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Progetto Against Malaria

Against Malaria: il Progetto di Ricerca.

Against Malaria: il Progetto di Ricerca.

In questo articolo descrivo un ambizioso Progetto di ricerca che sto portando avanti sotto l’egida dell’Università Ambrosiana, avvalendomi del prezioso contributo scientifico del Prof. Giuseppe Brera, Rettore Magnifico dell’Università. Il Progetto si pone l’obiettivo di contribuire in maniera determinante a debellare il flagello della malaria.

Il Progetto di Ricerca del laboratorio “Against malaria” della cattedra di Biologia generale e molecolare dell’Università Ambrosiana della Scuola Medica di Milano, di cui sono titolare, è finalizzato al contrasto e, potenzialmente, alla cessazione, della diffusione della malaria, mediante l’interruzione del ciclo del Plasmodium nelle femmine delle Zanzare del genere Anopheles, per mezzo di un prodotto di sintesi, innocuo e non inquinante, ed alla successiva ricerca epidemiologica e di Health Ecology in luogo.

Introduzione.

Attualmente la malaria costituisce la maggiore parassitosi al mondo e la seconda malattia per morbilità e mortalità, superata solo dalla tubercolosi. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), sono infettati cinquecento milioni di individui, per il novanta per cento nell’Africa Subsahariana, e la malattia causa ogni anno la morte di un milione di persone, per la maggior parte bambini africani sotto i cinque anni.

La malattia, a causa dei danni che provoca all’organismo (soprattutto a milza e reni), anche quando non uccide, è altamente invalidante e costituisce una causa del ridotto sviluppo dove è maggiormente diffusa.

malaria
Diffusione della malaria nel mondo.

L’OMS ritiene che sono a rischio di contrarre la malaria circa due miliardi di persone. Il quadro della situazione determina la necessità di intervenire rapidamente ed efficacemente per prevenire e, successivamente, debellare, la malaria. Ciò costituisce un compito imprescindibile di una struttura di ricerca in campo sanitario.

Eziologia.

La malaria è diffusa soprattutto nei Paesi tropicali: Africa, Asia meridionale e sub occidentale ed America meridionale, ma è presente anche negli Stati Uniti ed in Europa, dove, grazie anche ai sempre maggiori spostamenti delle popolazioni ed alle condizioni climatiche degli ultimi decenni, si sta nuovamente diffondendo.

La malaria è causata da Protozooi del genere Plasmodium, di cui quello che determina la forma più grave della malattia è il Plasmodium falciparum, che provoca il più alto tasso di mortalità fra gli infestati.

Il vettore che trasmette il Plasmodium all’uomo e la femmina delle Zanzare del genere Anopheles, che inocula il parassita, allo stadio di sporozoo, quando punge l’ospite per nutrirsi del suo sangue, in quanto questo è presente nelle sue ghiandole salivari e viene inoculato insieme con “l’anestetico” che serve a non far percepire immediatamente la puntura alla vittima.

progetto Against Malaria
Anopheles sp.

Come noto, le Zanzare completano il ciclo vitale in acqua ed in questo modo, allo stadio larvale, quando è presente il Plasmodium allo stato di sporozoo, questo viene ingerito e rimane nello stomaco dell’Insetto. Durante la metamorfosi, i tessuti si modificano profondamente e, attraverso due membrane, il Plasmodium arriva alle ghiandole salivari, da dove continua il suo nefasto ciclo.

Ciclo di vita del Plasmodium

Attuali sistemi di prevenzione della diffusione della malaria e metodi di cura.

Nonostante gli spettacolari progressi avvenuti nel campo della biologia e della medicina, un metodo risolutivo per debellare la malaria ancora oggi è lungi dall’essere trovato. Infatti si tende attualmente a diminuire i “contatti” con le Zanzare, per mezzo di repellenti, insetticidi e zanzariere, piuttosto che prevenire e debellare la malattia in modo definitivo. Per quanto concerne il contenimento dell’Anopheles, non solo varie metodologie si sono rivelate scarsamente efficaci, almeno nei Paesi tropicali, ma la costruzione di strade con conseguenti sterri e riporti, ha determinato una recrudescenza della malattia, anche perché molte popolazioni di Anopheles hanno acquisito resistenza a svariati insetticidi.

Un insetticida che si era dimostrato particolarmente efficace è il DDT (diclorodifeniltricloroetano), ossia un organo clorurato, vietato perché considerato nocivo per l’ambiente e per la salute (stranamente si tratta dell’unico organoclorurato vietato!). Un metodo valido per il contenimento delle Zanzare è rappresentato dalla tecnica del maschio sterile, tenuto conto che le femmine si accoppiano una sola volta. Tecnica messa a punto nel 1979 dal compianto Professor De Murtas dell’ENEA.

