Le onde: l’opera di Virginia Woolf

La rivoluzione di Virginia Woolf nell’opera “Le onde”. Virginia Woolf è stata una delle autrici più importanti del Modernismo. Come gli altri esponenti di tale corrente letteraria, ha rivoluzionato la concezione di scrittura, creando nuove tecniche particolari, tra i quali un estremo simbolismo. Per questa ragione si parla di sperimentalismo letterario, che trova il suo […]

Gennaio 2022
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La rivoluzione di Virginia Woolf nell'opera "Le onde".

La rivoluzione di Virginia Woolf nell’opera “Le onde”.

Virginia Woolf è stata una delle autrici più importanti del Modernismo. Come gli altri esponenti di tale corrente letteraria, ha rivoluzionato la concezione di scrittura, creando nuove tecniche particolari, tra i quali un estremo simbolismo. Per questa ragione si parla di sperimentalismo letterario, che trova il suo massimo splendore nell’opera Le onde. Nell’anniversario della sua nascita che ricorre oggi, vogliamo ricordarla.

L’autrice britannica viene considerata una delle attiviste per eccellenza per la lotta per la parità dei sessi. Se adesso abbiamo la possibilità di ascoltare la voce di molte autrici, lo dobbiamo proprio a Virginia Woolf, che si batté a lungo sia come volontaria nel movimento delle suffragette, quindi come attivista, ma anche proprio all’interno delle sue opere, partecipando alla nascente critica femminista dell’epoca.

Il suo romanzo Orlando è considerata una delle prime opere “queer” della modernità. Infatti, in questo romanzo il protagonista cambia repentinamente sesso, dettaglio che non modifica la sua psicologia e mostra, anni prima dei discorsi attuali sull’identità di genere, un’idea del genere del tutto nuova.

Il pensiero di Virginia Woolf così critico ed aperto, si era sviluppato in un’officina di tutto rispetto: il così detto Bloomsbury Group, nato da un’assemblea universitaria a Cambridge e chiamato così poiché i membri si riunivano nelle loro case nel quartiere Bloomsbury di Londra. Durante questi incontri, dibattiti e opere nascevano con grande facilità in un forte spirito critico nei confronti della società.

Le tecniche narrative di Virginia Woolf.

Come già detto, il Modernismo è un periodo di forte sperimentalismo. Nonostante abbia criticato “Ulisse” di James Joyce definendolo prolisso, Virginia Woolf viene spesso paragonata a questo autore, in quanto utilizza alcune tecniche simili. Prima tra tutte lo stream of consciousness ovvero il flusso di coscienza.

Quest’ultimo consiste nell’utilizzo di una prosa estremamente complessa, in cui gli elementi e le immagini non sembrano avere apparente connessione, la scrittura è spesso priva di punteggiatura e connettivi. L’idea è quella di imitare il flusso di pensieri degli uomini, in modo più realistico e simile possibile. Come in Joyce, vi è inoltre un utilizzo del tutto particolare del tempo: vengono usati brevi lassi di tempo (ricordiamo che l’Ulisse di Joyce si svolge in un giorno), dilatati e vissuti all’interno della mente dei protagonisti. Così nell’opera più famosa della Woolf, “La signora Dalloway” la vicenda avviene in un solo giorno.

“Le onde”.

Una delle opere meno citate nei manuali scolastici, forse per la sua difficoltà, è Le onde. Poiché è strutturato con una serie di monologhi, è stato molto difficile individuare il genere del romanzo, la cui prosa ricorda spesso la poesia ed il cui forte simbolismo è unico nel suo genere. Qui lo sperimentalismo della Woolf raggiunge il suo apice: la storia ruota attorno a sei personaggi, ognuno dei quali racconta ciò che gli succede in un soliloquio unico e complesso. Vediamo crescere questi sei personaggi apparentemente insieme, in quanto viene raccontata la storia di ognuno, ma senza incontrarsi mai. Eppure è come se ogni racconto si scontrasse con l’altro, mostrando la complessità dei pensieri dell’uomo.

C’è chi si rivolge ai preti, chi alla poesia; io ai miei amici, al mio cuore, a cercare tra le frasi e i frammenti qualcosa di intatto – io per cui non c’è bellezza sufficiente nella luna o in un albero; io per cui il contatto di una persona con l’altra è tutto, eppure non posso afferrare neppur questo, io che sono così imperfetto, debole, indicibilmente solo. Sedevo là. – Le onde, Virginia Woolf.

Il romanzo risulta molto complesso e criptico a partire dal titolo, che forse vuole proprio indicare la discontinuità e l’imprevedibile della vita e della mente umana.

Lo scopo di questo romanzo sembra essere quello di approfondire l’individuo e i suoi moti più interiori, ma anche di indagare sul rapporto che questi ha con le persone che lo circondano. Vi sono anche molti aspetti autobiografici, ad esempio il personaggio di “Percival” è basato sul fratello di Virginia Woolf e come lui muore prematuramente. È anche il personaggio più particolare in quanto, a differenza degli altri, non parla mai di sé in prima persona, ma tutto ciò che sappiamo di lui lo scopriamo da ciò che gli altri ci dicono. Straordinario quindi il fatto che una persona venga caratterizzata esclusivamente dal punto di vista degli altri e dai loro pensieri.

Essendo sincero per natura, non capiva il perché di queste esagerazioni, e si lasciava trascinar via da un senso naturale di ciò ch’era opportuno, era veramente un gran maestro dell’arte di vivere. – Su Percival.

Il dramma personale.

Virginia Woolf è famosa non solo per la sua grande critica femminista e per le sue opere, ma purtroppo anche per la sua tragica morte. Dopo la scomparsa della madre, attraversò un periodo di depressione e non ebbe mai pace fin da quel momento. Anche la morte del padre peggiorò la sua situazione, finché non provò la prima volta ad uccidersi. Durante gli ultimi anni della sua vita, i continui sbalzi d’umore e l’ansia di impazzire completamente la spinse al suicidio definitivo. Famosissima la lettera che indirizzò al marito.

Carissimo. Sono certa che sto impazzendo di nuovo. Sono certa che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. Comincio a sentire voci e non riesco a concentrarmi. Quindi faccio quella che mi sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la più grande felicità possibile. Sei stato in ogni senso tutto quello che un uomo poteva essere. So che ti sto rovinando la vita. So che senza di me potresti lavorare e lo farai, lo so… Vedi non riesco neanche a scrivere degnamente queste righe… Voglio dirti che devo a te tutta la felicità della mia vita. – Lettera di Virginia Woolf al marito.

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