Pensieri al vento come un mandala

L’ultima opera di Fabio Duranti: Pensieri al vento come un mandala. Questa ultima opera di Fabio Duranti, inaugura un diverso modo espressivo dell’autore. A differenza delle pubblicazioni precedenti, il presente libro è più schietto, meno tortuoso nell’espressione e più “concreto”, se così si può dire, mantenendo comunque un sottofondo filosofico di base. Il libro è […]

Gennaio 2024
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L'ultima opera di Fabio Duranti: Pensieri al vento come un mandala.

L’ultima opera di Fabio Duranti: Pensieri al vento come un mandala.

Questa ultima opera di Fabio Duranti, inaugura un diverso modo espressivo dell’autore. A differenza delle pubblicazioni precedenti, il presente libro è più schietto, meno tortuoso nell’espressione e più “concreto”, se così si può dire, mantenendo comunque un sottofondo filosofico di base.

Il libro è composto da brevi racconti, tutti basati su esperienze dirette e realmente vissute. Inoltre si può ben dire che è formato da due parti distinte, seppur omogenee nell’insieme. A conclusione dell’opera vi è infatti “Preludio”, inizialmente ideato come scritto a parte, ma inserito nell’opera poiché consono all’esposizione del testo. L’idea di base di tutta l’opera è quella di mettere su carta dei pensieri ben delineati, armoniosi e che fanno riflettere, ma come un mandala destinati alla trasmutazione alchemica che solo il tempo sa fare.

Lo scritto vuole essere testimonianza, come nell’indole dell’autore, di una veduta metafisica della realtà, concisa nell’esposizione ma profonda nei contenuti. Il libro è quindi un tentativo di fermare a parole lo stesso scorrere del tempo, che inesorabilmente muta ogni cosa, anche la più bella e sublime, ed è consigliabile leggerlo nello spirito eracliteo che vede scorrere ogni cosa ove tutto muta ed è inoltre consigliabile leggerlo una seconda volta, quando ci apparirà diverso dalla prima lettura, proprio come un secondo mandala creato sulla scia del precedente, anche se simile al primo, in realtà, nell’essenza, è qualcosa di unico e originale nelle fattezze.

Fabio Duranti è un ricercatore del sacro e dell’imperituro che unisce tale attitudine ad una propensione diretta per la scrittura.

In oltre trentacinque anni di indagine e tirocinio diretto, si è interessato a questioni filosofiche ed esoteriche, dirigendo la sua acuta attenzione verso le fonti dirette di tale cose, evitando cioè, le deviazioni moderne oggi così tanto alla moda. Per tale motivo le sue opere non sono per tutti, se così si può dire, poiché dirette a quei lettori affini dalle medesime aspirazioni, aperti cioè nel campo della ricerca interiore. Il libro che citiamo in questo articolo, non è molto lungo, conta 123 pagine.

Questo è voluto dall’autore, dato che oramai tutto è veloce, immediato, ed è sintomo dei nostri tempi l’essere essenziali, dare un colpo di martello e poi fermarsi, secondo un famoso detto taoista.

Ogni racconto contenuto nel libro vive di vita propria, non ha connessioni palesi con gli altri. Quello che accomuna ogni capitolo è la descrizione “altra” delle vicende, basata, come detto, su esperienze realmente accadute. Lo stile dell’autore è essenzialmente metafisico, parlando di temi ed esperienze inusuali ma ciò non toglie al testo una certa armoniosa lettura, resa chiara dal modo di descrivere le cose tipica del Duranti.

La parte finale citata dal titolo preludio, rappresenta un concetto caro all’autore fin dall’adolescenza. La vita umana secondo quest’ottica sarebbe una sorta di preludio che gli esseri umani devono comporre in vista di una sinfonia futura, più armonica, definitiva. Tutto è quindi non completo, in via di realizzazione, in fase di formazione.

Generalmente l’uomo non è ligio come musicista ed il preludio della vita è solo abbozzato.

Da qui l’esistenza della ruota delle reincarnazioni, per permettere all’artista di ricominciare sempre di nuovo l’opera incompleta. Anche gli scritti dell’autore, compresa la presente opera, sono un preludio verso il risveglio dell’anima che già si fa sentire in quanto presenza, scritti quindi rivolti ad esseri dalle caratteristiche similari. Questo libro è dedicato ad una certa e fantomatica figura femminile, dal nome di Anita. Il frontespizio all’inizio del testo rende chiara la fonte di ispirazione del testo, non sensuale, ma platonico.

L’epilogo finale rende chiaro il motivo della dedica iniziale, capovolgendo le intenzioni romantiche messe su carte nell’introduzione.

Da sempre la donna è sinonimo di anima, e il libro è quindi un messaggio all’anima e dall’anima, per le anime. Donne famose hanno accompagnato i viaggi perigliosi di altrettanti eroi famosi del passato: Atena, Euridice, Beatrice, tanto per citarne qualcuna, sono state muse ispiratrici di diversi autori classici. La donna idealizzata è il simbolo dell’anima rinata che, quale una fata turchina, protegge, oltre ad ispirare gli eroi in cammino verso i lidi alti dell’Olimpo.

La scrittura del Duranti potremmo chiamarla “voce dal profondo”, essendo un canale interiore che si concretizza in concetti e parole, canale che trascende e travalica l’inconscio per dar viva voce all’anima superiore. Consigliabile a tutti coloro che vogliono riflettere sulle questioni dell’anima più o meno desta. Gli altri, più concreti, troveranno nell’opera un diversivo alle consuete letture, scorrevole e ben scritto, sicuramente alternativo e non usuale.

Pensieri al vento come un mandala, è un soffio di brezza che porta contenuti volatili, destinati ai cuori ricettivi. Non vuol essere un capolavoro, ma nella sua modestia testimonia quello che molti sentono ed intuiscono in questi tempi moderni turbolenti, che cioè la realtà, sicuramente, ha diverse sfaccettature e che la base della stessa vibra a profondità sconosciute ai sensi ordinari.

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