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Noi quattro nel mondo: il romanzo esordio di Francesca Cerutti

Noi quattro nel mondo: la connessione tra vita e letteratura e tra fragilità e persone.

Noi quattro nel mondo: la connessione tra vita e letteratura e tra fragilità e persone.

“Noi quattro nel mondo” è il romanzo di esordio di Francesca Cerutti, pubblicato da Bookabook. La casa editrice funziona tramite crowdfunding, ovvero sono proprio i lettori a consentire la pubblicazione dei libri. Il romanzo di Francesca Cerutti è riuscito a conquistare il cuore di un numero adeguato di persone per ottenere la pubblicazione.

La ragione salta subito all’occhio di un lettore attento. Infatti, la storia al centro di “Noi quattro nel mondo” è profondamente realistica e umana e induce ad un’empatia potente e sincera. Risulta molto semplice rivedersi nelle storie di quattro persone che sono connesse pur essendo così diverse. Scritta con uno stile scorrevole, la vicenda sembra disgregarsi nelle pagine come un racconto sincero del vissuto di un amico.

Noi quattro nel mondo è una storia di connessioni.

Come in un film di un cast corale, le voci che sentiamo in questo romanzo sono plurime. Ci troviamo a Parigi, nel 2013, quando le vite di quattro ragazzi (Océane, Kévin, Lylie e Éric) vengono indissolubilmente connesse: ognuno di loro ha una storia complicata alle spalle, delle fragilità che li rendono esposti nel mondo. Cercare un posto nel mondo non è mai semplice, ma per questi ragazzi sembra essere anche più complesso. La vicenda gioca totalmente sulla connessione tra i quattro senza trascurarne nessuno. Sembra di conoscere benissimo ognuno di loro con le proprie sfaccettature e i vari punti di vista.

La pluralità di voci è il tratto distintivo del romanzo. Tutto consente di immedesimarsi facilmente in quanto avviene, leggendo sembra proprio di sentire il timbro di voce di ogni diverso personaggio. Un dramma interiore che ognuno vive ed esprime senza vergognarsi della propria fragilità, che possa essere una convivenza difficile, un blocco dello scrittore o il sentirsi male nel proprio corpo. Tra le tematiche affrontate spicca infatti la transessualità. Infatti, Éric è un giovane transessuale il cui percorso di fuga dalla propria casa a Parigi è al centro di alcune tra le pagine più toccanti del romanzo.

L’aveva fatto. Ancora Éric non ci credeva, ma se guardava le facce dei suoi genitori aveva la certezza di averlo fatto. A cena si era alzato in piedi e aveva detto – tutto d’un fiato, con il terrore di essere interrotto e non sapere più da che parte ricominciare – di essersi sempre sentito nel corpo sbagliato.

Oltre a risuonare terribilmente attuale alla luce delle recenti polemiche sul DDL Zan e sul gender, il racconto di questo ragazzo si impone come privo di assoluta retorica.

La letteratura fil rouge del romanzo.

Il fil rouge del romanzo è probabilmente la stessa letteratura, ma anche la scrittura. Una sorta di metaletteratura in cui ogni personaggio ha un legame con la lettura e con lo scrivere. Kévin ad esempio è uno scrittore prodigio e incarna il prototipo di qualsiasi scrittore, eppure senza scadere nel cliché. Fin dall’incipit, ci si confronta con una pagina di Word vuota. Le pagine sono storie di persone, di fragilità ma anche di felicità. Sono un’opportunità e per questo Parigi, città non scelta a caso ma che potrebbe essere qualsiasi altra, è il luogo di quella opportunità delle pagine.

È poi la libreria, in particolar modo, dove lavora Lylie il centro di gravità permanente per i personaggi.

Sono tantissimi i libri citati, ma anche le canzoni, e molto spesso il libro fisico è anche protagonista, come in un momento in cui si legge il nome di Virginia Woolf in una copertina. I personaggi si incontrano tutti proprio in quella libreria. La letteratura è vita e la vita è letteratura in questo romanzo. E come in ogni libreria che si rispetti, si trovano le storie più disparate accomunate dal fatto di trovarsi sullo stesso scaffale.

Oltre a letteratura, scrittura ed editoria se si vuole, è presente anche l’attenzione alla lingua. Parigi e la lingua francese sono molto importanti e definite con brevi dissertazioni letterarie che anche i non amanti della letteratura francese potranno apprezzare grazie alle note.

Noi quattro nel mondo: l’empatia è la chiave della vita.

Durante un percorso lento – inteso come ben approfondito – si cresce e si matura insieme con questi ragazzi, il cui vissuto diventa parte del vissuto del lettore. Per lui fondamentale diventa comprendere ciò che i personaggi stanno vivendo, provando una profonda empatia che fa sempre parte dell’esperienza di lettura, ma in questo caso è anche più intensa.

È un percorso empatico circolare che va dal lettore alla lettura e dai personaggi agli altri personaggi. Alla fine di tutto, il vero riscatto per ognuno di loro consiste nel comprendere la profonda connessione tra il sé e gli altri. L’altro non rappresenta qualcuno da temere, come ha visto a sue spese Éric, bensì un modo per trovare il proprio posto nel mondo, per migliorare se stessi.

“Noi quattro nel mondo” esplica e insegna un concetto estremamente importante per la vita di tutti noi: nessuno è solo, alla fine, per quanto diversi possiamo essere è attraverso l’empatia e la condivisione della nostra storia che possiamo declinare il nostro essere.

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Silvia Argento

Nata ad Agrigento nel 1997, ha conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne, una magistrale in Filologia Moderna e Italianistica e una seconda magistrale in Editoria e scrittura, un master in giornalismo. È docente di letteratura italiana e latina, scrittrice e redattrice per giornali, riviste e siti di divulgazione culturale e critica musicale. È autrice di un saggio su Oscar Wilde e della raccolta di racconti «Dipinti, brevi storie di fragilità».

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