modo si può riuscire ad essere meno vulnerabili rispetto alle insidie che si devono affrontare quando ci si chiede “E ora, dove li metto i miei soldi?”

In una scala da 1 a 10 dove possiamo collocare gli italiani quando parliamo di educazione finanziaria?

Da tutte le principali statistiche in materia (Global Financial Literacy Center, sondaggi Gfk Eurisko, Eurostat) gli italiani vengono fuori davvero malissimo. Un 5 di incoraggiamento.

La graduatoria che fa più scalpore è proprio quella del GFLEC, un’istituto di ricerca di Washington presieduto dalla prof.ssa Lusardi, che vede l’Italia al 63 posto, dopo Senegal, Zambia e Madagascar.

Ora, io non so oggettivamente che tipo di cultura finanziaria possano avere in questi paesi. Quello che è certo e che in Italia, parlare di diversificazione, interesse composto o inflazione non è affatto semplice.

Questo è un dato di fatto.
La colpa, in realtà, non è neppure degli italiani.

Luca Lixi: una considerazione sugli italiani e il denaro.

Sono stati abituati, negli ultimi 40 anni, a non preoccuparsi particolarmente di questo argomento.

Se c’era del denaro in avanzo, frutto dei risparmi, le alternative erano:

  • immobili;
  • Bot e Btp;
  • banca di fiducia.

Si guadagnava qualcosa, si rischiava poco e non c’era bisogno di informarsi. Bei tempi, che ora sono definitivamente finiti.

Quindi, se prima poteva assolutamente essere comprensibile non informarsi su come investire al meglio i propri soldi, ora questo atteggiamento è una colpa grave.
La stessa che può portare alla rovina finanziaria.

Lei si occupa in maniera specifica di investimenti sui mercati azionari. Da dove partire per un approccio alla disciplina da neofiti?

Il primo concetto da comprendere pienamente è che le azioni NON sono dei grafici su un monitor o dei numeri su un giornale. Le azioni rappresentano delle piccole parti del capitale sociale di un’azienda, di un’impresa che produce, che ricerca, che assume, che esporta e che fa utili.

Il prezzo da pagare per prendere parte a questi utili (sotto forma di dividendi) o alla crescita dell’azienda (sotto forma di crescita del prezzo dell’azione) è sopportare il rischio.

Rischio imprenditoriale e rischio finanziario.
Perché il rischio è l’altra faccia del rendimento. Mai dimenticarlo.

Come vede l’Italia nei prossimi cinque anni?

Non faccio previsioni politiche. Da un punto di vista economico ho fiducia che la classe che ha tenuto a galla l’Italia (gli imprenditori con le loro piccole e medie imprese) possa continuare a combattere ed a prosperare.

Purtroppo il nemico da sconfiggere non è esterno, come la concorrenza estera, le politiche europee o tutte queste altre cose, ma il nemico è interno.

È il peso soffocante della burocrazia, che si traduce anche nel peso asfissiante della tassazione.

Sono cose che tutti conosciamo, ma sinché il bilancio pubblico non viene dimezzato con una cura shock, tutto quel carrozzone sarà una zavorra per la competitività delle nostre imprese.

Su cui, comunque, continuo a riporre estrema fiducia.

Ha recentemente lanciato la prima raccolta di beneficenza con opzione di pagamento in Bitcoin in Italia, una provocazione?

Si. Ho preferito usare il bitcoin per motivo per cui è stato ideato da Satoshi Nakamoto, ovvero come “una forma di denaro elettronico peer-to-peer senza intermediari finanziari e banche”.

Un’ottima forma di disintermediazione e decentralizzazione.

Con questo tipo di obiettivo, che poi era quello originario, sono decisamente favorevole all’utilizzo del bitcoin.

Oggi viene invece considerato solo come uno strumento speculativo. Una sorta di video-poker dove si guadagna sempre.

Ho quindi deciso di offrire anche questa modalità di donazione per una raccolta fondi che ho recentemente lanciato sulla mia community Facebook.

Tra i miei principi fondamentali c’è proprio quello di ridurre all’osso la burocrazia e l’intermediazione, per poter far arrivare TUTTO il denaro raccolto interamente ai beneficiari della mia iniziativa, ovvero ai nostri giovani futuri campioni di Neisu e Cyangugu.

Leggi anche: Capitale umano come risorsa strategica dell’impresa

2 Comments
  1. Luca è un grande e può a pieno titolo raccontare fatti e misfatti riguardanti la raccolta del risparmio in Italia.
    I suoi clienti fanno sicuramente un’ottima cosa a servirsi della sua consulenza.

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