Market Abuse: il caso Marchionne

Il Market Abuse e il caso Marchionne. Market abuse, la Consob indaga sulla malattia che ha colpito Sergio Marchionne, in quanto la morte dell’a.d. di gruppo Fiat Chrysler Automobiles (Fca) ha fatto fluttuare il titolo dell’azienda in borsa. All’attenzione della Consob, autorità che regola e vigila sul mercato finanziario, sono la malattia del Marchionne e la circostanza […]

Agosto 2018
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Market Abuse: il caso Marchionne

Il Market Abuse e il caso Marchionne.

Market abuse, la Consob indaga sulla malattia che ha colpito Sergio Marchionne, in quanto la morte dell’a.d. di gruppo Fiat Chrysler Automobiles (Fca) ha fatto fluttuare il titolo dell’azienda in borsa.

All’attenzione della Consob, autorità che regola e vigila sul mercato finanziario, sono la malattia del Marchionne e la circostanza che l’azienda non ne fosse a conoscenza. Le verifiche della Consob si inseriscono nell’obbligo di valutare la trasparenza di eventi c.d. “price sensitive”, ossia che influiscono sulle fluttuazioni in borsa di un’azienda quotata.

Ed è proprio questo che è accaduto a Fca dopo la notizia della morte del suo a.d. e top manager. In questo caso la Consob dovrà accertare se la comunicazione di Fca in merito alla malattia e all’uscita del manager dal gruppo rispetti le prescrizioni, poiché in caso contrario potrebbe integrarsi un “market abuse”.

Da una sommaria valutazione, Fca avrebbe operato in maniera corretta e coerente.

Ma cosa potrebbe aver attirato l’attenzione della Consob?

Sicuramente le dichiarazioni rilasciate dall’Ospedale Universitario di Zurigo, dove il top manager di Fca è stato ricoverato, sono state rese al fine di difendersi dalle accuse di un’intervento mal riuscito.

L’Ospedale ha dichiarato che il manager «si curava da noi da oltre un anno con cadenza regolare per curare una grave malattia» e «siamo ricorsi a tutti i trattamenti più all’avanguardia».

Queste dichiarazioni hanno provocato l’immediato contro-comunicato di Fca, che ha ribadito che «per motivi di privacy sanitaria, la società non aveva conoscenza dei fatti relativi allo stato di salute del dottor Marchionne».

Fca è un grande gruppo industriale quotato in borsa e le notizie sullo stato di salute del suo a.d., soprattutto se si tratta di un manager con le grandissime capacità di Marchionne, non possono certo lasciare indifferenti gli investitori che hanno acquistato i titoli della società, siano essi i grandi fondi internazionali che i piccoli risparmiatori.

A questo punto ci si chiede se fosse dovere di Marchionne, e di riflesso anche di Fca, informare gli organi di stampa, i risparmiatori e le autorità di controllo?

Le regole in America.

Alcune risposte parziali sul market abuse le si possono trovare esaminando le norme sulle società quotate applicate nei mercati borsistici in cui il titolo Fca viene negoziato: quello americano di Wall Street e quello italiano di Piazza Affari a Milano.

L’authority che vigila sui mercati finanziari statunitensi, ossia la Sec, non impone di per sé di tenere informati gli investitori e l’opinione pubblica sulle condizioni di salute degli amministratori di un’azienda. L’informazione è, infatti, obbligatoria solo nel caso in cui i top manager a causa della malattia sono impossibilitati ad esercitare le loro funzioni e devono affidarle ad altri.

In casi come questo, il diritto alla privacy del singolo viene compresso dovendo ovviamente i possessori del titolo essere a conoscenza di chi, all’interno della società, prende decisioni rilevanti.

Un precedente in tal senso è quello del fondatore di Apple Steve Jobs che, pur non essendo obbligato dalla legge, non fece mistero di comunicare all’opinione pubblica la malattia che gli fu poi fatale.

Il market abuse in Italia.

La diffusione delle informazioni sullo stato di salute degli amministratori delle società è regolata dal Testo Unico della Finanza che ha recepito alcune norme contenute nel regolamento Ue n. 596/2014 e consentono ad una azienda di ritardare le notizie che potrebbero spingere qualcuno a manovre speculative che rischiano di danneggiare sia gli azionisti che l’azienda.

Si devono, però, verificare tre condizioni chiave, ossia che:

  • vi si sia un legittimo interesse dell’azienda che sarebbe pregiudicato se l’informazione venisse immediatamente diffusa al pubblico;
  • il pubblico non venga indotto in errore dal ritardo nella comunicazione;
  • l’azienda garantisca la riservatezza della informazione.

In questo caso a società quotata è tenuta a garantire la riservatezza delle informazioni. Quando le comunicazioni sullo stato di salute del manager vengono ritardate, deve essere compilato un Registro Insider. In esso vengono indicati tutti i soggetti, anche esterni all’azienda, che sono in possesso di informazioni riservate non ancora diffuse al pubblico.

Il fine della normativa è quello di tutelare la trasparenza e l’integrità dei mercati finanziari e la fiducia degli investitori. La legge italiana, applicando la disciplina comunitaria, suddivide gli abusi in due classi: l’abuso di informazioni privilegiate e la manipolazione del mercato.

L’abuso di informazioni privilegiate consiste nella condotta di chi, essendo in possesso di informazioni “privilegiate” a causa dei rapporti con la società emittente:

  • utilizza queste informazioni per compiere operazioni, per conto proprio o di terzi, su strumenti finanziari (c.d. insider trading);
  • comunica tali informazioni ad altri al di fuori del normale esercizio del lavoro (c.d. tipping);
  • raccomanda o induce ad altri al compimento delle operazioni sopra dette (c.d. tuyautage).

La manipolazione del mercato consiste, invece:

  • nella diffusione di informazioni false o fuorvianti sulla domanda, l’offerta o il prezzo di strumenti finanziari;
  • nell’utilizzo di artifici aventi il medesimo scopo;
  • nel compimento di operazioni simulate o nella fissazione del prezzo di uno strumento finanziario a livelli anomali o artificiali.

È previsto l’obbligo degli intermediari di segnalare alla Consob le operazioni sospettate di costituire abuso di mercato.

Si può verificare il caso di un a.d. di grande importanza per la società che si trovi in condizioni di salute talmente gravi da non poter più esercitare le sue funzioni. E’ quasi certo che la diffusione di una tale notizia possa incidere sulla quotazione del titolo.

L’azienda ha davanti a sé due possibilità: quella di rendere subito pubblica la notizia, ovvero tenerla segreta per pubblicarla contestualmente alla nomina del successore. E tanto è ciò che è accaduto con Fca, quando John Elkan ha scritto ai dipendenti per comunicare che il top manager non sarebbe tornato al lavoro solo dopo che era stato nominato, in sua vece, Mike Manley.

Tocca ora alla Consob accertare se le iniziative di Fca siano state adottate tempestivamente e che tutte le informazioni sensibili siano state fornite agli azionisti secondo le regole di trasparenza.

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