Il simbolismo gnostico e la fiaba di pinocchio

Simbolismo gnostico fiaba di Pinocchio. La celeberrima fiaba di Pinocchio è ricca di simbolismo gnostico, quindi potremmo definirla come un vero racconto ermetico, sicuramente più adatta agli adulti maturi che a dei bambini ancora persi nei loro giochi innocenti ed infantili. Facciamo notare di sfuggita che, Carlo Collodi, era un massone attivo e fedele, orientato  […]

Ottobre 2018
3 Mins Read
230 Views
Simbolismo gnostico fiaba di Pinocchio.

Simbolismo gnostico fiaba di Pinocchio.

La celeberrima fiaba di Pinocchio è ricca di simbolismo gnostico, quindi potremmo definirla come un vero racconto ermetico, sicuramente più adatta agli adulti maturi che a dei bambini ancora persi nei loro giochi innocenti ed infantili.

Facciamo notare di sfuggita che, Carlo Collodi, era un massone attivo e fedele, orientato  sull’ambizioso progetto di collaborare con il “Grande architetto dell’universo”. Ai suoi tempi non si parlava ancora di “massoneria deviata”, e le logge di allora rispettavano pienamente i principi spirituali di base di ogni genuino gruppo esoterico, cosa che ancor oggi vale per alcune “logge regolari”.

Pinocchio nasce come burattino, legato da dei fili ai voleri di Mangiafuoco.

Mangiafuoco simboleggia sia il cosiddetto demiurgo inferiore, che la figura poco conosciuta denominata in ambito esoterico “Guardiano della soglia”.

Il demiurgo non è il Dio assoluto, inconcepibile per la nostra mente ordinaria, ma incarna  la manifestazione concreta – e quindi naturale – di questa divinità metafisica non rappresentabile da nessuna raffigurazione artistica o parola.

Il primo a parlare della figura del demiurgo, è stato Platone nel suo celebre “Timeo”, a cui rimandiamo per un preciso approfondimento.

La figura del cosiddetto guardiano della soglia è più misteriosa. Rappresenta l’ultimo ostacolo che l’iniziato ai misteri esoterici deve affrontare prima di  ottenere la completa illuminazione. Le tre tentazioni nel deserto che Gesù subisce da parte del suo personale guardiano della soglia, rappresentato dalla figura di satana, indicano proprio questo passaggio fondamentale per riuscire ad eliminare in sé tutta la negatività depositata nell’inconscio.

Anche Buddha subisce, prima del suo risveglio definitivo, tre prove.

Il suo tentatore è chiamato “Mara”, una divinità paragonabile al biblico dio mondano chiamato “mammona”. Il simbolismo gnostico contenuto nella fiaba di Pinocchio, salta ben alla luce dell’occhio attento del lettore, prendendo in considerazione la figura della Fata Turchina.

Questa è una creatura divina, appartenente, per così dire, ai mondi spirituali. La Fata Turchina quindi rappresenta quella che gli gnostici chiamano “ scintilla di spirito”, e i Rosacroce classici denominano “Rosa del cuore”.

In parole povere trattasi dell’anima – spirito originale che, in latenza, come un bocciolo, tutti gli uomini portano in sé celata nelle profondità del cuore. La Fata Turchina, non punisce mai Pinocchio per le sue ingenue marachelle che lo conducono spesso in vicoli senza uscita, ma al contrario lo protegge costantemente nelle sue avventure.

Questa figura femminile positiva al massimo grado, senza ombra speculare alcuna in lei, ci rimanda al personaggio di Atena contenuto nell’Odissea. Qui, l’eroe che cerca di ritornare nella sua patria di origine, è Ulisse, costantemente ostacolato dagli dei che popolano L’Olimpo.

Ma Atena protegge Odisseo e, come la Fata Turchina per Pinocchio, questa rappresenta la sua parte divina che cerca di sbocciare pienamente attraverso le numerose prove iniziatiche a cui è sottoposto l’eroe.

Il Grillo parlante invece, simboleggia quella parte della coscienza egocentrica che potremmo definire positiva in un senso etico e morale. Pinocchio non è incline a seguire la voce del Grillo parlante, ma preferisce dar retta a Lucignolo, la controparte selvaggia ed immorale dello stesso grillo.

Il bene e il male sono cosi presenti nell’animo di Pinocchio, e si alternano vicendevolmente. E’ proficuo notare che Pinocchio, alla fine della storia, si trasforma in una creatura “vivente”, sinonimo del risveglio della sua natura Buddica, proprio grazie a questa alternanza nella sua coscienza, del bene e del male relativi.

Nel taoismo, questa dualità tipica di ogni essere e cosa che esiste sotto il sole, è indicata nel noto concetto dello Yin e dello Yang.

Al di là del bene e del male, come ipotizzò Nietzsche, vi è però “l’antichissimo Tao”, cioè il dio sconosciuto e non rappresentabile di cui parlavamo sopra, da cui ha origine la Fata Turchina, ovvero l’anima umana originale.

Il simbolismo gnostico presente nella fiaba, risulta ancor più evidente nell’episodio forse più conosciuto della storia narrata da Collodi, quella della balena. E’ noto che questa avventura di Pinocchio è direttamente paragonabile alle vicende del Biblico Giona, anche lui costretto a passare diversi giorni nel ventre del cetaceo.

La figura di Geppeto – per finire questa breve esposizione del simbolismo gnostico contenuto nella fiaba di Pinocchio – rappresenta il desiderio di conciliazione di tutti gli uomini con il nostro padre celeste.

La parabola del figliol prodigo contenuta nel vangelo, indica alla perfezione quello che Collodi vuol farci comprendere in quanto burattini chiamati a divenire dei bambini in carne ed ossa: abbandonare cioè il legame con la nostra natura inferiore egocentrica, per far ritorno ad Itaca come Ulisse ovvero, ricordarci che noi non siamo dei guardiani di porcili, ma figli del Re dei Re, il Grande Architetto dell’Universo…

Leggi anche: Pinocchio fiaba iniziatica

Exit mobile version