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Blockchain art: la nuova frontiera nel mercato dell’arte

Un elemento importante della blockchain è la privacy.

 Blockchain art.

La prossima frontiera sarà certamente il pagamento delle opere d’arte, così come di vari – come in realtà sta già succedendo – altri beni, anche in criptovalute, ma il Blockchain appare vieppiù interessante per il mercato dell’arte per altri aspetti altrettanto e financo più sostanziali. La fiducia nel mercato dell’arte presenta infatti un focus particolare sulla liceità della provenienza e sull’autenticità dell’opera.

Oltre a tutta una serie di altri aspetti importanti, ma soggettivi, come il supporto o l’anno di esecuzione, la provenienza e l’autenticità sono le principali determinanti obiettive del valore di ogni opera d’arte.

Ogni altro approfondimento è secondario se non si può escludere che un pezzo possa essere un falso o che potrebbe essere stato sottratto al suo legittimo proprietario. Ancora oggi, è ancora spesso impossibile avere completa sicurezza su questi aspetti per molte opere d’arte.

In realtà ci sono anche altri mercati che fanno affidamento sulla provenienza e l’autenticità. Consideriamo le auto e gli immobili. In quei mercati, i trasferimenti di proprietà si fanno attraverso un documento che ne rappresenta il “titolo”: elemento fondamentale in quanto si trascrive in un registro pubblico che tiene traccia di ogni trascrizione.

Il registro rappresenta un caposaldo praticamente inviolabile di sicurezza contro le frodi. Controllando, un potenziale acquirente può sempre verificare che il bene sia esattamente quello che crede, e che il venditore abbia il diritto legale di offrirlo legittimamente in vendita.

La trascrizione aumenta ovviamente il valore del bene e amplia il bacino di potenziali acquirenti. Seppur nel mercato dell’arte a volte si adoperi la frase “catena del titolo” come a sinonimo di “provenienza”, il fatto è che nessun registro di titoli per opere d’arte è mai esistito.

Solo surrettiziamente e in modo parziale, cioè a livello privatistico non opponibile di per sé ai terzi, le Fondazioni e gli Archivi dell’opera degli artisti (in genere moderni) intervengono a tentare di colmare tale lacuna, ma il concetto di un “titolo” ‘erga omnes’ non è compreso nelle loro attribuzioni.

Questo stato di cose deriva da alcune specificità insite nel mercato dell’arte. In generale sappiamo tutti che le informazioni sulle vendite d’arte tendono a essere considerate altamente sensibili, soprattutto nel mercato privato.

Molti collezionisti vigilano ferocemente sulla loro privacy. Gli operatori professionali spesso traggono beneficio dall’aver coltivato un’aria di mistero sugli artisti e sulle opere d’arte da loro trattati. Questa tendenza spesso fa sì che costoro non rivelino pubblicamente i dettagli delle opere d’arte da loro collezionate e delle loro transazioni.

Di più: il mercato dell’arte manca ancora di una standardizzazione di “buona pratica” e le informazioni sulla provenienza tendono spesso a essere incomplete essendo, molte di queste, state semplicemente perse nella corso del tempo.

Anche nei casi, relativamente rari, in cui una documentazione completa “traccia” un lavoro fino al suo autore, quell’informazione generalmente non viene sottoposto al severo processo di asseverazione. Ciò rende sia gli errori in buona fede che il comportamento fraudolento costanti minacce all’integrità di provenienza e autenticità.

Blockchain.

Una soluzione a questo stato di cose potrebbe essere la blockchain che, com’è noto, è definita come un libro mastro digitale “validato” e “decentralizzato”.

Le parole “validato” e “decentrato” si riferiscono al fatto che il contenuto di questo libro mastro – semplicemente una lista di transazioni – viene registrato contemporaneamente su molti computer con diversi proprietari. Questo network fa anche sì che l’informazione non sia controllata da una sola autorità centralizzata.

Quello che rende incontrovertibili tali registrazioni è il fatto che invece di aggiungere ogni nuova transazione al libro mastro individualmente, le transazioni sono raggruppate insieme in “blocchi”.

Prima che un nuovo blocco possa essere aggiunto alla catena, dev’esserci una verifica attraverso la crittografia: in pratica, la soluzione di un algoritmo matematico attraverso l’informatica.

Una volta che un computer risolve il problema crittografico per un blocco corrispondente, gli altri computer sulla rete blockchain possono verificare il blocco e aggiungerlo al libro mastro.

