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Banche italiane: la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze

Banche italiane: la garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze

Le difficoltà delle Banche Italiane.

L’attuale difficoltà da parte delle banche italiane nella gestione ed eliminazione dei crediti deteriorati (c.d. Non performing loans), ha spinto il Governo a formulare una soluzione “di sistema” per il rilancio e la ristrutturazione del settore bancario italiano.

Al fine di agevolare lo smaltimento dei Non performing loans ossia degli oltre 200 miliardi di sofferenze bancarie e dei 150 miliardi di crediti deteriorati, in primis detenuti da Monte dei Paschi di Siena, il Governo italiano ha approvato il Decreto Legge n.18 del 14 febbraio 2016, convertito nella legge n.49 dell’ 8 aprile 2016.

Tale Decreto prevede che, qualora le banche ne facciano richiesta, venga rilasciata una garanzia statale: la Garanzia sulla Cartolarizzazione delle sofferenze (GACS).

Le condizioni della Garanzia sulla Cartolarizzazione delle sofferenze.

La GACS può essere rilasciata a quattro condizioni:

  • i crediti pecuniari siano classificati come sofferenze;
  • i crediti pecuniari siano detenuti da banche aventi sede legale in Italia e intermediari finanziari iscritti nell’art. 106 del TUB;
  • può essere attivata solo nel 2016;
  • può essere attivata solo da banche solvibili.

La GACS è rilasciata dal MEF alle banche italiane che l’acquistano a prezzi di mercato, nell’ambito di un’operazione di cartolarizzazione. Un’operazione assai complessa se si considerano il numero dei soggetti coinvolti o i rischi ad essa associata. Secondo tale tecnica finanziaria ciascuna banca che ha creato il proprio veicolo finanziario, lo “special purpose vehicle” (SPV), assisterà all’emissione sul mercato di tre tipi di tranche:

  • tranche junior;
  • una tranche mezzanine;
  • una tranche senior di Asset Backed Securities (ABS).

Il Decreto in questione, tuttavia, prevede che l’intervento dello Stato italiano sia solamente limitato alla tranche senior, la tranche più sicura e meno rischiosa, e a patto che i titoli che la compongono abbiano un rating pari o superiore all’ “Investment Grade” ossia abbiano una qualità medio-alta.

Il Decreto è considerato innovativo: ogni banca può creare il proprio SPV, ed ogni SPV opera in qualità di “bad bank”.

Questo significa che nel sistema bancario non vi è più un’unica “bad bank” di sistema ma una soluzione più decentralizzata. Quando lo SPV non riesce a rimborsare i sottoscrittori delle diverse tranche di ABS, va in default, e solo sulla tranche senior e con un rating assolutamente positivo, interviene il MEF.

Nonostante l’intervento del MEF per ripulire i bilanci delle nostre banche, la GACS non ha rappresentato una efficace soluzione al problema dei NPLs. A tal proposito, si richiama quanto affermato da Standard&Poor’s, che ha definito la GACS un vero e proprio palliativo al problema di tali crediti patologici, in quanto l’intervento dello Stato è limitato a garantire la tranche più sicura e non i titoli più rischiosi.

Purtroppo l’Italia, dovendo rispettare delle restrizioni imposte dall’UE in materia sugli aiuti di Stato, ha dovuto limitare l’intervento del MEF e ha reso la GACS una soluzione “di mercato”, scaricando il peso della crisi su tutti i sottoscrittori di ABS. E’ certo, dunque, che la questione sui crediti deteriorati, per il sistema bancario italiano, sia ancora una questione aperta.

Leggi anche: Banca del futuro: nuovi orizzonti nel settore bancario

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