fbpx

Ritorno all’orto e al cibo a Km0

orto e al cibo a Km0

Cibo a Km0.

I prodotti a Km0 stanno acquisendo fascino. Si ritiene che il produttore realizzi maggiori guadagni saltando l’anello della distribuzione (e, così facendo, il consumatore possa degustare prodotti sani, freschi e di qualità a prezzi convenienti) riducendo anche l’emissione di C02 nell’ambiente grazie alla diminuzione dei trasporti.

Ma occorre ridimensionare questa visione idilliaca. Se è vero che da un lato si valorizza il rapporto di conoscenza, fiducia e promozione della produzione agroalimentare locale, dall’altro non si registra un particolare calo dei livelli di inquinamento.

Infatti, secondo uno studio condotto dal Barilla Center for Food & Nutrition in collaborazione con alcune Università italiane, l’equazione: cibo a Km0 = prodotto a basso impatto ambientale risulta semplicistica.

Utilizzando l’approccio dell’analisi del ciclo di vita, lo studio ha messo in relazione gli impatti legati al trasporto degli alimenti con quelli relativi alla loro produzione a partire dalle materie prime.

Analizzando i diversi prodotti alimentari, i trasporti si sono dimostrati rilevanti, ai fini dell’impatto, solo per i prodotti alla base della piramide alimentare e non per frutta e verdura. Addirittura si sostiene nel dossier che i prodotti a Km 0 non abbiano per forza un minor impatto ambientale.

Pertanto, pur valorizzando il settore agroalimentare locale, bisogna tener conto che si fa uso della grande distribuzione per i prodotti alla base dell’alimentazione, quindi l’impatto ambientale è inevitabile in una società globalizzata che spesso integra culture alimentari differenti.

Leggi anche: #Foodporn e Millennials: evo-rivoluzione del Cibo

Nessun commento

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Il Progresso Magazine Online Logo

 

Associazione culturale “THE PROGRESS 2.0”
Direzione-Redazione-Amministrazione
Via teatro Mercadante, 7
70022 Altamura (Ba)
mail: [email protected]

SEGUICI SU