Cinema

Spiderhead: recensione sul film thriller sci-fi, diretto da Joseph Kosinski e scritto da Paul Wernick e Rhett Reese

Spiderhead: Kosinski, dopo Maverick, torna alla fantascienza, con Teller ed Hemsworth.

“Spiderhead” è un thriller sci-fi, diretto da Joseph Kosinski e scritto da Paul Wernick e Rhett Reese. Il cast è formato da Jurnee Smollett, Miles Teller e Chris Hemsworth. Il film è l’adattamento cinematografico del racconto breve distopico di George Saunders intitolato “Escape from Spiderhead”.

Il testo è presente all’interno della raccolta “Dieci Novembre”. La pellicola è uscita su Netflix il 17 giugno ed è arrivata subito al primo posto della classifica italiana dei lungometraggi più visti. Questo è abbastanza prevedibile, visti il regista e gli attori.

L’azione di “Spiderhead” avviene in una specie di base scientifica, lontanissima dalla vita di tutti i giorni. Si tratta di un carcere futuristico usato anche come laboratorio. Qui, i detenuti non vivono in celle e non subiscono limitazioni. Possono andare in giro, passare il tempo facendo varie attività e fraternizzare. Attraverso il loro consenso, i detenuti sono sottoposti a degli esperimenti.

Sono delle vere e proprie cavie di farmaci che comandano il loro cervello. Sostanze che, come viene detto durante il film, “potrebbero cambiare il mondo.” Ogni detenuto, quindi, deve dare il proprio consenso affinché vengano iniettati questi fluidi. Il tutto avviene tramite una flebo costantemente attaccata alla loro pelle.

Gli attori sono il valore aggiunto alla pellicola.

Con “Spiderhead”, Joseph Kosinski torna alla regia di una pellicola sci-fi, dopo Oblivion e Tron: Legacy. E, anche questa volta, ha confezionato un buon film d’intrattenimento. Non è solo questo, però. Nel lungometraggio, infatti, sono presenti molte occasioni di riflessione sulla politica e la società. Lo spettatore, mentre s’intrattiene, si appassiona alla storia e ai personaggi, si fa domande sulla politica e sulla società. Le risposte non tardano ad arrivare e sono molto stimolanti mentalmente. Innanzitutto, “Spiderhead” è un’opera sul libero arbitrio e sul rapporto tra il detenuto e il carceriere.

In questo caso specifico, si tratta tra la cavia e lo scienziato. Rispettivamente, sono Jeff (Teller) e Steve Abnesti (Hemsworth). Jeff, quindi, rappresenta il classico ragazzo che si vuole punire per un forte senso di colpa. Spesso ricorda l’evento tragico che lo ha portato in carcere. Teller è davvero molto bravo, sempre in parte ed espressivo. Recita con il viso, con il corpo e, soprattutto, con il cuore. Poi c’è Steve Abnesti, lo scienziato/carceriere. Il personaggio è interpretato da Chris Hemsworth. Per “Spiderhead”, l’attore ha lasciato i panni di eroe d’azione per vestire quelli di un personaggio un po’ dark, ambiguo ma, allo stesso tempo, ironico e sempre sorridente.

La regia è l’ottimo collante tra la sceneggiatura e la performance degli attori.

Steve, inoltre, è il classico personaggio che alterna sfumature caratteriali sempre differenti. La sceneggiatura di “Spiderhead” scritta da Paul Wernick e Rhett Reese è davvero molto buona. I personaggi sono ottimamente delineati e il loro arco narrativo è ben scritto. È vero, si tratta di un film di fantascienza, ma non manca l’umanità nei personaggi, nonostante le follie.

Il copione di “Spiderhead”, inoltre, è stato scritto seguendo diversi registri. Di solito, questo è molto rischioso ma, in questo caso, il lavoro è riuscito bene. Non mancano dialoghi grotteschi, drammatici e comici. Sono presenti anche scene esagerate e sopra le righe. Tutto, però, funziona. Joseph Kosinski è riuscito molto bene a trasformare in immagini il testo e a dirigere dei bravissimi attori, immersi alla perfezione nei personaggi.

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