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Cielo incluso: mostra d’arte con le opere di Maria Grazia Tata e le fotografie di Salvatore Di Vilio

Cielo incluso - con le opere di Maria Grazia Tata e le fotografie di Salvatore Di Vilio.

Cielo incluso – con le opere di Maria Grazia Tata e le fotografie di Salvatore Di Vilio.

Complesso monumentale Palazzo Chigi-Albani
Giardini pensili e Palazzo

Soriano nel Cimino (VT)

Prorogata fino al 18 settembre 2022, presso gli spazi (giardini pensili e palazzo) di Palazzo Chigi-Albani di Soriano nel Cimino, la mostra “Cielo incluso” con le opere di Maria Grazia Tata e le fotografie di Salvatore Di Vilio, accompagnata dal testo e dalla consulenza storico-antropologica del ricercatore indipendente Massimiliano Palmesano, con il patrocinio della Regione Lazio, con la collaborazione del Comune di Soriano nel Cimino e di Raffaella Lupi della Galleria Sinopia Eventi di Roma. 

Il testo di Massimiliano Palmesano e le note dell’artista Maria Grazia Tata illustrano i temi del progetto: 

“Ci sono alcuni luoghi in cui gli dei custodiscono ancora tutto il loro arcaico potere. Dimensioni in cui – parafrasando Talete – tutte le cose sono piene di dei. Al pari di due sciamani, Maria Grazia Tata e Salvatore Di Vilio hanno esplorato tali dimensioni portando con loro, come al ritorno da un viaggio misterico, le forme e le immagini degli dei.

Le percezioni annotate sul diario di bordo di questa esplorazione nella dimensione del sacro e del fantastico hanno plasmato la mostra “Cielo incluso” che si terrà all’interno del Complesso monumentale Palazzo Chigi-Albani a Soriano nel Cimino (Viterbo) e nei suoi giardini pensili. L’iniziativa è il risultato di una alchimia tra le opere di Maria Grazia Tata e lo sguardo fotografico di Salvatore Di Vilio che insieme hanno tracciato una cartografia delle dimensioni abitate dagli dei.

Mostra d’arte: Cielo Incluso.

Con riferimento particolare a quelle figure che nei pantheon vengono indicate come “minori”, ma non perché esse siano meno importanti di altre: semplicemente perché sono deputate ad aspetti più intimi e quotidiani. Il filologo e storico delle religioni Walter Otto nel suo “Teofania” sosteneva che:

«gli dei non sono frutto di invenzioni, elucubrazioni o rappresentazioni, ma possono soltanto essere sperimentati».

E “Cielo incluso” è soprattutto una ierá odós (via sacra) esperienziale e misterica le cui tappe sono scandite da epifanie divine che si manifestano nel rapporto opera-fotografia.

Un percorso di iniziazione ai segreti della sacralità della materia attraverso la primordiale magia delle immagini. Tata e Di Vilio fanno materializzare una “archeologia dell’invisibile” fatta di preziosi e impalpabili orecchini per le ninfe (Diumpae), di collane per le muse e di pettorine di rose e stelle; portano alla luce officine in cui lavorano riparatrici di ali, rammendatrici di foglie e fabbricatrici di stagioni segrete dentro cortecce arrotolate; dischiudono alla vista le dimore incantate delle divinità.

“Cielo incluso” è una fiaba che parla di appartenenza, di legame con il territorio e con chi lo abita; un racconto fatto di boschi millenari, sorgenti dalle acque rigenerative e pietre animate.

«Il divino, da cui l’uomo si sente consapevolmente protetto, non è dunque il “totalmente altro” – è ancora la Teofania di Walter Otto – in cui si rifugiano coloro per i quali la realtà del mondo è priva del divino. Esso è piuttosto proprio quel che ci circonda, in cui viviamo e respiriamo […]. Esso è presente ovunque. Ogni cosa, ogni fenomeno ne parla, in quella grandiosa ora nella quale essi parlano di sé.»

Proprio in quell’ora Maria Grazia Tata ha plasmato quella che ama definire la sua “paccottiglia cosmica”, nel medesimo istante Salvatore Di Vilio ha catturato l’immagine degli dèi.”

