SENSO: Carlo Rea

SENSO | Carlo Rea Mostra a cura di Bruno Corà. GALLERJA – Roma – Via della Lupa 24. 2 aprile – 25 maggio. Sospesa tra scienza e trascendenza: Senso. Raffinata sintesi di un’elaborazione emersa nel ciclo evolutivo dell’artista e musicista Carlo Rea, capace d’infrangere il sofisma dell’arte e fare il punctum: pittura, scultura, tempo. Idioma […]

Aprile 2019
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Carlo Rea Spore gesso a muro 2019 dimensioni ambientali - Il Progresso Magazine

SENSO | Carlo Rea

Mostra a cura di Bruno Corà.

GALLERJA – Roma – Via della Lupa 24.

2 aprile – 25 maggio.

Sospesa tra scienza e trascendenza: Senso. Raffinata sintesi di un’elaborazione emersa nel ciclo evolutivo dell’artista e musicista Carlo Rea, capace d’infrangere il sofisma dell’arte e fare il punctum: pittura, scultura, tempo. Idioma trasversale di cui s’invaghisce e diviene tõpõs con le sue congeniali ‘spore’ – forme modellate – affiorate su di eleganti superfici monocrome.

L’incipit deriva in parte dalla filosofia minimalista di Enrico Castellani con il quale l’artista entra in contatto. Ma, dalle forme ‘Shaped canvas’ di Castellani, Rea coglie solo la sintesi nella logica pieno-vuoto, luce-ombra.

Gallerja.

La ricerca dell’artista va a ritroso nel tempo e s’annoda al fascino dell’agire sulla materia cruda in modo istintuale. E nella sperimentazione approda alle ‘spore’ scolpite e innestate come le sperimentali ‘sporgenze’ di colta matrice trecentesca, riferito a quei primi timidi tentativi d’invenzione giottesca, quando germinavano nembi di gesso assunti a interrompere la monotonia delle pareti per scolpire il vuoto come spazio esteriore, interiore e mentale.

Ma se volessimo disquisirne sottilmente Carlo Rea prima di arrivare alla estrema sintesi con le contemporanee spore, passa anche attraverso le stranezze dell’Arte del Seicento; Comprese quelle della musica.

Cosicché quelle forme, di origine arcaica e antropomorfa, modellate sapientemente colgono anche le estroversioni di bizzarre decorazioni barocche con elementi estroflessi ai quali gli introflessi fanno da contrappunto.

Nelle opere: Spore nere, Spore bianche, Spore azzurre, evidenti sono le tracce di un vissuto filtrato e restituito  nell’estrema stilizzazione.

Nell’eclettismo della ricerca l’appellativo ‘Senso’ concede alla sfera emozionale, percettivo-relazionale, la libertà da qualsivoglia dettatura e partitura. Ci narra la transumanza delle coscienze, il peregrinare di un pensiero, mappa le umane inquietudini; e l’osservatore intrigato sa ben cogliere da quelle forme significati altri.

Spore.

Carlo Rea – Spore (grigio 2016, bianco 2016, azzurro 2019).

E nelle riservate cavità si ripete la cadenza, si ri-percorre la ritualità dell’azione corale e ritmata, si leggono gesta incastonate nella caducità dell’esistenza. Mentre la luce s’insinua nelle forme e conduce l’occhio su appigli visivi intenti a catturare l’infatuato plasticismo.

Se il Senso delle spore è quello di suscitare ogni volta nuove emozioni permeando la texture della pelle, Carlo Rea vanifica la distanza tra natura spirituale e natura materiale per giungere alla suggestione dell’immateriale su cui permanere in una reflexio e incubare stimoli, pulsioni, pensieri in bilico tra conscio e inconscio di junghiana natura.

Mentre, affidate alle generose campiture piane, anonime, atemporali, sono le desolate atmosfere metafisiche; esaltando altresì il dialogo tra luce e spazio, con la prima che si riverbera sulle spore e altre spore ancora, ingentilite, aggraziate nella delicatezza formale e filosofica dell’intera composizione.

E se l’ombra è il silenzio, che scava e s’affonda nelle cavità analitiche che s’assottigliano giungendo all’astrazione, all’infinito, il simbolismo rimanda alla caducità dell’essere. Nella sottrazione, nell’assenza, la pausa scultorea circoscrive frammenti di vuoto di sensibile gusto estetico, funzionale, subliminale.

Spore – costituite di impasti di gesso, argilla, colle, tempere e pigmenti plasmati in atelier e site specific a Gallerja.

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