Questi blocchi di dati verificati non possono essere cancellati. L’unico modo per modificare o annullare una transazione precedente sul registro è quella di aggiungere nuove informazioni che documentano la modifica.

Così una blockchain può crescere sempre solo dimensionalmente con ogni transazione verificata, che rimane visibile in modo permanente. Questo processo offre anche un livello elevatissimo di sicurezza per le transazioni digitali.

Se un singolo operatore ha tentato di falsificare le informazioni su un singolo computer nella rete, gli altri rilevano la frode e rifiutano le modifiche. Allo stesso modo, se un crash dovesse distruggere un computer nella rete, i dati sulla blockchain riuscirebbero a sopravvivere grazie al libro mastro presente su molti altri computer.

L’ultimo elemento importante della blockchain è la privacy.

Dal momento che la crittografia verifica le transazioni sulla blockchain, non devono essere divulgate informazioni invasive di dati sensibili come le identità o i dettagli finanziari circa le transazioni effettuate.

Blockchain è quindi, nella fattispecie, una metodica atta ad esaminare, memorizzare permanentemente e proteggere i dati delle transazioni, consentendo contemporaneamente al proprietario dei dati di mantenerli anonimi.

Questa armonizzazione di elementi consente di superare ogni ostacolo tradizionale relativo ad un registro del titolo di un’opera d’arte, elevandosi così in modo sensibile a vantaggio del mercato gli elementi di garanzia nella provenienza e autenticità.

Questo nuovo registro di “titoli” digitalizzati validati decentralizzato, rappresenterebbe certamente un vantaggio anche per i fornitori di servizi assicuratori d’arte e istituti di credito per l’arte, i quali potrebbero così calmierare le tariffe.

Una blockchain è tuttavia affidabile solo quando lo sono i dati che la compongono. Il problema sostanziale sarà quello di come controllare rigorosamente chiunque sia autorizzato a inviare informazioni sulla transazione.

In specie, possiamo immaginare come un registro dei “titoli” blockchain possa ben supportare le opere d’arte contemporanea, validate in modo irrefutabile dallo studio di un artista, collegando la “fisicità” di questa o quell’opera al registro validato (e quindi, rendendo anacronistico l’affidarsi a pratiche spesso poco trasparenti di controllo per autenticare le opere dopo la morte di un artista).

Non si può viceversa negare che qualche problema potrebbe verificarsi relativamente ad opere rivenienti dal passato.

Leggi anche: Come la blockchain cambierà il sistema delle transazioni bancarie

Paolo Turati

Laureato in Economia e Commercio all’Università di Torino nel 1982 dopo aver conseguito il Diploma al Liceo Scientifico salesiano Valsalice di Torino, l’imprenditore ed Economista Paolo Turati, Docente a contratto e Referente del Corso di Economia degli Investimenti “Investire” presso la Scuola di Studi Superiori dell’Università Torino per gli A.A. 2016-17 e 2017-18, è dal 2019 parimenti Docente nonché Presidente del Comitato scientifico presso la Saa-School of Management dell’Università di Torino dell’Executive Master di Wealth Management. Classe 1958, sposato con due figli, già Procuratore generale di Agente di Cambio sulla Piazza di Torino, è stato per anni titolare e Amministratore apicale di Società di capitali finanziarie e operanti nella Commissione in titoli e valori. E’ autore di numerose opere saggistiche e narrative edite, diffusamente accreditate in Italia ed all’estero presso numerose Istituzioni ( fra cui il Rijsksmuseum di Amsterdam, la Biblioteca Max Planck di Monaco di Baviera, la New York Public Library, L'Università di Heidelberg, l'Accademia di Brera a Milano, Palazzo Grassi a Venezia), nonché editorialista su testate nazionali, giornalista pubblicista, conferenziere e già per anni titolare di spazi televisivi regionali in rubriche settimanali economico-finanziarie specificamente incentrate sulla tutela del Risparmio. Esperto di Art Market internazionale e Coordinatore del Dipartimento Arte, Diritto e Mercato di “Fidartis-Multi family office”, è altresì da 15 anni Membro del Consiglio Direttivo e responsabile del Settore “Economia, Finanza, Banche e Assicurazioni” di Acp-Federata nazionale Movimento Consumatori, nonché Consigliere di Amministrazione della Fondazione per l’Architettura. Appassionato pianista, nutre grande interesse per il fenomeno del Collezionismo e per la ricerca storiografica e vanta trascorsi agonistici con ranking a livello di punteggio nazionale nello Sci alpino nonché una lunga pratica agonistica nel Ciclismo su strada e nel Motociclismo fuoristrada.

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