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La grande triade: alla scoperta dell’antica saggezza cinese

Ogni uomo è inserito nella grande triade.

Prendendo in prestito il titolo di un opera di René Guénon, parliamo della “Grande triade”. L’antica saggezza cinese parla di “cielo-terra-uomo”. Secondo i canoni di questa sapienza millenaria “Il cielo copre, la terra sostiene”, ovvero “il cielo è la perfezione attiva, la terra la perfezione passiva”. Tra questi due enti, eterni, immutabili seppur sottomessi ai capricci dello scorrere del tempo, dovrebbe inserirsi alla perfezione l’uomo.

Questa disposizione macrocosmica delle cose, si rispecchia nel microcosmo umano, ove la grande triade diventa corpo, anima, spirito. L’uomo così equipaggiato, rappresenterebbe la funzione, nella grande triade, dell’anima, così come il cielo quella dello spirito e la terra quella del corpo. Un perfetto triangolo equilatero si forma così sulla base del saggio, triangolo dai lati perfettamente armoniosi e in collaborazione tra di loro.

“Ogni uomo è inserito nella grande triade”: questa enunciazione a prima vista sembra quasi banale poiché ogni uomo è inserito nella triade terra-corpo-cielo. Ma questa saggezza antica, quando parla di uomo, intende il saggio taoista in collegamento per l’appunto con il “misterioso Tao”. Infatti la triade macrocosmica di cui parla René Guénon, alla nascita di un essere umano è sfasata, non omogenea, squilibrata.

L’uomo non si inserisce in modo armonioso nel triangolo equilatero ma nella maggior parte dei casi, sviluppa solo in modo unilaterale – ovvero in senso egocentrico – il suo corpo, rompendo sia il legame materno con la terra, sia quello paterno con il cielo. “La grande triade” esiste quindi solo a livello teorico e solamente colui che vince il suo ego, può di diritto considerarsi un lato armonioso del triangolo equilatero rappresentante lo sviluppo armonioso delle cose sotto il sole.

Generalmente l’essere umano è rivolto solamente ai beni terreni, al materialismo, alle dure zolle della terra, da cui cerca sostegno e letizia, senza però non ottenere in cambio, dolori e lacrime. Il cielo per la maggior parte degli uomini non è considerato, e a malapena qualcuno la notte, guarda ancora qualche stella o astro luminoso. L’uomo è centrato su se stesso, è “Egocentrico”, rivolto solo alla soddisfazione dei suoi bisogni primari, con la sfumatura di qualche passatempo artistico, scientifico o religioso.

Questa centratura rivolta verso se stesso, crea una frattura in seno alla grande triade e l’uomo è superficialmente ed essenzialmente rivolto verso la terra ma non considera il cielo. Inoltre, il suo interessamento alla terra, è squisitamente istintivo, non lascia agire le profondità della sua anima ma solo i suoi sensi che trovano, come detto giovamento dalle esperienze che si svolgono sotto il sole.

Lo yin e lo yang regolano ogni cosa nell’universo in cui viviamo, tutto è mosso dalla passività e dall’attività, tutto cresce tra il cielo e la terra. L’umanità, forse nell’episodio famoso della tanto nominata “caduta”, ha rotto il flusso armonioso delle cose ed ora, nel suo insieme, per lei non si può parlare di una grande triade effettiva.

Vi è da aggiungere che questa grande triade è un mezzo, non un fine!

Prima che nascesse il cielo e la terra – e di conseguenza sorgesse l’uomo – vi era un misterioso stato denominato “Tao”. Tao è il progenitore assoluto di ogni cosa, divinità comprese, antecedente ad ogni cosa creata. Tao non è mosso dallo yin e dallo yang, pur creando questo movimento dinamico in cui noi tutti viviamo. La grande triade è da intendere quindi come una “armonizzazione” dei “diecimila esseri” (allusione taoista alle creature create), con lo scopo finale di permettere all’antichissimo flusso di Tao di riempire il microcosmo della sua presenza.

Nei vangeli cristiani è ben detto che il corpo deve divenire il tempio dello spirito. L’armonizzazione macro-microcosmica tramite la grande triade, apre l’essere che la subisce all’influsso misterioso ed antichissimo dell’innominabile tao “Il tao che si nomina non è il vero tao”, così afferma il Tao te ching. Cosicché, il nostro articolo forse parla delle forze del cielo e della terra, ovvero dello yin e dello yang ma non certo dell’enigmatico “Tao”.

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