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Il blogging come strumento di marketing

Il viaggio nell'inbound marketing è appena cominciato e iniziamo con il suo primo e intramontabile strumento: il blogging.

Il viaggio nell’inbound marketing è appena cominciato e iniziamo con il suo primo e intramontabile strumento: il blogging.

Filosofia della scrittura e possibile traduzione in marketing. Nel famoso saggio Firma, evento, contesto, il filosofo francese Jacques Derrida sostiene:

[La scrittura] È anzitutto l’assenza del destinatario. Si scrive per comunicare qualcosa a degli assenti. L’assenza dell’emittente del destinatario, della marca che egli abbandona, che si separa da lui e che continua a produrre effetti al di là della sua presenza e dell’attualità presente del suo voler‐dire, perfino al di là della sua vita stessa, questa assenza che pure appartiene alla struttura di ogni scrittura - e, aggiungerò più avanti, di ogni linguaggio in generale - (…).

Il valore di marketing della scrittura.

Secondo Derrida, la scrittura agisce in assenza, sia dell’emittente che del destinatario, perché ha una vita a sé. Se emittente e destinatario di quello scritto fossero infatti fisicamente presenti, l’uno non avrebbe motivo di scrivere, l’altro non avrebbe motivo di leggere.

Si agirebbe in presenza. Ma la scrittura è fatta proprio per agire in assenza e nel suo momento presente, mittente e destinatario sono di fatto assenti, perché la scrittura ha un tempo e delle dinamiche tutte sue.

Tutto ciò che è scritto rimane, ma non è sufficiente. Tutto ciò che è scritto viene riscritto nel momento in cui giunge al suo destinatario. Quest’ultimo legge e nella sua mente, nel suo cuore, secondo il contesto che vive o le necessità che sta esperendo in quel momento, riscrive quella pagina.

La scrittura presente in assenza: albori del blogging marketing.

La scrittura, quindi, separa la persona che scrive, le sue intenzioni, le sue sensazioni dallo scritto stesso e prende vita propria. Essa diventa così sempre ri-scrittura di ciò che si è voluto comunicare, perché ogni destinatario di quello scritto, fosse anche solo uno, interpreterà in maniera differente quella scrittura. E poi la scrittura resiste al tempo e allo spazio.

Ogni scrittura è una ri-scrittura: verso il blogging.

I latini dicevano scripta manent perché le cose scritte rimangono per andare oltre e abitare dimensioni che sfuggono completamente al controllo di chi le aveva messe in circolo. Pensiamo a tutti i testi delle canzoni, alle opere di letteratura, agli spartiti musicali, ai bigliettini d’amore scambiati, tutti questi “scritti” sopravvivono al tempo, possono raggiungere moltissimi destinatari nello stesso momento. E hanno tutti lo stesso destino: superare se stessi ed essere riscritti da chi li riceve. È questo il miracolo della scrittura, perché ogni scrittura è una ri-scrittura.

Quando la scrittura diventa blogging.

Probabilmente è per questo che sentiamo il bisogno di scrivere e, già dentro di noi, anche inconsapevolmente, conosciamo bene quando potere abbia la scrittura sulle nostre vite e su quelle degli altri. Ed è per questo che il primo strumento di inbound marketing che analizziamo è il blogging.

Come il blogging è entrato nel marketing.

Il primo blog nasce il 23 dicembre 1997 a opera di un americano, Jorn Barger che aveva la passione per la caccia. Barger decide di aprire il suo primo blog per raccontare agli appassionati di caccia come lui le sue avventure e per raccogliere le informazioni utili che all’epoca si trovavano sul web in tema di caccia.

Quindi perché abbiamo il bisogno di scrivere e perché l’attività di blogging è annoverata tra quelle di inbound marketing?

Perché abbiamo bisogno di lasciare un segno e siamo perfettamente consapevoli che la scrittura e tutto ciò che è scritto crea un effetto, ha un’eco anche in nostra assenza su chi legge quegli scritti.

Quando scriviamo qualcosa, quel qualcosa sfugge definitivamente dal nostro controllo e prende strade autonome in altre esistenze. La scrittura e, più nello specifico, l’attività di blogging, diventano uno strumento dell’inbound marketing in quanto ha un’efficacia pervasiva e morbida sulla vita delle persone.

Esempio di blogging e marketing: Chiara Ferragni.

Ricordiamo come è iniziata l’avventura della regina di tutte le influencer, Chiara Ferragni. Nel 2009, a soli 22 anni, Chiara apre il suo blog The blonde salad con il sostegno del suo ragazzo di allora, Riccardo Pozzoli, oggi direttore creativo di Condé Nast.

Sul suo blog Chiara posta foto di outfit, racconta le sue scelte in merito al look, segue le collezioni dei maggiori stilisti e dà consigli di moda. In pochissimo tempo diventa famosa in tutto il mondo e la prestigiosa Università di Harvard la studia come una case history nei suoi corsi di marketing.

Perché inbound marketing.

Il punto di forza dell’attività di blogging nell’inbound marketing è proprio il racconto.

Persone condividono fatti, esperienze, consigli, punti di vista semplicemente raccontandoli. Gli scritti del blog non hanno mai un tono impositivo, ma scivolano leggeri nei pensieri di chi li legge e che, in maniera conscia o inconscia li assimila e li mette in atto. L’effetto è potente, ma non ridondante.

Il fine delle tecniche di inbound marketing è quello di arrivare al cliente colpendolo in maniera pervasiva e non invasiva. E il blogging è lo strumento ideale per iniziare a mettere in atto una strategia di questo tipo.

Il potere dell’esperienza nel blogging.

Se leggo su un blog che una crema ha avuto degli effetti positivi sulla pelle delicata della blogger, sarò persuasa a comprarla e a provarla anche sul mio viso. L’obiettivo, ovvero l’acquisto del prodotto, sarà raggiunto senza mettere in atto strategie dirette e dirompenti di outbound marketing. Avrò fidelizzato un cliente e avrò generato una catena di esperienze.

La condivisione dell’esperienza è il altro punto forte del blogging. Le esperienze si vivono e vanno condivise per generarne di altre, ovviamente. E il potere di un’esperienza vissuta e direttamente raccontata da una persona alla pari sarà molto più forte rispetto ad un’esperienza falsata da un attore in uno spot pubblicitario.

Il racconto lascia il suo segno molto più lungamente di una pubblicità di pochi secondi e può essere riscritto da tutti, in una serie infinita di passaggi e di esperienze. Viviamo per scrivere e per condividere. E per scrivere ancora.

Leggi anche: Social network: la casa al mare dell’inbound marketing

Antonella D'Eri Viesti

Classe 1990, millennial. Dopo una laurea in lettere e un dottorato in filosofia e teoria dei linguaggi comprendi di non avere dei titoli, ma solo degli strumenti. L'obiettivo? Usarli come chiave di lettura per un mondo in costante evoluzione. Siamo intessuti di lingue e linguaggi e i limiti della nostra vita sono i limiti dei linguaggi che usiamo per comprenderla; allargare quei linguaggi significa allargare i nostri confini. Quindi il mantra: "Don't worry about you! Be you!"

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