Le donne di Pablo Picasso

Picasso e il suo collezionismo. Che Pablo Picasso rappresenti da decenni il top del collezionismo di ogni Tempo è innegabile: il 7% delle compravendite annuali è attribuibile a sue opere (solo Andy Warhol lo affianca a questi livelli) e nel settore “Modern” ‘pesa’ addirittura il 17%. A differenza di molti Maestri, il Genio del XX […]

Maggio 2019
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Le donne di Pablo Picasso.

Picasso e il suo collezionismo.

Che Pablo Picasso rappresenti da decenni il top del collezionismo di ogni Tempo è innegabile: il 7% delle compravendite annuali è attribuibile a sue opere (solo Andy Warhol lo affianca a questi livelli) e nel settore “Modern” ‘pesa’ addirittura il 17%.

A differenza di molti Maestri, il Genio del XX Secolo non è che sia stato a sua volta un grande collezionista di opere altrui come, ad esempio, lo era stato Rembrandt nel campo della grafica, ma, in fatto di donne, non si può negare che sia stato molto simile all’insaziabile Minotauro (però più “parco”: in effetti, il Nostro ha sempre cercato di gestire i suoi molteplici rapporti anche contestuali con una certa tendenza all’equità) in cui spesso si è autoritratto.

Vediamo i “pezzi” principali (quelli secondari sono stati molteplici) di questa sua collezione particolare che, riprodotti su tela in opere spesso memorabili, si è dispiegata nel corso di quasi tre quarti di Secolo.

Fernande Olivier.

Pablo Picasso: “Les demoiselles d’Avignon (1907)”.

Fernande Olivier, modella francese (1904-12), amore giovanile ma fondamentale che spinse Picasso a rappresentarla in decine di opere, fra cui “Les demoiselles d’Avignon (1907)” e in “Testa di donna (1909)”.

Picasso ed Eva Guel.

Eva Guel (1012-15), ritratta, fra varie altre opere, in “Amo Eva (1912)” e in “La mia gioia (1912)”, Marcelle Humbert (il suo vero nome) morì tragicamente di tubercolosi nel 1915.

Olga Khokhlova.

Olga Khokhlova (1917-1927), ballerina russa incontrata a Roma dopo una storia fugace con Gaby Depayre (Gabrielle Lespinasse) rappresenta la storia sentimentale più importante di Picasso: la sua tecnica trasmutò dall’astrattismo dei ritratti di Eva al neoclassicismo di quelli della Khokhlova, quali “Ritratto di Olga su poltrona (1918)”“Olga in a Mantilla (1917)”. La loro unione, che diede i natali al primo figlio di Picasso, finì per i continui tradimenti del Minotauro.

Marie-Thèrése Walter.

Il Decennio successivo (1927-36), Picasso lo dedicò a Marie-Thèrése Walter, conosciuta diciassettenne quando aveva 46 anni. “Il Sogno (1932)”, “Marie-Thérèse con una ghirlanda (1937)” e “La moglie del fattore (1938)” sono le opere più importanti dedicate a questa donna, da cui ebbe la figlia Maya.

Picasso e Dora Maar.

Pablo Picasso “Joie de vivre (1946)”.

Altro cambiamento di fronte importante Picasso lo fece per la fotografa Dora Maar, fronte che renne fin quasi alla fine della Guerra. “Donna che piange (1937)”, forse la sua più grande cubista, pare ben rappresentare l’animo di Dora quando, nel 1944, il Maestro la lasciò per Françoise Gilot, modella e pittrice di 40 anni più giovane. A Françoise è dedicata, fra le altre, l’opera realizzata in Costa Azzurra “Joie de vivre (1946)”. I due ebbero due figli: Paloma e Claude.

Jacqueline Roque.

Jacqueline Roque (1953-1973), conosciuta ventisettenne a settant’anni fu l’ultima donna importante di Picasso. A differenza di Françoise Gilot, che dichiarò di essere stata l’unica sua amante riuscita ad uscire dalla storia col Maestro senza esserne distrutta, Jacqueline, pur postumamente alla morte del Genio, si suicidò. Jacqueline venne ritratta in centinaia di lavori, tra cui “Jacqueline con fiori (1954)” e “Donna seduta (Jacqueline) (1971)”.

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