La legge della dualità simmetrica

La legge naturale della Dualità Simmetrica. Una delle più importanti leggi naturali che reggono il nostro mondo è quella della dualità simmetrica. Ogni cosa ed essere che vive sotto il sole, possiede una sua controparte complementare. Così vi è il bene ma anche il male, il giorno e la notte, il sesso maschile e quello femminile, […]

Aprile 2019
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La legge naturale della Dualità Simmetrica.

La legge naturale della Dualità Simmetrica.

Una delle più importanti leggi naturali che reggono il nostro mondo è quella della dualità simmetrica. Ogni cosa ed essere che vive sotto il sole, possiede una sua controparte complementare. Così vi è il bene ma anche il male, il giorno e la notte, il sesso maschile e quello femminile, il caldo e il freddo e così via.

L’antico simbolo taoista dello yin e dello yang, è forse l’espressione grafica più completa che mette in risalto queste forze gemelle contrapposte ma complementari. Generalmente l’essere umano vede nella dualità simmetrica due stati energetici in competizione tra di loro, scegliendo una dei due secondo l’indole personale.

Ma in realtà, ogni dualità ha come substrato l’unità assoluta.

Il vedanta non duale (Advaita Vedanta), afferma da secoli questa verità metafisica, forse difficile da comprendere e da accettare. In effetti, già Aristotele, con il suo noto concetto del “motore immobile” che dirige ogni movimento nell’universo, introduce nel pensiero filosofico una idea di “assoluto monadico”, non mosso dalla dualità simmetrica tipica del mondo esteriore.

Questo “noumeno” ultimo, nel taoismo è denominato propriamente “Tao”, più antico di ogni dio naturale. Tao muove ogni cosa, pur rimanendo in sé stesso immobile, e il gioco della dualità simmetrica è la sua espressione tangibile nel mondo manifesto. Scopo di ogni dualità, è quello di creare movimento, in modo di rinnovare ad ogni istante la realtà in cui viviamo.

Tutto scorre, diceva Eraclito, ad indicare come la legge della dualità simmetrica sia preposta al cambiamento perpetuo. 

Senza alternanza degli opposti, la vita nel nostro universo si pietrificherebbe in modo inesorabile e diverrebbe così impossibile.

Però, anche se accettiamo in modo intellettuale questa verità metafisica, siamo tutti in un certo qual senso “spaventati” dalla dualità simmetrica che regola le nostre vite poiché, nel fondo del nostro essere, aspiriamo ad una sorta di stabilità perenne, immutabile, piena di amore e bellezza.

Gli gnostici antichi risolsero questo strano anelito interiore introducendo la teoria di due universi: quello in cui viviamo attualmente, mosso dalla legge della dualità simmetrica ed un altro perfetto nella sua costituzione, retto non dalle leggi della dualità, ma dall’Amore assoluto di Dio.

Secondo le teorie gnostiche, nelle profondità più nascoste del cuore, vi sarebbe addormentata una particella di luce spirituale che proviene direttamente da questo secondo universo perfetto.

Questa dualità microcosmica, costituita dalla statura egocentrica-mortale e da un principio spirituale immortale, sarebbe alla base di ogni tentativo umano di rendere perfetto il mondo in cui viviamo. Come la storia dimostra, questa risulta essere una mera chimera ed una impresa vana proprio perché, il mondo perfetto già esiste, ma in una dimensione diversa da quella spazio-temporale retta dalla dualità simmetrica.

In effetti il nostro universo (secondo il Vedanta) è una sorta di sogno retto dalla Maya cosmica, che ci fa scambiare una corda per un serpente, per usare una figura allegorica assai nota. Anche il mito famosissimo della caverna platonica vuole indicare lo stato onirico in cui (in quanto esseri egocentrici) viviamo rinchiusi in uno spazio vitale che non è reale!

Tommaso Campanella parla delle stesse cose nella sua città del sole, così come Tommaso Moro nella sua opera “Utopia”.

Oggigiorno, questo senso di non appartenenza al nostro universo sembra essere divenuto appannaggio di molti. Il successo di film quali “Matrix”, sembrerebbe indicare una sorta di risveglio collettivo della sopracitata particella spirituale latente nel cuore, almeno in buona parte della popolazione mondiale.

Forse siamo veramente alle soglie di una nuova era, come predetto da molti ancor prima delle semplificazioni new-age tipiche dei giorni d’oggi. Ed è importante, per muoversi in modo logico ed armonioso, incominciare a studiare in noi stessi la legge della dualità simmetrica che muove ogni cosa, dirige tutti i nostri passi, ed influenza tutte le nostre aspirazioni ed azioni: come in alto così in basso, come fuori così dentro!

Se vogliamo ricercare il paradiso perduto ed introdurre nella società umana delle vere aspirazioni alla fratellanza, all’uguaglianza e alla libertà bisogna, per forze di cose, essere rivoluzionari in un senso altamente “metafisico”.

Comunque stiano le cose e tralasciando facili romanticismi, è evidente che, per trovare un vero equilibrio interiore, bisogna andare oltre la dualità, “oltre il bene e il male“ come scrisse Nietzsche.

Solo raggiungendo il fulcro dell’essere, la dualità cesserà di essere per noi una sorta di palestra costrittiva in cui gli opposti si alternano in modo brusco, divenendo così un armonica sequenza di polarità complementari mosse dall’eterno ed antichissimo Tao.

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