Adidas e Nike: tra mondiali e market share

Mondiali di Russia 2018: le strategie Adidas e Nike. Quelli che tutti conoscono come due brand di scarpe ed abbigliamento sono molto più di questo. Rappresentano l’egemonia nel mondo sportivo di due colossi, uno tedesco, l’altro statunitense, che a suon di sponsorizzazioni e nuovi prodotti si danno battaglia da più da 25 anni. Ed anche […]

Luglio 2018
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Mondiali di Russia, stile artistico

Mondiali di Russia 2018: le strategie Adidas e Nike.

Quelli che tutti conoscono come due brand di scarpe ed abbigliamento sono molto più di questo. Rappresentano l’egemonia nel mondo sportivo di due colossi, uno tedesco, l’altro statunitense, che a suon di sponsorizzazioni e nuovi prodotti si danno battaglia da più da 25 anni.

Ed anche quest anno, in occasione dei Mondiali di Russia 2018, si ritorna a parlare delle due multinazionali che continuano a dominare la scena nel mondo del calcio. Fra le 32 squadre partecipanti all’ultima edizione sono ben 12 le maglie delle nazionali su cui appare il marchio Adidas  contro le 10 di Nike.

Da un lato abbiamo fra tutte Spagna, Colombia, Argentina e ovviamente Germania contro la flotta Nike capitanata da rappresentative del calibro di Brasile, Croazia e Francia. Una copertura quasi totalitaria dei continenti ma allo stesso tempo omogeneamente dislocati, segno di una battaglia a livello globale.

Quello firmato da Adidas è però un vero e proprio sorpasso sul colosso americano, vincendo la battaglia degli indumenti, oltre ad essere dal 1970 al 2030 (per il momento) anche sponsor ufficiale del pallone da gioco.

Tuttavia il primato delle calzature rimane nelle mani del marchio statunitense, che può far leva sull’immagine di grandi calciatori come Neymar, Cristiano Ronaldo e Griezmann.

Sponsorizzazioni, commercializzazioni e rafforzamento del brand sono fra le attività di maggior rilevanza per le due organizzazioni. L’azienda di consulenza Interbrand colloca Nike e Adidas nella Best Global Brands 2017 Ranking, rispettivamente al 18° e 55° posto, anche se quest’ultimo con una crescita a due digit (del 17%) rispetto al 2016. Sinonimo inequivocabile  di una scelta strategica finalizzata al rafforzamento degli asset intangibili.

Ma i due sono sopratutto protagonisti di una storia costruita su innovazioni che mettano al centro il cliente. Un’innovazione che non introduce semplicemente nuovi prodotti, ma si concretizza facendola diventare trasformazione, esperienza.

Dall’invenzione delle Air Max 1 degli anni ’80, con la suola che metteva in vista i cuscinetti d’aria sul tallone, alle ultime Adidas Parley realizzate con plastica raccolta negli oceani prima che quest’ultime raggiungano le coste.

A tutto ciò si aggiunge la partnership di Adidas con Materialise per l’utilizzo della stampa 3D nella costruzione delle suole completamente adattabili alle diverse pressioni del piede. Insomma, un mondo diverso di vedere la tecnologia, di sfruttarla, di renderla personalizzabile e capace di soddisfare i milioni di clienti.

Market share: tornando alla sfida.

Notizia degli ultimi giorni è  l’avanzata galoppante di Adidas nel nord america, terra di dominio Nike, nel quale riesce ad aumentare le vendite e di conseguenza a rafforzare il market share, registrando un tasso di crescita del 30% nell’ultimo trimestre, sorpassando il concorrente per la prima volta a casa sua. Ma come finirà la famosa diatriba?

Ed ecco che tornano i Mondiali ed il calcio, con FIFA 2026, primo mondiale errante che si disputerà fra Canada, Stati Uniti e Mexico, occasione più che appetibile per sferrare un attacco di portata rilevante in questa corsa a due. Staremo a vedere!

Per ora è la Nigeria a vincere la Coppa della maglie mondiali, che con la sua casacca riuscirà a far fruttare nelle casse Nike quasi 220 milioni di euro, una bella soddisfazione per la nazionale africana.

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