Purtroppo è difficile utilizzarlo a grandi scale, nazionali e continentali. Una tecnica che si sta dimostrando valida, attualmente utilizzata sull’Anopheles gambiae, è l’impiego di anticorpi monoclonali da utilizzare contro le proteine delle ghiandole salivari (Brennan JDG et al, PNAS Online 2000).

Laboratorio di ricerca finalizzato “Against Malaria”.

Allo scopo di debellare definitivamente la malaria nel mondo, la cattedra di Biologia molecolare della Scuola Medica di Milano, intende costituire il laboratorio di ricerca finalizzato Against Malaria per studiare l’uso di molecole di sintesi per interrompere l’interruzione del ciclo del Plasmodium, impedendo a quest’ultimo di arrivare alle ghiandole salivari dell’Anopheles.

Questo è possibile, come evidenziato nel corso del nostro studio, finora propedeutico, per mezzo di un prodotto di sintesi, per il resto innocuo per la salute di uomini ed animali e che non si accumula nell’ambiente, che, con tecniche di “Human ecology”, è possibile facilmente immettere nelle acque stagnanti, luogo di riproduzione privilegiato delle Zanzare.

Questo prodotto è stato scelto fra quelli vagliati dal Professor Brera, che li aveva selezionati in base ad osservazioni sperimentali circa il loro effetto repellente sulle Zanzare. Successivamente, con un accurato lavoro di selezione, abbiamo scelto quello che, oltre a funzionare da repellente, presenta la pregevole caratteristica di variare il debole campo elettromagnetico della membrana cellulare dello stomaco e di quella delle ghiandole salivari delle femmine di Anopheles.

Progetto Against Malaria: le fasi di attuazione.

La ricerca orientata del laboratorio finalizzato “Against Malaria” consiste in tre categorie scientifiche e si sviluppa in tre fasi:

  • 1. Ricerca sperimentale: studio in vivo delle molecole e delle loro interazioni con le Zanzare, anche per mezzo di verifiche biochimiche, elettromagnetiche e microscopiche (sia ottiche che elettroniche);
  • 2a. Ricerca epidemiologica: studio dell’introduzione delle molecole in oggetto nei diversi ambienti in cui è presente il parassita, sui tassi d’incidenza della malattia e sui tassi di mortalità con il rischio di contrarre la malattia con il calcolo dell’ Odds Ratio. (studio prospettico).
  • 2b. Ricerca in” Health ecology” (contestuale alla ricerca epidemiologica) per lo studio delle tecniche di formazione efficaci per i comportamenti finalizzati alla prevenzione della malaria. Questo comporta nell’ambiente campione (Camerun) la sperimentazione di metodi di “Health Ecology” per l’addestramento della popolazione.
  • 3. Ricerca epidemiologica su larga scala. Istituzione di osservatori epidemiologici per la malaria in uno Stato e diffusione di tecniche di training “Health Ecology”, bonifica ambientale e comportamentale, tramite l’addestramento della popolazione (Behavioral and environmental health promotion), una volta completata la verifica sperimentale dell’ipotesi. Lo Studio del trend dei tassi d’incidenza, per possedere validità statistica, deve avere una durata di 5 anni.

Come per ogni Progetto di ricerca, anche questo necessita di finanziamento, poiché da alcuni anni è stato deciso che Progetti privi di supporto finanziario non possono essere realizzati, quindi abbiamo chiesto ad alcuni Enti, in primis il Ministero della Salute, ma anche Fondazioni Bancarie come UBI Banca e Fondazioni come quella di Bill Gates, che però hanno declinato la richiesta.

Ovviamente, ogni Ente è libero di finanziare solo le Ricerche che ritiene possano portare “lustro” al proprio Brand, ma mi sembra piuttosto grave che una ricerca che si pone l’obiettivo di debellare una malattia altamente invalidante e mortale, con diffusione mondiale, venga snobbata. Certo, si può sempre sostenere che il sottoscritto, essendo parte in causa, abbia una visione di parte ma, francamente, la posta in gioco mi sembra talmente elevata che può giustificare l’esborso, peraltro esiguo, per realizzare il Progetto.

