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Le lezioni del Covid-19

Il Covid-19 ha messo in chiaro quanto siamo vulnerabili.

Il Covid-19 ha messo in chiaro quanto siamo vulnerabili.

Ci ha travolti, improvvisamente, stravolgendo le nostre vite e le nostre abitudini. Accolto in primis dallo scetticismo di politici e virologi, tra cui i più illustri lo avevano bollato semplicemente come “una forte influenza”, un qualcosa da temere ma da cui difendersi con le solite, banali accortezze.

Invece il Coronavirus si è preso tutto: l’attenzione geopolitica mondiale, il nostro lavoro, i progetti, i viaggi, oltre che migliaia di vite strappate da un mix terribile di crudeltà ed incompetenza. Se n’è andata una generazione, quella dei nostri “vecchi”: la più nobile dal punto di vista storico ed esperienziale, quella che aveva superato guerre e crisi economiche, che meritava semplicemente protezione e la possibilità di vivere in tranquillità gli ultimi passi verso l’eterno.

Invece la bestia ne ha strappato bruscamente le radici dalla dimensione terrena, privandoli persino di un ultimo saluto, lasciandoli nella solitudine di un letto di ospedale, privi di sguardi amici e familiari. Questo virus ci ha tolto tanto, però mi piace pensare che possa averci insegnato qualcosa che possa rendere il futuro delle nostre vite e del nostro pianeta migliori.

Siamo tutti uguali: il nemico invisibile non guarda in faccia nessuno.

Non fa distinzioni di conti in banca o di followers, non guarda razza e religione, non discrimina in base alla provenienza geografica. Come cantava Umberto Tozzi, “Gli altri siamo noi”. Abbiamo trattato esseri umani che affrontavano il mare in cerca di una vita migliore come rifiuti umani, respingendoli o abbandonandoli in preda alle onde.

Passare da razzisti ad emarginati è un battito di ciglia. Siamo stati i primi in Europa ad accorgerci del virus ed i nostri connazionali all’estero ne hanno avvertito rapidamente le conseguenze. “Italiani untori, appestati, peggio dei cinesi e degli africani”; certa stampa estera non ha fatto mancare la quotidiana dose di idiozia.

Il virus ci ha fatto capire quanti pensieri inutili abbiamo nella testa: quando abbiamo paura di lasciarci le penne, non si pensa alle cazzate. Dalle teste sono sparite le idee vacue, i conflitti evitabili, i problemi irrisori. Per un attimo tutti abbiamo pensato che potesse arrivare la fine, e ci siamo spaventati. Tanti hanno trovato conforto stringendosi al bene che c’è in ognuna delle nostre vite, piuttosto che aggrapparsi ancora a un odio che mai come oggi sembra stupido e controproducente. Tanti, ma non tutti.

Nella politica nostrana e mondiale non sono mancati e (purtroppo) ancora non mancano tanti fenomeni da barraccone pronti a cavalcare l’onda del consenso. Ne abbiamo sentite di tutti i colori, dall’aprire il più possibile alla chiusura totale nel giro di poche ore, ad altri che hanno invocato i morti per spingere verso una prematura ripartenza su larga scala.

Dalle fake news sdoganate da illustri personaggi della scena politica, alla continua ricerca di un colpevole su cui riversare l’odio del mondo. È la macchina politica più becera e meschina, più ignorante ed irresponsabile che soffia sul fuoco della crisi alla ricerca di voti per la prossima campagna elettorale. I cittadini più attenti lo terranno a mente quando si recheranno alle urne.

Sanità pubblica e senso civico: i pilastri su cui ripartire.

Abbiamo capito quanto siamo fragili. Se davvero una pandemia dovesse arrivare siamo completamente impreparati. Ora lo sappiamo. Non abbiamo piani di emergenza regionali, nazionali e financo europei. Non c’è nessun coordinamento. Abbiamo scoperto i vergognosi tagli fatti negli anni al Servizio Sanitario Nazionale, che costringono i nostri medici ad emigrare in cerca di fortuna. Siamo stati vittime dell’improvvisazione sotto tutti i punti di vista.

Abbiamo sperimentato quanto siano difficili da gestire le emergenze e quanto sia responsabile affidarsi agli esperti e ai tecnici. Abbiamo visto che, se vogliamo, anche noi siamo in grado di allestire ospedali e reparti di terapia intensiva in pochi giorni. La nostra sanità, nonostante sia stata martoriata da anni di scriteriati tagli e grossolani ricami può contare ancora su eccellenze che il mondo ci invidia. Provate a chiedere ad un cittadino americano o britannico se le cure gli sono garantite gratuitamente.

