The end of the f***ing world: Alyssa e James nel fumetto e nella serie.
Alyssa e James, i due protagonisti indiscussi della serie “The end of the f***ing world”, hanno letteralmente fatto impazzire tutti. Gli amanti della commedia nera, cresciuti con Happy three friends e Wilfred, non potranno che essere entusiasti della trasposizione cinematografica di Netflix dell’omonimo fumetto di Charles Forsman, “The end of the fucking world”.
La serie si conferma un successo Netflix acclamato all’unanimità da pubblico e critica. Per chi volesse recuperare la graphic novel da cui si ispira la prima stagione della serie è pubblicata in Italia da 001 Edizioni. Le chiavi del successo della serie sono indubbiamente una trama spiazzante ed emozionante, colonne sonore e ambientazioni degne dei migliori film dei fratelli Coen.
Il montaggio veloce ed incalzante e la brevità degli episodi di circa 20 minuti ripartiti in 2 stagioni composte da 8 puntate ciascuna, senza trascurare le splendide interpretazioni dei due protagonisti.
The end of the f***ing world: La trama.
Due ragazzi diciassettenni, James (Alex Lawther) che si descrive sin dalle prime puntate come uno psicopatico e Alyssa (Jessica Barden), giovane ribelle, insoddisfatta della propria vita e con tendenze ninfomani decidono di scappare insieme senza una precisa meta verso l’ignoto.
James, con l’obiettivo di ammazzare Alyssa, sta al gioco della ragazza e attende il momento adatto per ucciderla ma finirà con l’innamorarsi di lei e salvarle la vita, capendo che uccidere una persona non è poi così tanto edificante. La seconda stagione vede poi l’introduzione di un terzo personaggio, Bonnie (Naomi Ackie) che ribalterà il ruolo di James da cacciatore a preda.
Se nella prima stagione di The end of the f***ing world vengono trattati i temi dell’adolescenza e della ribellione attraverso la fuga in stile road movie, nella seconda ci troviamo di fronte ad un’inversione di tendenza, si passa dal veloce e superficiale all’introspettivo, introducendo temi forti relativi alla salute mentale sullo sfondo di un revenge movie che sa un po’ più di thriller.
Ed ecco che affiora l’anedonia (l’incapacità di una persona a provare piacere, anche in circostanze e attività normalmente piacevoli) di Alyssa e James che traspare nitidamente dalle battute della sapiente sceneggiatura di Charlie Covell.
“Di solito io non avevo emozioni, per un bel po’ era stata la mia specialità. Non sentivo assolutamente niente, non ci avevo nemmeno provato… ma proprio mai.” (James) “Mi piace, non sentire niente. È come un superpotere.” (Alyssa) L’ansia è un altro tema scottante, sensazione che James sperimenta per la prima volta nella convinzione che Alyssa stia per commettere un gesto estremo.
“La paura può cominciare in sordina, così piano che puoi anche non sentirla… ma diventa forte, molto forte. E non la puoi più ignorare.” (James) Infine il nuovo personaggio della seconda stagione, Bonnie, rappresenta il fardello della solitudine e della annessa fragilità che può portare a sviluppare convinzioni errate su una realtà che non si riesce ad accettare. “Il problema di quelli che soffrono di mancanza di amore è che non lo sanno riconoscere, quindi è facile che vengano ingannati e vedano quello che non c’è. Ma in realtà tutti quanti mentiamo a noi stessi.” (Alyssa riferendosi a Bonnie).
Il cast della serie è giovanile ma per niente inesperto.
Ritroviamo infatti Alex Lawther (James) nel giovane Alan Turing in “The Imitation Game” del 2014 e nel 2016 come protagonista dell’episodio “Zitto e balla” della serie “Black Mirror”. Jessica Barden (Alyssa) in “Penny Dreadful” del 2016 e Naomi Ackie (Bonnie) in “Star Wars: L’ascesa di Skywalker” del 2019 e in “Doctor Who” nell’episodio 9×18 del 2015.
Curiosità sulla trasposizione dal fumetto alla serie.
La prima stagione riprende piuttosto fedelmente la trama della graphic novel cui è ispirata inserendo un interessante e netto taglio british apprezzato molto dallo stesso autore del fumetto. Per citare, invece, alcune differenze, si nota la ferita alla mano di James che nel fumetto il personaggio si provoca infilando la mano nel tritarifiuti mentre nella serie è sostituita con l’olio bollente della friggitrice per smorzare il tono macabro e truculento della scena.
Inoltre, se nel finale della prima stagione della serie i poliziotti inseguono James e gli sparano, nel fumetto uno dei poliziotti acciuffa James tagliandogli le dita e ferendolo alla guancia. James si difende uccidendolo, mentre un altro poliziotto gli sta puntando una pistola contro. Poco dopo Alyssa, seduta sul letto, si incide sulla pelle il nome di James.
Ci sarà una stagione 3 di The end of the fing world?
In un’intervista con “Radio Times”, l’autrice della serie Charlie Covell ha affermato che per lei la serie si è conclusa con la stagione 2. “Per me adesso è finita” ha detto. Tuttavia le avventure di James e Alyssa potrebbero non essere terminate. O, almeno, questo è ciò che vorrebbe Channel 4. Il direttore della programmazione Ian Katz, infatti, ha detto a “Deadline” che, qualora l’autrice della serie volesse scrivere la terza stagione, le porte di “Channel 4” sarebbero aperte.
Leggi anche: Cena con delitto: Daniel Craig strizza l’occhio all’icona Poirot