Leggi anche: Ditteri: emergenze sanitarie improrogabili

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Ettore Ruberti

Naturalista, giornalista scientifico. Professore di Biologia, Chimica, Fisica e Geografia fisica presso il Liceo Scientifico e Linguistico “Maroni” di Varese dal 1983 al 1989. Giornalista free lance, dal 1977, con collaborazioni con le seguenti testate: La Prealpina, Il Giorno, La Stampa, Inquinamento, Il Medico e il paziente, Oasis, Geodes, Migratori Alati, Le Scienze, Petrolieri d’Italia, Ambiente, ecc. Redattore da luglio 1988 a febbraio 1990 presso la rivista Acqua & Aria. Attualmente scrive, per conto dell’ENEA e come attività intellettuale su 21mo Secolo, MuseoEnergia, L’Eco dei Laghi, ecc. Collaborazioni con Enti ed Istituti di ricerca nel campo zoologico, in particolare inserito nel Gruppo di Lavoro Uccelli Migratori dell’Organizzazione Ricerche Ornitologiche dell’RGF dal 1978 al 2010, in cui curava anche l’informatizzazione e l’elaborazione statistica dei dati validati dall’INFS di Bologna e dall’IWT di Slimbridge. Partecipazione gratuita e svolta fuori dall’orario di lavoro, dal 2011, con la Fondazione Gianfranco Realini per la valorizzazione del territorio che si occupa di Zone Umide (paludi, canneti rivieraschi, torbiere, ecc.), in relazione alla possibile partecipazione (in collaborazione con due gruppi di lavoro dell’ENEA Casaccia) ad un progetto LIFE. Collaborazione con l’Università di Pavia, in seguito ad una richiesta ufficiale di quest’ultima all’ENEA, volta alla classificazione di Aracnidi ed Insetti. Collaborazione portata a termine. Collaborazioni con vari Editori per opere editoriali nei campi suddetti e per la referizzazioni di studi e ricerche. I campi in cui ha acquisito le maggiori competenze sono: Entomologia, Aracnologia, Erpetologia, Evoluzionismo, Gestione delle Risorse naturali, Fotografia e Cinematografia Scientifica, Microscopia (sia ottica che elettronica), oltre naturalmente all’elaborazione e gestione dell’informazione, sia a livello divulgativo che scientifico Dipendente dell’ENEA dal 9 aprile 1990, Assunto per concorso per assunzione in prova, con qualifica di giornalista scientifico (7° livello) (Gazzetta Ufficiale – IV Serie Speciale – “Concorsi ed Esami” – n. 103 del 30 dicembre 1988) approvata dal presidente dell’ENEA con delibera n. 24/89/G del 21/12/89, cui si richiedevano almeno otto anni di esperienza nei settori giornalistico scientifico e didattico (provati con ampia documentazione), con graduatoria 95/100. Assunzione divenuta a tempo indeterminato dopo sei mesi (sempre al 7° livello). Inserito nella Divisione Relazioni Esterne, sede di Milano, si è occupato di diffusione dell’informazione, con interventi anche in ambito scolastico ed universitario, organizzazione di Convegni, Conferenze, ecc., spesso ha anche coadiuvato il personale della sede, in particolare Dr. Sani, Dr. Gavagnin, Prof. Bordonali, Sig. Griffini, Dr. Valenza, Prof. De Murtas. Ha pubblicato vari articoli sulla problematica relativa agli OGM sulla rivista “AgriCulture”, aprile 2003, su Migratori alati nel 2001, 2002, 2003, 2004, su La Padania nel 2005, 21mo Secolo. Dal 1991 segue le problematiche relative allo sviluppo dell’Idrogeno come vettore energetico, per conto della Divisione Tecnologie Energetiche Avanzate, che rappresenta ufficialmente al Forum Italiano dell’Idrogeno, inserito nel Consiglio Direttivo e all’AIDIC dove, dal 1993 al 1997, era stato costituito un gruppo di lavoro “CO2: riduzione, contenimento della produzione e riuso” che ha cessato la sua attività nel 1997. Nel contesto di questo incarico ha organizzato vari Convegni e tenuto Conferenze in Italia e all’estero, ha inoltre pubblicato vari articoli su riviste Scientifico-divulgative, tra cui: un articolo interno su “Le Scienze” (edizione italiana di Scientific American) del settembre 2000: “Idrogeno: energia per il futuro” N° 385, settembre 2000, pag. 90/98; un articolo concernente il sistema idrogeno sul numero monografico del 1996 dell’Organo ufficiale degli Ingegneri della Svizzera italiana, pubblicato come Atti di un Convegno sull’argomento; un numero, quasi monografico, di “Petrolieri d’Italia”, 2001; alcuni articoli su 21mo Secolo dal 1994 al 2006; ha inoltre effettuato vari interventi su televisioni italiane e svizzere; .ha partecipato, nel l’ambito del Forum, in qualità di Docente al Corso sulla sicurezza del sistema idrogeno, tenutosi