Se noi vogliamo cambiare l’ecologia della terra dobbiamo cambiare l’ecologia dentro di noi” (James Hillman).

Divinità minori fantastiche fuggono dal chiuso e tornano nella Natura. Un “cacciatore di sacro” le avvista nella Faggeta Vetusta, patrimonio dell’umanità, nei luoghi cari a Pasolini, nella campagna cimina.

Gli dei minori si manifesteranno, per 37 giorni (37 è un numero angelico, un messaggio benevolo degli angeli), nel giardino settecentesco e nel Palazzo Chigi Albani del complesso monumentale di Papacqua, residenza cinquecentesca del cardinale Madruzzo, con statue e fontane, luogo spirituale, artistico e iniziatico.

La fontana della Satiressa con fauni, satiri, capre e altre figure simboliche, il dio Pan che avvista, forse, “divinità maggiori”, il Ninfeo, le Muse, la fontana del Mosè, le statue delle stagioni sono ricchi di rimandi naturali, mitologici e anche alchemici: la trasformazione della pietra in oro, l’Opus come ricerca spirituale di elevazione e di conoscenza. Le divinità minori di “Cielo incluso” percorrono una trasformazione alchemica “contromano”: ogni foglia, ogni seme, ogni povero resto della natura è già oro e torna materia spoglia, come la pietra tufacea frutto di eruzioni millenarie dei vulcani e il muschio del sottobosco antico della Selva Cimina.

L’Opus si conclude con la perdita di “peso”: la materia si trasforma in immagine che diventa un simulacro a portata di mano, per ricordarci che un filo sacro collega tutte le cose, visibili e invisibili, attuali e remote, un filo intriso di quella meraviglia così familiare al bambino e al cielo.” – Maria Grazia Tata

Durante il periodo estivo della mostra si sono svolti diversi appuntamenti di approfondimento con storici dell’arte, antropologi, archeologi e filosofi. 

Maria Grazia Tata, da tredici anni trasferitasi a Soriano nel Cimino, lega la sua ricerca artistica al ‘sacro’ e all’invisibile della natura, della poesia, della memoria e dei fatti quotidiani. Lavora con tutti i materiali. Ha esposto in palazzi storici, musei archeologici, gallerie in Italia e all’estero (Sydney, Maputo, Los Angeles).

Opere come luoghi segreti…dove trovare rifugio e stupore. Una visione privilegiata, quella di Maria Grazia Tata, che ci suggerisce le tracce per l’ascolto della Natura e dell’Arte: un invito silenzioso a rispettare quanto di più prezioso ci circonda. Ma anche spartito musicale o pioggia che suona.” (Raffaella Lupi, Galleria Sinopia Eventi, Roma)

Salvatore Di Vilio, originario di Succivo (in provincia di Caserta), da oltre quarant’anni gira l’Italia e il mondo con la sua macchina fotografica realizzando reportage. La sua poetica in bianco e nero ha attraversato diversi stili fotografici, dalla foto-archeologia industriale alla denuncia sociale, pur prediligendo le narrazioni di carattere antropologico. Il suo obiettivo è stato testimone degli ultimi giorni della civiltà contadina meridionale e per tali ragioni la sua dimensione artistica si è sempre intersecata con una prospettiva di ricerca sul campo, dal lavoro dei canapicoltori alle feste religiose e a quelle profane come il Carnevale.

INFO.

Cielo incluso

Opere di Maria Grazia Tata

Fotografie di Salvatore Di Vilio

Testo e consulenza storico-antropologica di Massimiliano Palmesano
Con il patrocinio della Regione Lazio
In collaborazione con il Comune di Soriano nel Cimino
In collaborazione con Raffaella Lupi – Galleria Sinopia Eventi
Video “Cielo Incluso”: montaggio e musiche di Michele Mele

Complesso monumentale Palazzo Chigi-Albani
Giardini Pensili e Palazzo
Via Papacqua, 471 – Soriano nel Cimino (VT)

Fino al 18 settembre 2022

Orari: da mercoledì a domenica 10-13 / 15-19

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