Vi stupirete, ma siamo fortunati. Possiamo contare su professionisti eccezionali, dai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, capaci di sobbarcarsi turni massacranti senza batter ciglio. Dobbiamo esserne orgogliosi, nonostante le difficoltà. E investire seriamente su di loro. Il senso civico è, purtroppo, la grande lacuna della nostra epoca. Sono tra i propinatori della reintroduzione dell’educazione civica obbligatoria a scuola.

Soprattutto nella cosiddetta Fase 2 sarà la vera arma per vincere questa battaglia. O per perderla. Mettere il “noi” davanti all’”io” è la vera sfida che ci attende per educare le generazioni che verranno, in un’epoca in cui l’individualismo sfrenato e propinato dai social la fa da padrone. Ripartire dallo studio della Costituzione e dei principi giuridici fondanti la nostra civiltà, per difenderci dalla disinformazione e strutturare dei cittadini migliori.

Rispetto per la natura: é stata scientificamente provata la stretta correlazione tra inquinamento e diffusione del Covid-19.

Le polveri sottili potrebbero essere il veicolo attraverso cui il virus si diffonde e non è un caso che le aree più colpite, in Italia e nel mondo, siano quelle più industrializzate e, dunque, inquinate. L’uomo con le proprie attività ha alterato in maniera significativa i tre quarti delle terre emerse e i due terzi degli oceani, modificando a tal punto il Pianeta da determinare la nascita di una nuova epoca denominata Antropocene. Queste a cui assistiamo non sono dunque delle catastrofi casuali ma “la conseguenza del nostro impatto sugli ecosistemi naturali” fa notare un recentissimo report del WWF.

Le ultime epidemie che si sono diffuse sul Pianeta hanno più o meno la stessa origine: tutto parte da mercati di metropoli asiatiche o africane (i cosiddetti wet market) dove spesso si praticano attività illecite e incontrollate di vendita di animali selvatici vivi (il contagio da Sars-Cov-2 nell’uomo sembra essere partito dal grande mercato di animali di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei).

Tra le azioni che portano all’esplosione di un’emergenza sanitaria su larga scala, lo stesso WWF annovera la deforestazione. Infatti, il rischio di malaria in Africa e in Sud America è in larga parte imputabile allo stravolgimento degli equilibri ecologici che riducono la diffusione delle zanzare. Le foreste, il nostro antivirus naturale, coprono il 31% delle terre emerse e rappresentano un rifugio per l’80% della biodiversità planetaria.

A oggi, però, bisogna ricordare come abbiamo distrutto quasi la metà della superficie forestale con la conseguente perdita di tutti i servizi ecosistemici annessi: protezione da eventi estremi, stoccaggio di CO2 nel terreno, purificazione dell’aria e così via.

Per tornare a noi, come dimenticare le meduse nei canali di Venezia, animali prossimi all’estinzione apparsi nelle città deserte, le foto satellitari del Pianeta che respira, le vette dell’Himalaya visibili a distanza di 200 chilometri. La natura si rigenera e ci impartisce un insegnamento preziosissimo, da tenere a mente. Rispettare la Terra porta benefici ad ogni singolo abitante di questo miracolo continuo che è l’ecosistema globale.

La pandemia è ancora in atto. Ci sono segnali incoraggianti nei numeri, ma il pericolo di una nuova ondata di contagi è dietro l’angolo. Molti di noi stanno patendo i drammi del lavoro che manca, molti altri stanno riassaporando la libertà persa. Altri guardano al futuro con fiducia non semplicemente per le disposizioni meno restrittive impartite da Governo, ma perché siano pronti a trattare ogni libertà come una libertà condivisa. Onori e oneri.

Ogni regola è cosa che riguarda la dimensione plurale del “noi”. L’umanità è potenzialmente meravigliosa. Quando butta fuori coraggio e giudizio, pietà e cuore, intelligenza canalizzata dall’esperienza. Come diceva un famoso mago della letteratura, l’amore è la forza più potente in circolazione sulla terra. Con amore, impariamo le “lezioni” del Coronavirus.

Leggi anche: Covid-19: viaggi e turismo dopo la pandemia

Luigi Risucci

Public Servant, Editor, Lawyer

Luigi nasce a Matera nel 1990. Dopo la maturità classica, si laurea in Giurisprudenza nel 2015. La passione per la legge lo porta alla Specializzazione in Diritto Internazionale e Umanitario conseguita, col massimo dei voti, nel 2017 ed al titolo di Avvocato brillantemente conquistato nel 2018. Tra università e master vince otto borse di studio in altrettanti anni. Editorialista presso una testata giornalistica sportiva nazionale dal 2014, è arbitro di calcio presso la Sezione di Nichelino (TO). Dal 2019 vive a Torino, dove lavora come Funzionario dello Stato. Ama in maniera viscerale lo sport, i viaggi, la buona cucina ed il contatto con la natura.

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