Cinema

Speravo de morì prima: un Totti pop

Speravo de morì prima: la nuova serie tv di Sky parla degli ultimi due anni di carriera di Francesco Totti.

Speravo de morì prima – Gli abbonati a Sky possono vedere una serie tv italiana dal titolo Speravo de morì prima. Si tratta di un rifacimento inedito e simpatico di una storia sportiva e piena di umanità. Si può definire un racconto televisivo di base calcistica che narra l’arrivo inesorabile della carriera di Francesco Totti. Speravo de morì prima, infatti, parla degli ultimi anni durante i quali il Capitano della Roma dà anima e cuore al calcio e alla squadra. Ha un solo pensiero fisso: giocare il più possibile proprio come il primo giorno.

Vuole andare contro ogni polemica e giudizi, nonostante i 40 anni che si avvicinano. La serie di sei episodi è co-prodotta da Wildside, scritta da Maurizio Careddu, Michele Astori e Stefano Bises e diretta da Francesco Ribuoli. Speravo de morì prima, tratta dal libro “Un Capitano” di Francesco Totti e Paolo Condò, ha il difficile compito di narrare uno dei finali più dolorosi e complessi della storia sportiva italiana recente. La rappresentazione sofferta di un avvenimento così importante, impossibile da modificare e sopportare.

A questo evento ci si arriva con calma, un giorno dopo l’altro, seguendo una lunga preparazione di una fine insopportabile. Di questa conclusione Francesco Totti ne è il simbolo; per lui, infatti, è impossibile acconsentire al termine della propria carriera. Proprio lui che ha fatto di tutto per andare contro il tempo che scorre inesorabile. Il fine della serie, infatti, è quello di far riflettere Totti sul tempo che scorre, sulle sue fragilità e sulle sue carenze.

Per tutti noi è complesso sopportare la fine.

Lo è molto di più per chi deve abbandonare l’obiettivo che ha dato valore alla propria vita. A interpretare il Pupone c’è Pietro Castellitto. Fisicamente non si somigliano, ma è un aspetto positivo. In questo modo l’attore può dedicarsi molto di più alla voce, che, sentita a occhi chiusi, è davvero simile. Riporta anche il tic di Totti del mangiarsi le unghie quando è nervoso. 

Castellitto, quindi, riporta allo spettatore un credibile Francesco attraverso le sue caratteristiche più importanti. Non poteva andare diversamente, visto che per Castellitto vestire i panni del Capitano della Roma è un sogno che diventa realtà. Il cast comprende anche degli ottimi Giorgio Colangeli e Monica Guerritore nei panni di papà Enzo e mamma Fiorella. Poi c’è Gianmarco Tognazzi perfetto nell’interpretare Luciano Spalletti. Tra l’allenatore e il Pupone c’è sempre stato un rapporto particolare.

In passato, nel 2006, era tranquillo, ma 10 anni dopo si trasforma, a causa di rancori e malintesi. Nel 2016, infatti, l’allenatore Rudi Garcia viene esonerato e al suo posto torna Spalletti. Quest’ultimo infatti, arriva battagliero, intento a provare che Totti non è più indispensabile per la squadra. Il contrasto tra Spalletti e il Capitano della Roma, quindi, si fa infuocato. Non ci pensano due volte a sfruttare interviste e conferenze stampa per dichiararsi guerra a vicenda.

Un altro personaggio importante è quello di Ilary Blasi.

La moglie di Francesco è interpretata da una bravissima e convincente Greta Scarano. È noto a tutti che il loro amore è sempre stato forte e vero. Ilary è rappresentata come la voce della ragione di Totti. È una donna pratica e intelligente, il fulcro della famiglia a cui il marito e i figli fanno sempre riferimento per qualsiasi cosa. Il suo pregio è dedicarsi ai propri familiari senza perdere la propria identità e mettere a repentaglio la carriera.

Anche per Totti la famiglia è molto importante. Come ha avuto un bellissimo rapporto con i propri genitori, lo stesso vale con la moglie e con i figli Isabel, Chanel e Christian. Con loro parla e si misura; spesso sembra più infantile di loro, ma è sempre amorevole. Merita di essere ricordato anche Antonio Cassano, interpretato da Gabriel Montesi. Attraverso i flashback si vede che il calciatore pugliese è stato compagno di squadra di Totti e poi suo miglior amico.

Il rammarico dei tifosi della Roma nel vedere l’addio del Capitano.

Nel presente si mostra sotto forma di fantasma; a lui Francesco confessa le proprie paure preoccupazioni. La scrittura della serie è un ottimo mix di scene immaginarie, pop, ironiche, drammatiche e commoventi nelle quali la vita e i gol ne fanno da padroni. La regia è intelligente e spiritosa. Aiutata da una sceneggiatura robusta e con pochi eccessi. Si omaggiano i western, Rocky e “La grande bellezza”. Speravo de morì prima si dedica anche ai tifosi della Roma e, soprattutto, al Capitano della squadra.

Ad amarlo sono persone comuni, che con la loro quotidianità aumentano la drammaticità delle situazioni presenti nelle scene. L’esempio migliore è il momento in cui Totti va in un ristorante per festeggiare la vittoria dello scudetto della Roma. Affacciandosi dalla terrazza vede un numeroso gruppo di tifosi con striscioni che invocano il suo nome. Ognuno di loro vuole rendere omaggio al loro Ottavo Re di Roma

Totti, quindi, avrà maggiori difficoltà ad accettare la fine della propria carriera per via di questo amore che riceve costantemente. È il tempo, quindi, il peggior antagonista del Pupone. È spaventato dal concetto della fine e fa di tutto per allontanarla da sé, persuadendosi che questa non arrivi mai. Quest’ultima, però, si fa notare in tutta la sua forza. La sera del 28 maggio 2017, infatti, sessantacinque mila tifosi della Roma allo Stadio Olimpico vengono colpiti da una grande sofferenza. Sono costretti a vedere il loro Capitano fare per l’ultima volta il giro del campo con le lacrime agli occhi.

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