nel 2002 presso l’Istituto Superiore Antincendio dei Vigili del Fuoco, sotto l’egida del Ministero degli Interni. E’ coautore del libro bianco sull’idrogeno “Linee guida per la definizione di un piano strategico per lo sviluppo del vettore energetico idrogeno”, scritto dai membri del Forum. Ha presentato, primo in Italia, un lavoro concernente l’utilizzo di nanotubi di carbonio per l’accumulo ed il trasporto dell’idrogeno (sotto forma di poster), al SolarExpo di Verona nel dicembre 2000. Nell’ambito degli incarichi portati a termine, ha seguito, per conto del Professor Umberto Colombo, gli sviluppi delle ricerche sulla Fusione Fredda, campo in cui ha anche pubblicato alcuni articoli, ed è in corso di stampa un libro che ha scritto sull’argomento. Lavorando in questo ambito, ha acquisito una significativa conoscenza della meccanica quantistica e dei fenomeni nucleari ed elettromagnetici nella materia condensata. Per questo motivo, nel 2004 è stato eletto Membro dell’International Society For Condensed Matter Nuclear Science. E’ Autore di diverse pubblicazioni concernenti la produzione energetica per mezzo della fissione dell’atomo ed i relativi problemi legati alla sicurezza ed all’impatto ambientale. Dal giugno 1996 al giugno 2010 Ricercatore nella Divisione GEM (1996-2001) e BIOTEC (2001-2010) inserito nel Board di Direzione, anche se ha continuato a dedicare una parte del tempo (valutabile al 20% del totale) all’idrogeno. In questo ambito ha lavorato in sinergia con il Professor De Murtas, con il quale collaborava anche precedentemente. Ha pubblicato, sulla rivista Energia Ambiente e Innovazione, n° 6/1997, una monografia sull’Evoluzione Biologica, campo in cui è uno specialista. Ha sviluppato una nuova ipotesi sul ruolo svolto da un debole campo elettromagnetico in argille di origine magmatiche (le montmorilloniti) nella formazione delle prime macromolecole biologiche, ipotesi che sta sottoponendo a verifica sperimentale. In particolare, la parte sperimentale sarà sviluppata presso il laboratorio del Dr. Francesco Celani dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Laboratori Nazionali di Frascati. Sta sviluppando un sistema per la riconnessione di tessuto nervoso reciso, attualmente sui Molluschi Gasteropodi Polmonati (Limax ruber), ma con l’obiettivo di applicarlo ai Vertebrati e, quindi, all’Uomo (si tenga presente che non vi è nessuna differenza rilevante fra il tessuto nervoso dei Molluschi e quello dei Vertebrati). Ha sviluppato, in collaborazione con il Prof. Brera (Rettore dell’Università Ambrosiana), un Progetto di ricerca (Progetto Against Malaria) volto all’interruzione del ciclo del Plasmodio che causa la malaria nel ciclo biologico delle Zanzare del genere Anopheles. Progetto per cui ha proposto all’ENEA una collaborazione. Insieme con il Professor De Murtas, nel 1977, ha scritto un libro sulla Biodiversità. Attualmente è impegnato ad una revisione della classificazione animale, ai livelli superiori, in relazione ai principi della Nuova Sintesi, con gli apporti derivati dalla biochimica (non cladista, di cui rifiuta la teoria, i metodi e le finalità); sta realizzando un atlante di Anatomia degli Insetti, per cui ha elaborato una nuova tecnica di lavoro. Relatore, nel 2011, di una Tesi di Laurea concernente l’utilizzo del Batterio Ralstonia detesculanense per il sequestro dei metalli pesanti. Tesi presentata presso l’Università La Sapienza di Roma da Laura Quartieri che si è laureata con un punteggio di 107/110. Tale tesi è stata in seguito oggetto di pubblicazione su una rivista della Elsevier. Dal ’97 Professore a contratto di Biologia generale e molecolare all’Università Ambrosiana. Dal 25 settembre 2012 con qualifica accademica di Licentia Docenti ad Honorem per merito di chiara fama nella disciplina. Associato alla Società Italiana di Scienze Naturali, alla Società Entomologica Italiana, alla Società Herpetologica Italica, alla Società Italiana di Fisica ed alla Società Italiana di Biologia Evoluzionistica di cui è Socio fondatore. In passato associato all’Associazione Italiana di Cinematografia Scientifica e all’Associazione Fotografi Naturalisti Italiani.

1 Comment
  1. Caro Ettore
    Ti sei informato dei metodi e dei medici che hanno bonificato 80anni fa circa parti della Sardegna e pianura pontina dalla malaria
    C’era Giuseppe Lucchetta padre di Elisa Lucchetta..

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