Polizze assicurative sulla vita: dalle origini ai giorni nostri

Polizze assicurative sulla vita. Chissà se ci sarebbero se non ci fosse stato Lutero! Pare strano, ma Martin Lutero, mezzo Millennio fa, fu la causa della nascita delle Polizze assicurative sulla Vita. Quando, infatti, anche la Chiesa di Scozia venne inglobata nella Riforma, i suoi Pastori poterono, in effetti, sposarsi, ma la medesima Chiesa si ritrovò […]

Aprile 2018
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Polizze assicurative sulla vita: dalle origini ai giorni nostri

Polizze assicurative sulla vita.

Chissà se ci sarebbero se non ci fosse stato Lutero! Pare strano, ma Martin Lutero, mezzo Millennio fa, fu la causa della nascita delle Polizze assicurative sulla Vita.

Quando, infatti, anche la Chiesa di Scozia venne inglobata nella Riforma, i suoi Pastori poterono, in effetti, sposarsi, ma la medesima Chiesa si ritrovò contestualmente responsabile del destino delle famiglie dei Pastori in caso di morte degli stessi.

Legge di Ann.

Inizialmente, si pensò di provvedere con versamenti una tantum attraverso la cosiddetta Legge di Ann, che prevedeva fossero le Parrocchie a dover versare ai famigliari superstiti; si trattava si “provvidenze” spesso insufficienti che, oltretutto, mettevano in difficoltà l’equilibrio finanziario delle Parrocchie stesse.

A Metà Settecento, duecento anni dopo la Riforma, il problema appariva irrisolvibile, se non fosse stato per l’acume di due Pastori interessati alla Matematica.

Robert Wallace era stato il fondatore di un club edimburghese che era essenzialmente un pub dove, fra un bicchiere e l’altro, lo stesso Wallace ed il suo amico Alexander Webster risolsero, anche seguendo i suggerimenti di John Mathison e con l’interessamento successivo niente di meno che di Walter Scott, il problema delle “vedove scozzesi”.

Henry Raeburn, Sir Walter Scott (1822); olio su tela, 76.2×63.5 cm, National Gallery of Scotland, Edimburgo

Lo schema vincente di Webster e Wallace.

Webster e Wallace produssero, elaborando e mettendo in correlazione vari dati (dall’aspettativa di vita dei Pastori scozzesi ai rendimenti degli investimenti) uno schema per un fondo perpetuo che non sarebbe mai andato in insolvenza; alimentato dai versamenti di tutti i Pastori “esercitanti funzione” con l’obiettivo di costituire pagamenti sufficienti alle loro famiglie dopo la loro morte senza depauperare il fondo nel corso del tempo.

Ottenendo la consulenza anche di emeriti accademici matematici, realizzarono così le prime Tavole Attuariali; oggi ulteriormente raffinate che, da allora, hanno gettato le basi per la Previdenza il cui utilizzo, oltretutto, in quel momento storico britannico, fu particolarmente coerente alle esigenze delle tante vedove anche non di Pastori, dal momento che, con l’espansione dell’Impero britannico, moltissimi soldati morirono lasciando successori in molti casi in difficoltà economica.

Il risultato è rappresentato dal primo fondo assicurativo sulla vita al mondo.

Ancora oggi, attraverso la Società Mutua Assicuratrice da questo generata, chiamata “Scottish Widows”, attualmente di proprietà della Lloyd Bank, fra i principali protagonisti della Finanza internazionale.

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