Carlo Rea - Spore - gesso a muro, 2019, dimensioni ambientali
Carlo Rea - Spore - gesso a muro, 2019, dimensioni ambientali
Source:
SENSO | Carlo Rea
Spore (grigio 2016, bianco 2016, azzurro 2019)
Carlo Rea - Spore (grigio 2016, bianco 2016, azzurro 2019)
Source:
SENSO | Carlo Rea
Carlo Rea - Spore (azzurro) - impasto a base di gesso e pigmenti su tela, 2018-2019, 200x200 cm
Carlo Rea - Spore (azzurro) - impasto a base di gesso e pigmenti su tela, 2018-2019, 200x200 cm
Source:
SENSO | Carlo Rea
Gallerja 1
Gallerja
Source:
SENSO | Carlo Rea
Gallerja 2
Gallerja
Source:
SENSO | Carlo Rea
20190406_120251
Carlo Rea - Omaggio a Jannis
Source:
SENSO | Carlo Rea
Dettaglio - Spore (bianco 2016)
Carlo Rea - Dettaglio - Spore (bianco 2016)
Source:
SENSO | Carlo Rea
Dettaglio - Omaggio a Jannis
Carlo Rea - Dettaglio - Omaggio a Jannis
Source:
SENSO | Carlo Rea
Spore bianche su parete
Carlo Rea - Spore bianche su parete
Source:
SENSO | Carlo Rea
Mostra a cura di Bruno Corà
GALLERJA – Roma – Via della Lupa 24
2 aprile – 25 maggio
Sospesa tra scienza e trascendenza: Senso. Raffinata sintesi di un’elaborazione emersa nel ciclo evolutivo dell’artista e musicista Carlo Rea, capace d’infrangere il sofisma dell’arte e fare il punctum: pittura, scultura, tempo. Idioma trasversale di cui s’invaghisce e diviene tõpõs con le sue congeniali ‘spore’ – forme modellate – affiorate su di eleganti superfici monocrome.
L’incipit deriva in parte dalla filosofia minimalista di Enrico Castellani con il quale l’artista entra in contatto. Ma, dalle forme ‘Shaped canvas’ di Castellani, Rea coglie solo la sintesi nella logica pieno-vuoto, luce-ombra.
Gallerja
La ricerca dell’artista va a ritroso nel tempo e s’annoda al fascino dell’agire sulla materia cruda in modo istintuale. E nella sperimentazione approda alle ‘spore’ scolpite e innestate come le sperimentali ‘sporgenze’ di colta matrice trecentesca, riferito a quei primi timidi tentativi d’invenzione giottesca, quando germinavano nembi di gesso assunti a interrompere la monotonia delle pareti per scolpire il vuoto come spazio esteriore, interiore e mentale.
Ma se volessimo disquisirne sottilmente Carlo Rea prima di arrivare alla estrema sintesi con le contemporanee spore, passa anche attraverso le stranezze dell’Arte del Seicento; Comprese quelle della musica.
Cosicché quelle forme, di origine arcaica e antropomorfa, modellate sapientemente colgono anche le estroversioni di bizzarre decorazioni barocche con elementi estroflessi ai quali gli introflessi fanno da contrappunto.
Nelle opere: Spore nere, Spore bianche, Spore azzurre, evidenti sono le tracce di un vissuto filtrato e restituito nell’estrema stilizzazione.
Nell’eclettismo della ricerca l’appellativo ‘Senso’ concede alla sfera emozionale, percettivo-relazionale, la libertà da qualsivoglia dettatura e partitura. Ci narra la transumanza delle coscienze, il peregrinare di un pensiero, mappa le umane inquietudini; e l’osservatore intrigato sa ben cogliere da quelle forme significati altri.
Spore
Carlo Rea – Spore (grigio 2016, bianco 2016, azzurro 2019)
E nelle riservate cavità si ripete la cadenza, si ri-percorre la ritualità dell’azione corale e ritmata, si leggono gesta incastonate nella caducità dell’esistenza. Mentre la luce s’insinua nelle forme e conduce l’occhio su appigli visivi intenti a catturare l’infatuato plasticismo.
Se il Senso delle spore è quello di suscitare ogni volta nuove emozioni permeando la texture della pelle, Carlo Rea vanifica la distanza tra natura spirituale e natura materiale per giungere alla suggestione dell’immateriale su cui permanere in una reflexio e incubare stimoli, pulsioni, pensieri in bilico tra conscio e inconscio di junghiana natura.
Mentre, affidate alle generose campiture piane, anonime, atemporali, sono le desolate atmosfere metafisiche; esaltando altresì il dialogo tra luce e spazio, con la prima che si riverbera sulle spore e altre spore ancora, ingentilite, aggraziate nella delicatezza formale e filosofica dell’intera composizione.
E se l’ombra è il silenzio, che scava e s’affonda nelle cavità analitiche che s’assottigliano giungendo all’astrazione, all’infinito, il simbolismo rimanda alla caducità dell’essere. Nella sottrazione, nell’assenza, la pausa scultorea circoscrive frammenti di vuoto di sensibile gusto estetico, funzionale, subliminale.
Spore – costituite di impasti di gesso, argilla, colle, tempere e pigmenti plasmati in atelier e site specific a Gallerja.
Mariaimma Gozzi è un critico d'arte di raffinato senso estetico. Elegante ed estroverso il linguaggio che la contraddistingue nell'indagine concentrata sul mondo dell'Arte Contemporanea. Eclettica e sensibile vive a stretto contatto con gli artisti nei loro studi in modo da conoscere sin dalla fase embrionale il processo creativo che risiede nell'opera d'arte. Autrice di numerosi articoli, testi critici e interviste a personaggi di spicco dell'arte, della cultura e della politica per la Rivisita d'Arte, Cultura e Scienza EQUIPèCO, per Il PROGRESSO Magazine e per la rivista MONDO ARTE. Numerose sono le Curatele di Mostre in Italia e all'Estero e di curatele per Gallerie prestigiose e di peso internazionale. Inizialmente intraprende una carriera votata all’architettura, in cui determinate è la vicinanza allo zio - l' ingegnere Barnaba Gozzi - edificante modello di professionalità, già Cavaliere del Lavoro. La personalità ecclettica la conduce a viaggiare per lavoro e a frequentare l'ambiente culturale europeo del teatro, della letteratura, della musica e dell'arte sviluppando proprio verso quest'ultima una passione esclusiva. Preziosa è la formazione all’Accademia Belle Arti di Roma; allieva di docenti protagonisti dell’arte del ‘900: Maria Teresa Benedetti, Giovanna Dalla Chiesa, Armando Nobili, Francesco Cosentino. E più avanti nel tempo emerge irruente la passione in particolare per la Storia dell’Arte, approfondisce gli studi frequentando la facoltà di Storia dell’Arte all’Ateneo di Tor Vergata, conseguendo la Laurea Magistrale. Allieva di docenti protagonisti dell’arte del XXI sec.: Barbara Agosti, Maria Beltramini, Simonetta Prosperi Valenti, Franco Gallo; Attualmente vive a Roma. Formazione : Università Tor Vergata, Roma - Laurea Magistrale di Storia dell’Arte Accademia Belle Arti di Roma - Laurea di Scenografia Liceo Artistico - Roma Contatti : e-mail : [email protected] Sito Uff. : www.mariaimmagozzi.it