Israele, Libano: “Nasrallah aveva accettato la tregua prima di essere ucciso”
(Adnkronos) – Il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah – pochi giorni prima di essere ucciso in un raid israeliano, venerdì scorso, a Beirut – aveva accettato una tregua di 21 giorni con Israele. Lo ha detto alla Cnn il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib. "Era d'accordo", ha detto il ministro a Christiane Amanpour. "Il […]
(Adnkronos) – Il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah – pochi giorni prima di essere ucciso in un raid israeliano, venerdì scorso, a Beirut – aveva accettato una tregua di 21 giorni con Israele. Lo ha detto alla Cnn il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib. "Era d'accordo", ha detto il ministro a Christiane Amanpour. "Il Libano aveva accettato un cessate il fuoco, ma consultandosi con Hezbollah. Il capo del Parlamento, Nabih Berri, si era consultato con Hezbollah e avevamo informato americani e francesi", ha raccontato il ministro. "Il governo libanese è pronto a schierare il suo esercito a Sud del fiume Litani, dopo il cessate il fuoco, per applicare la risoluzione 1701 dell’Onu. Hezbollah è d’accordo e la comunità internazionale ci aiuta. Dobbiamo scegliere questa strada, invece della guerra, per raggiungere i rispettivi obiettivi senza spargere altro sangue". Lo ha detto il premier libanese Najib Mikati durante una conversazione moderata da Edward Gabriel, presidente dell’American Task Force on Lebanon, pubblicata su La Repubblica. Mikati chiede agli americani di essere "equi" di guardare "chi sta violando le norme internazionali" e di sostenere "il cessate il fuoco immediato". "Durante l’Assemblea generale dell’Onu abbiamo incontrato a New York i Paesi che sostengono la tregua di 21 giorni proposta dagli Usa – ha detto – Noi l’abbiamo accettata. La risoluzione 1701 è stata violata da Israele ogni giorno, ma se siamo preoccupati per l’esplosione di una guerra regionale applicarla ora è nell’interesse di tutti". "Ho incontrato lo speaker della Camera Nabih Berri, e mi ha detto che la proposta della Casa Bianca è stata accettata da Hezbollah", ha affermato. E ha aggiunto: se l’obiettivo di Israele "è far tornare i cittadini israeliani alle loro case in sicurezza, e possiamo raggiungerlo pacificamente attraverso la diplomazia, perché scegliere invece l’opzione della guerra e del bagno di sangue?". Mikati ha raccontato di aver chiarito a Berri che "bisogna garantire l’efficienza dello Stato per assistere tutti i cittadini, soprattutto ora che ci sono molti profughi", e che "per applicare la risoluzione 1701 è indispensabile schierare l’esercito al Sud". "Terzo – ha insistito – questo è il momento di eleggere un presidente accettato da tutte le parti". In una recente riunione con i donatori sono stati chiesti 427 milioni di dollari. "Si sono impegnati a fornirne 200, con la massima trasparenza e sotto il controllo dell’Onu – ha affermato il premeir – Ora però dobbiamo reclutare ed equipaggiare le forze armate, per poterle schierare al Sud. Abbiamo mobilitato 1.500 soldati, dobbiamo arrivare almeno a diecimila". Intanto stanno continuando i raid israeliani su Beirut. E' di almeno sei morti e sette feriti l'ultimo bilancio del bombardamento aereo che ha colpito alle prime ore di oggi un palazzo nel centro di Beirut. Lo riportano i media libanesi. Israele ha confermato un raid mirato nella capitale libanese. Colpito un edificio nella zona di Bachoura, non lontano dal Parlamento. Il palazzo ospitava una struttura sanitaria affiliata a Hezbollah, riporta la Bbc, precisando che ci sono stati raid aerei nella notte anche contro obiettivi nella zona di Dahiyeh, nella periferia sud di Beirut. Un drone lanciato dal Libano è stato intercettato al largo delle coste della città di Nahariya, nel nord di Israele, rendono noto le forze israeliane (Idf). Un altro drone è finito in un'area aperta, senza fare vittime. Le Idf segnalano anche il lancio di circa 25 razzi dal Libano in direzione di Israele, alcuni dei quali sono stati intercettati. E la guerra continua anche nella Striscia di Gaza. E' stato ucciso in un raid aereo nel centro della Striscia Aziz Salha, uno degli autori del linciaggio di due riservisti israeliani a Ramallah nel 2000. Lo riferisce il Jerusalem Post che rilancia notizie della radio militare sulla base di informazioni diffuse da media palestinesi. Salha, la cui immagine con le mani sporche di sangue fece il giro del mondo, era stato scarcerato nel 2011 ed era tornato a Gaza nell'ambito dell'accordo per la liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit, ricorda il Times of Israel. Le forze israeliane (Idf) avrebbero effettuato nella notte un raid nei pressi della città siriana di Latakia. E' quanto si legge sul Times of Israel che rilancia notizie dei media siriani. Secondo media legati all'opposizione in Siria, l'obiettivo sarebbe stato un deposito di armi. La radio Sham, emittente filogovernativa, ha riferito che è stata attivata la difesa aerea per ingaggiare "obiettivi" sul mare all'altezza della regione di Latakia e poi ha dato notizia di vigili del fuoco al lavoro per domare un incendio nella città di Jable, a sud di Latakia. —internazionale/[email protected] (Web Info)
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