Barbie The Icon

The Icon: il suo nome è Barbie. Nella famosa location dello spazio Mudec, a Milano, è stata inaugurata ad ottobre la mostra tutta rosa dedicata a Barbie che si concluderà a marzo. Sarà tempo di bilanci per questa esposizione dal sapore super pop, ospitata presso il museo delle culture. Ma cosa ci fa una mostra su […]

Ottobre 2016
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Barbie The Icon: mostra del Mudec di Milano

The Icon: il suo nome è Barbie.

Nella famosa location dello spazio Mudec, a Milano, è stata inaugurata ad ottobre la mostra tutta rosa dedicata a Barbie che si concluderà a marzo. Sarà tempo di bilanci per questa esposizione dal sapore super pop, ospitata presso il museo delle culture.

Ma cosa ci fa una mostra su un giocattolo in un museo?

E’ quello che si sono chiesti in tanti fra le perplessità generali con cui è stata accolta l’esposizione, anche perché, diciamocelo, all’alba dei suoi 56 anni di vita (portati piuttosto bene), la biondissima Barbie continua a rappresentare nell’immaginario comune lo stereotipo di frivolezza e superficialità della donna bella e poco impegnativa, un trofeo da esposizione tenuto rigorosamente in silenzio. E invece no, conosciamo meglio la sua storia!

Verso la fine degli anni Cinquanta, l’imprenditrice californiana Ruth Handler notò che sua figlia e le sue amiche amavano dare ruoli da adulti alle bambole con cui giocavano.

In quegli anni, la maggior parte delle bambole rappresentavano neonati: Ruth catturò l’idea e la trasformò in un’opportunità di mercato con la produzione di bambole dall’aspetto adulto. 

La raccontò a suo marito Elliot, cofondatore di una casa di giocattoli chiamata Mattel e nacque così Barbara Millicent Robert, nota altrimenti al grande pubblico come Barbie.

Il Mudec racconta la sua camaleontica vita in un percorso a cinque sezioni, introdotte da una sala di presentazione “Who si Barbie?”, dove sono esposti i sette pezzi iconici dal 1959 ad oggi.

Barbie The Icon.

Barbie e la moda.

E’ dedicata ad un aspetto centrale della vita di Barbie, la moda per l’appunto. Tutte le più grandi case di stile da Burberry, Dior, Moschino, Fendi, Christian Lacroix, Pucci hanno voluto vestirla.

Barbie Family: presenta tutta la sua famiglia e amici, passando ovviamente attraverso lo storico fidanzato Ken.

Dolls of the World: celebra uno degli aspetti più originali dell’icona, ovvero la ricerca del legame che accomuna donne di varie culture, provenienti da ben 50 Paesi differenti.

Barbie Careers: é dedicata al suo curriculum: si dà il caso che Barbie abbia intrapreso ben 156 carriere nel corso della sua vita, facendosi portavoce dell’indipendenza intellettuale di una donna che ha saputo reinventarsi dando la possibilità a tutte le bambine di ogni epoca di immaginarsi medici, cantanti, ballerine, presidenti e lo ha fatto sin da quando la società imponeva come massima realizzazione dell’esser donna, quella di sposarsi e metter su famiglia.

 Barbie the Global Icon.

Racconta come Barbie sia stata negli anni una celebrità come Marilyn Monroe fino ad eroina come Wonder Woman.

Definirla dunque una bambola sarebbe riduttivo ed associarla all’idea di “donna soprammobile” altrettanto. “Lei” è molto di più, sia da un punto di vista commerciale che da un punto di vista sociale – antropologico.

E’ un caso di business senza tempo che travalica l’ambito del mero successo commerciale per trasformarsi in archetipo culturale. E’ una donna che tra alti e bassi, nonostante le generazioni e i gusti che cambiano, continua ad attirare l’attenzione e a fatturare.

Barbie rappresenta la donna sicura di sé e indipendente, con una straordinaria capacità di divertirsi restando sempre e comunque affascinante.

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