Beetlejuice Beetlejuice: il grande ritorno di Tim Burton
Lo spiritello anarchico torna a far ridere grazie a Burton trentasei anni dopo. “Beetlejuice Beetlejuice” è il nuovo film di Tim Burton, sequel di “Beetlejuice – Spiritello porcello” (1988), diretto dallo stesso regista. Presentato in anteprima assoluta il 28 agosto 2024, è il film d’apertura fuori concorso della 81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. […]
Lo spiritello anarchico torna a far ridere grazie a Burton trentasei anni dopo.
“Beetlejuice Beetlejuice” è il nuovo film di Tim Burton, sequel di “Beetlejuice – Spiritello porcello” (1988), diretto dallo stesso regista. Presentato in anteprima assoluta il 28 agosto 2024, è il film d’apertura fuori concorso della 81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il lungometraggio è nei cinema dal 5 settembre.
Trama del film e Cast del lungometraggio.
Trentasei anni dopo gli eventi del primo film, la famiglia Deetz torna a casa a Winter River dopo l’inaspettata morte di Charles Deetz. La vita di Lydia viene sconvolta quando la figlia adolescente ribelle, Astrid, scopre il misterioso modello della città in soffitta e il portale per l’Aldilà viene accidentalmente aperto, liberando lo spiritello.
Il gruppo di attori è formato dalle grandi star già presenti nel primo capitolo e celebrità nuove. Esse sono: Michael Keaton, Winona Ryder, Jenna Ortega, Catherine O’Hara, Monica Bellucci, Willem Dafoe, Justin Theroux, Burn Gorman, Santiago Cabrera, Danny DeVito, Sami Slimane, Amy Nuttall.
Tim Burton rivisita il suo mondo gotico.
Beetlejuice è il famoso e carismatico bio-esorcista che, se nominato tre volte, lui arriva. Questo elemento in scrittura è il segnale che Tim Burton aveva una gran voglia di portare alla luce questo suo personaggio e, dopo trentasei anni, ci riesce. Quindi, s’impegna a rimettere insieme quelle parti del mondo gotico e dark che lo hanno reso il grande regista conosciuto e amato da tutti. Con “Beetlejuice Beetlejuice”, Tim Burton comunica al pubblico quanto si sia divertito nel girare questo film, riportando in immagini tutte le particolarità e le idee tipiche del suo stile e del suo umorismo caratteristici.
Per esempio, ci sono tutti i dettagli appartenenti agli anni ’80, come i vinili, i libri, i programmi televisivi e i walkman. Quest’opera, inoltre, è piena di omaggi, battute folgoranti e scene splatter. Il regista, poi, ha messo insieme spettri, canzoni di cattivo gusto di Danny Elfman e, soprattutto, guerre tra generazioni diverse di donne. Non mancano gli emarginati, i freaks e gli elementi fatti in casa. Tutto questo porta un po’ di nostalgia, ma c’è spazio anche per una critica nei confronti dell’attualità, soprattutto, verso gli influencer.
Un sequel nostalgico tra pregi e difetti.
“Beetlejuice Beetlejuice”, però, ha anche degli aspetti più deboli, come la sceneggiatura di Alfred Gough e Miles Millar. Tim Burton, infatti, ha voluto raccontare diverse storie disordinate e far conoscere molti personaggi e lo ha fatto con un po’ di caos, squilibrio tra comicità e horror, facendo perdere il ritmo e il tono nella parte centrale. Anche tutti i personaggi, nonostante siano interessanti, non riescono a farsi notare come meritano. Questi ultimi, infatti, sembrano non avere la stessa intensità e la stessa energia del primo capitolo, la loro personalità non sembra chiara, ma un po’ imbastita.
E tutto questo porta lo spettatore a non mettersi totalmente nei loro panni. Lo stesso Beetlejuice non appare ribelle e buffone come nel film dell’88. È vero che l’opera è piena di gag divertenti e demenziali tipiche del primo film, ma ci sono, però, battute che sembrano forzatamente spiritose, carenti di grinta. “Beetlejuice Beetlejuice”, quindi, si può definire un lungometraggio nostalgia, un po’ fan service che, però, non riesce a portare novità. Tanto di cappello a Tim Burton, però, che sembra davvero abbia creduto in questo sequel, per lui, di certo, molto importante.
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