fbpx

Route 66: un viaggio lungo la mitica strada che attraversa gli USA

Il simbolo delle highways diventa la Route 66.

Il simbolo delle highways diventa la Route 66.

“Incontrai Dean per la prima volta dopo la separazione da mia moglie. Mi ero appena rimesso da una seria malattia della quale non vale la pena di parlare, se non perché aveva a che fare con quella separazione avvilente e penosa e con la sensazione di morte che si era impadronita di me. Con l’arrivo di Dean Moriarty cominciò quella parte della mia vita che si può chiamare la mia vita sulla strada.” Sulla strada, Jack Kerouac.

Questo è forse uno degli incipit più famosi della letteratura americana. Negli anni 50 diventa il manifesto di un’intera generazione, quella Beat, di Kerouac appunto, Allen Ginsberg e William Burroughs tra gli altri. Kerouac con il suo libro cult On the road ha alimentato il mito del viaggio sulle highways americane, simbolo di fuga, evasione e avventura non solo per una “gioventù bruciata” ma anche per quelle a venire.

E’ una vecchia signora la Route 66, ovvero la United States Route 66. Sterminata distesa d’asfalto, viene aperta al traffico nel lontano 1926 e ancora oggi è riportata sulle mappe stradali americane e indicata come Historic Route 66. Un percorso lungo 3.945 Km. E’ stata sostituita, insieme ad altre vie di collegamento, dall’Interstate Highway System. Attraversa l’Illinois, dove nasce il Missouri, il Kansas, il Texas, il Nuovo Messico, l’Arizona e la California dove termina il suo percorso lungo ben 3.945 Km.

In passato la Route 66 viene utilizzata come via di comunicazione per raggiungere le regioni settentrionali degli Stati Uniti e negli anni 30 alimenta l’economia delle cittadine che attraversa.  Nel corso degli anni la Route 66 diventa una delle strade degli USA più conosciute tra gli appassionati di viaggi on the road, ma non solo. Non esiste traversata in auto più iconica e sentimentalmente potente di quella che passa dalla Route 66. 

Diventa talmente famosa che viene definita con diversi nomi: Will Rogers Highway, Main Street of America e addirittura Mother Road, ovvero Strada Madre. Taglia otto Stati, Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, Nuovo Messico, Arizona e California, e ben tre fusi orari.

Da nord a sud attraverso gli USA.

Inizia a Chicago la mitica Route 66, all’angolo tra la Michigan Avenue e l’Adams Avenue. A Chicago tutto parla di lei, esistono migliaia di cartelli che indicano l’inizio della storica strada. La cartina geografica della Mother Road con i luoghi più suggestivi da visitare si trova in ogni pub, ristorante e motel presenti sul suo percorso. Partendo da Chicago e arrivando a Los Angeles, attraversa quasi esclusivamente piccole città di provincia ed è dunque l’esaltazione della vera natura americana. 

Viene cantata da Nat King Cole nella hit del 1946 “Get Your Kicks on Route 66”, da  Chuck Berry e dai Rolling Stones. Nessun’altra strada al mondo ha lo stesso fascino della Route 66: uno dei sogni di milioni di persone che vogliono visitare gli Usa è proprio quello di attraversarla da un capo all’altro in moto o su una decappottabile. Una sensazione straordinaria e spesso inspiegabile quella che viene celebrata in canzoni simbolo come “Running on Empty” di Jackson Browne o “Road to Nowhere” dei Talking Heads.

Se accendi la radio mentre la percorri puoi farti accompagnare durante il viaggio dalle note distinte della musica Country, dall’Hard Rock o dal Jazz trasmesso dalle emittenti radio locali. La Route 66 diventa soprattutto testimone delle grandi migrazioni verso Ovest degli americani che rimangono senza casa e lavoro dopo il “Dust Bowl”, ovvero le tempeste di sabbia che colpiscono gli Stati Uniti centrali fra il 1931 e il 1939. 

Proprio come accade alla famiglia Joad di “Furore”, il bellissimo romanzo di John Steinbeck, che abbandona l’Oklahoma per tentare la fortuna all’Ovest. Costoro intraprendono a bordo di un autocarro un lungo viaggio lungo la Route 66 verso la California. La Route 66 viene completata nel 1938 e segna la prosperità di molte delle città che attraversa, oggi solo in chiave turistica, un tempo anche sotto il profilo commerciale. 

Il declino della Route 66.

Negli anni prima e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Route 66 continua a essere percorsa sempre più (tanto che alcuni tratti vengono ampliati a quattro corsie). Quando nel 1956 il presidente Dwight Eisenhower firmò il Federal-Aid Highway Act (Atto per l’aiuto federale per le autostrade) iniziò il suo declino. Impressionato dalla rete viaria tedesca, vista dopo aver occupato la Germania alla guida degli Alleati, Eisenhower decide di realizzare un sistema simile anche negli States.

L’obiettivo è quello di muoversi da uno stato all’altro senza soste, favorendo così anche lo spostamento di truppe in caso di necessità. Tratto dopo tratto, la Route 66 viene abbandonata a favore di percorsi più veloci sino a quando nel 1985 viene tolta definitivamente dal sistema delle highway. Lungo i tratti ancora percorribili della Mother Road potete anche trovare ristoranti storici. A Victorville, in California, non lontano dal museo della Route 66 trovate l’Emma Jean’s Holland Burger Cafe e il succulento “patty melt”, hamburger con formaggio fuso. 

Il Mitla Cafe a San Bernardino ha aperto nel 1937 e ancora oggi serve piatti classici come il Menudo fatto in casa, una zuppa messicana tradizionale. Non distraetevi, o rischiate di perdervi luoghi storici dell’iconica Route 66, come le camere a forma di tende indiane del Wigwam Motel a San Bernardino. Attualmente la Route 66 rischia grosso a causa dei tagli federali imposti da Donald Trump

Infatti, fra due anni scadrà il National Route 66 Corridor Preservation Program, la legge federale che dal 1999 ne assicura i finanziamenti per tutto quello che riguarda la tutela e il restauro delle storiche attrazioni che si incrociano lungo il suo percorso, così come gli aspetti più pittoreschi, dai cartelli agli alberghi fino alle strepitose stazioni di servizio.

Termina in California la Route 66, a pochi chilometri dalle spiagge di Santa Monica, lambite dalle grosse onde dell’oceano Pacifico, dopo aver lasciato nel cuore e negli occhi degli intrepidi viaggiatori emozioni irripetibili. “Route 66 End of the Trail“.

Leggi anche: L’opportunità nell’inopportuno Trump

1 Comment

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Il Progresso Magazine Online Logo

 

Associazione culturale “THE PROGRESS 2.0”
Direzione-Redazione-Amministrazione
Via teatro Mercadante, 7
70022 Altamura (Ba)
mail: [email protected]

SEGUICI SU