Storia

Il libro di Mirdad: uno dei capolavori assoluti della letteratura spirituale di tutti i tempi

Il libro di Mirdad.

Uno dei capolavori assoluti della letteratura spirituale di tutti i tempi, è “Il libro di Mirdad”, scritto dall’autore libanese Mikhail Naimy. Dopo aver studiato teologia nel suo paese di origine, si trasferisce in America, cercando di promuovere in questa terra, la letteratura araba insieme ad un altro grande della spiritualità, Khalil Gibran.

Anche se quest’ultimo risulta essere più conosciuto del primo, in realtà, Gibran considerava Naimy come una sorta di maestro. Le lettere rimaste scritte tra i due, confermano questa affermazione. Dopo diverso tempo, lo scrittore libanese torna nella sua patria, dove vivrà quasi da eremita fino alla morte.

“Il libro di Mirdad” è uno scrigno prezioso pieno di saggezza eterna.

Scritto sotto forma di un racconto, narra le gesta di un messia, non meglio definito, che entra a far parte di un monastero, denominato “l’arca”, dove vi sono sette monaci. Il decano del luogo è da subito ostile a Mirdad, quando invece i sette si affezionano immediatamente a lui, considerandolo un grande maestro. Grazie ad uno stile narrativo eccellente e molto poetico, Naimy introduce nel suo scritto profondi concetti spirituali ed imperituri, rinfrescando con innovazione, le basi per condurre un cammino spirituale.

Il capitolo undici è forse quello più significativo poiché afferma che “la legge di Dio è l’amore”. Con grande stile, l’autore indica che l’Amore regge ogni cosa, è rivolto ad ogni cosa, include tutto e tutti e non fa differenza alcuna nel manifestarsi verso le creature. Mirdad incarna questo Amore assoluto, ed anche se attaccato in modo subdolo e violento dal decano, lui reagisce con tale Amore, rispondendo con compassione all’odio che riceve.

Mirdad incarna la perfezione umana raggiungibile solo attraverso una crescita interiore, ma anche di più. Egli incarna la divinità più alta, cosa che solo un avatar può fare, secondo le dottrine orientali.

Infatti Mirdad afferma che “Quando sono con Dio sono un uomo, quando vivo tra gli uomini sono un Dio”.

“Il libro di MIrdad” è quindi un manuale pratico, e non solo un romanzo, scritto per imparare a computare questa legge eterna dell’Amore universale a gestirla e farla sangue nel proprio essere.

Dopo vari avvenimenti e scontri da parte del decano, Mirdad alleggerisce il monastero delle sue ricchezze accumulate e rende i monaci liberi dall’influenza del decano, il quale si trasforma in pietra, nell’attesa che tempi migliori per lui si compiano, sotto l’auspicio di quell’Amore impersonale che Mirdad ha sempre ricambiato al suo odio.

Ogni frase del libro è un assioma, un detto sapienziale, una asserzione metafisica.

In poche parole, Naimy ha condensato tutto quello che serve al ricercatore della verità. Secondo il nostro parere, basterebbe assimilare perfettamente il contenuto del “libro di Mirdad” per trovare la giusta via e quindi non leggere più nessun altro tipo di pubblicazione simile.

La fama di Naimy, a suo tempo e nel suo paese, era assai grande, feste erano a lui dedicate. Cosa interessante per un Libanese: si esprime in termini cristiani, con evidenti influenze Sufi di sottofondo. Dalla quarta di copertina dell’edizione italiana riportiamo:

“Mirdad ha designato proprio questo momento per rivelarsi, sì da poter insegnare a voi e il mondo come dissuggellare le vostra labbra e come scoprire i vostri occhi, e quindi, come rivelare voi stessi a voi stessi nella pienezza della gloria che vi appartiene”.

Parole che rivelano l’opera di aiuto che ogni risvegliato si assume come onere da compiere. Un essere pieno di Amore verso il prossimo e la creazione tutta, non può che irradiare ovunque tale Amore, per rendere armonioso quello che ancora non lo è per far sì che il caos rientri nelle dovute proporzioni.

Il racconto contenuto nel libro di Mirdad è epico, una epopea, condita dalla grazia dello scorrere felice delle frasi poetiche e piene di senso.

“E’ cosa tanto da poco il diventare un Dio?” ci domanda Mirdad!

Secondo Naimy è il senso di una ricerca spirituale, l’Indiamento, il diventare il Dio sconosciuto, il perdere il proprio meschino io egocentrico per guadagnare lo stesso io interno che è di Dio. E’ quello di diventare integri col movimento del mondo, con le sue creature, con la vita stessa. Scopo più nobile non esiste sotto il sole, obiettivo più elevato e meta più ambita.

Meta scopo ed obiettivo alla portata dell’uomo, poiché fatto ad immagine e somiglianza del suo creatore. Mirdad è un porto e un faro per i naviganti persi nella tempesta del mondo, una guida sicura verso la patria dell’umanità, patria che, in latenza vive nel cuore di ogni uomo.

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