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Sky o Dazn: una scelta letale per il consumatore

Sky, Dazn e i Diritti TV.

Sky, Dazn e i Diritti TV.

Come tutti sanno, per la stagione sportiva calcistica 2018/2019 i diritti TV per gli incontri di Serie A se li sono aggiudicati due piattaforme, una è Sky ormai presente da anni, l’altra è la nuova nata Dazn che però offre solo servizi in via digitale.

La nuova piattaforma Dazn ha registrato una impennata di iscrizioni, complice anche la gratuità del primo mese di utilizzo, mettendo in difficoltà Sky. Tuttavia nonostante i risultati positivi moltissimi utenti-consumatori hanno sin da subito riscontrato criticità nel servizio offerto.

Moltissime le lamentele per la scarsa qualità del segnale. In alcuni casi anche l’interruzione del servizio, con conseguente impossibilità di vedere l’evento scelto dall’utente. I vertici della piattaforma Dazn hanno ammesso le loro pecche garantendo allo stesso tempo lavori di miglioramento del servizio in tempi brevi essendo già iniziati i campionati.

I contratti offerti da queste due piattaforme annidano spesso violazioni alle norme che regolano la materia e trovano impreparati i consumatori.

Le norme che regolano questi contratti sono racchiuse nel D. Lgs. 206/2005 denominato Codice del Consumo. La difficile scelta a cui è chiamato il consumatore, cioè se scegliere Sky o Dazn, potrebbe comportare l’assunzione di un vincolo da parte del consumatore, tale da configurare una pratica commerciale scorretta.

Cosa si intende per pratica commerciale scorretta?

Per pratica commerciale, ai sensi del D. lgs n.206/2005, inoltre si intende qualsiasi azione, omissione, condotta, dichiarazione o comunicazione commerciale, ivi compresa la pubblicità diffusa con ogni mezzo e il marketing, posta in essere dal professionista in relazione alla promozione, alla vendita o alla fornitura di beni o servizi ai consumatori.

Tra le pratiche commerciali scorrette, il Codice del Consumo annovera le pratiche commerciali aggressive, ovvero le pratiche commerciali che limitano considerevolmente la libertà di scelta o di comportamento del consumatore, inducendolo ad assumere una decisione commerciale che altrimenti non avrebbe preso, determinando un indebito condizionamento mediante lo sfruttamento di una posizione di potere.

La libertà di scelta è il principio cardine in materia di tutela del consumatore.

Ciò si configura quando il consumatore, nel momento in cui sottoscrive l’abbonamento, non sapendo quali partite saranno trasmesse dalle emittenti durante tutta la stagione sportiva, al fine di non perdere le gare della propria squadra, è costretto a sottoscrivere un doppio abbonamento.

Con tale comportamento il professionista induce illegittimamente il consumatore ad aderire a diverse proposte commerciali con conseguente esborso maggiore in termini di denaro senza garantire che l’oggetto del servizio scelto sia realizzato. La mancata indicazione dell’oggetto inficia l’abbonamento sottoscritto dal consumatore, e applicando le regole civilistiche si potrebbe arrivare anche ad una nullità del contratto.

A farne le spese però sono sempre i consumatori. Sempre con riferimento alla determinabilità dell’oggetto, vale la pena evidenziare che il potere decisionale del consumatore è del tutto scarno. A decidere quali partite trasmettere sulla piattaforma sarà sempre l’emittente, in base anche alla decisione della Lega Seria A. Tutto ciò è una palese violazione del principio di tutela del consumatore  sancito dal Codice del Consumo.

L’indeterminatezza dell’oggetto può comportare la nullità del contratto.

A ciò va aggiunto che il servizio offerto da Dazn è trasmesso solo su dispositivi mobile e/o su laptop; quindi non è fruibile ai possessori di apparecchi televisivi senza connessione ad internet.

Il consumatore – data l’offerta pubblicizzata da Dazn – dovrà “accontentarsi” di guardare le partite su piccoli schermi oppure acquistare una tv c.d. smart. Inevitabile l’aggravio di spese sulle proprie tasche.

Le forti criticità innanzi esposte richiedono un immediato intervento dell’Autorità Garante per la concorrenza ed il mercato. Il fine è quello di ripristinare una auspicata equità dei diritti del consumatore così da consentire allo stesso di scegliere liberamente e soprattutto consapevolmente.

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Antonio Valenza

Giurista. Studioso e appassionato di finanza e di economia. Arbitro Federale di pallavolo indoor e di beach volley.

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