Dracula di Netflix: l’azzardato all-in di Moffat e Gatiss

Dracula su Netflix, di Moffat e Gatiss in onda dal 4 Gennaio 2020 vince ma non convince.  Gli indici di ascolto delle tre puntate della miniserie sono notevoli ma il giudizio dei critici non è dei migliori. Il soggetto originale: Dracula di Netflix si ispira all’omonimo romanzo di Bram Stoker. Si tratta di quello che è […]

Gennaio 2020
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Dracula su Netflix, di Moffat e Gatiss in onda dal 4 Gennaio 2020 vince ma non convince. 

Dracula su Netflix, di Moffat e Gatiss in onda dal 4 Gennaio 2020 vince ma non convince. 

Gli indici di ascolto delle tre puntate della miniserie sono notevoli ma il giudizio dei critici non è dei migliori. Il soggetto originale: Dracula di Netflix si ispira all’omonimo romanzo di Bram Stoker. Si tratta di quello che è considerato il romanzo gotico per eccellenza, insomma uno dei manuali del genere Horror, caposaldo di un intero secolo.

Provare a riscrivere una storia del 1897 è sicuramente una scelta molto coraggiosa ma al tempo stesso un grande azzardo, soprattutto se ci si concede un po’ troppa libertà nel rielaborare gli sfoghi della propria fantasia. Mettere mano ad un testo sacro della letteratura, che ha radici nella cultura popolare e nell’immaginario collettivo che ha ben chiaro il personaggio e la classica storia del conte Dracula, non è una sfida semplice né da prendere alla leggera.

Gli sceneggiatori, Moffat e Gatiss, non sono di certo dei novellini e non mancano di popolarità, avendo lavorato alle amatissime serie “Sherlock” e “Doctor Who” la cui tecnica narrativa e lo stile si ritrovano appunto anche in Dracula.

Il loro tentativo ha però una falla importante, un handicap iniziale da non trascurare: andare a toccare la trama e la leggenda di Dracula, adattandola al moderno, può essere paragonato al tentativo di ridipingere la Cappella Sistina. E’ insomma molto rischioso e se non ti riesce bene rischi una bella dose di fischi.

La rielaborazione di Moffat e Gatiss.

Il rimpasto di Dracula di Netflix da parte di Moffat e Gatiss prende vita in una miniserie composta da 3 puntate di 90 minuti ciascuna che danno più l’idea d’essere una Trilogia di Film piuttosto che una serie. Sarebbe stato sicuramente più utile aumentare il numero delle puntate e diminuirne la durata. Ciò avrebbe reso il prodotto finale più fruibile considerati i tempi attuali d’attenzione dello spettatore medio.

Dei tre episodi, il primo è sicuramente quello più riuscito e convincente. Purtroppo nei successivi si ha l’impressione che la forza narrativa venga via via scemando. Il climax discendente culmina nel finale dell’ultima puntata. Proprio mentre ci si aspetta il tocco geniale, la chiave di volta che giustifichi l’intera serie, ci si trova invece davanti ad un finale piuttosto banale, sicuramente non ovvio ma per nulla convincente.

Se nel romanzo di Bram Stoker viene descritta la lotta tra il bene ed il male, tra protagonista ed antagonista, nella serie “Dracula” di Netflix assistiamo alla lotta di un Dracula umanizzato e a tratti modernizzato contro se stesso. Un Dracula che combatte con i propri limiti, credenze comuni sulle sue debolezze così tanto diffuse da aver convinto lui stesso della loro veridicità.

Il vero protagonista della serie è proprio il conte Dracula. Gli altri personaggi per quanto contribuiscano alla sua formazione, siano sue prede o vi abbiano in qualche modo a che fare, sono quasi totalmente ininfluenti in merito al suo destino.

Il cast di Dracula.

La figura centrale del Dracula di Netflix, quella che tiene lo schermo e regge probabilmente l’intera serie è Claes Bang. Bang rappresenta un Dracula saccente, freddo, profondamente edonista nella sua sete di vita e con una marcata dose di sensualità e malizia.

Una sensualità molto particolare che non riguarda i canoni tipici dell’accoppiamento umano ma che consiste nel prosciugare le vittime attingendone il sangue e con esso la conoscenza e le esperienze personali. L’interpretazione di Claes Bang è formidabile e affascinante ma avrebbe reso molto di più all’interno di una trama sviluppata meglio. La serie Dracula di Netflix infatti lascia un senso di incompiuto e superficiale al termine della visione.

L’altro personaggio di spicco è Dolly Wells nella doppia veste di sorella Agatha Van Helsing e dottoressa Zoe Van Helsing. La sua performance è notevole ma il personaggio cinico, ironico e profondamente attratto dall’esoterismo e dal male non fa altro che puntare i riflettori ancor di più su Dracula. Se il troppo storpia, Gatiss e Moffat hanno forse calcato un po’ troppo la mano sui dialoghi pungenti affidati a Dolly Wells facendola risultare in molti punti fastidiosa e antipatica.

Giudizio finale.

Il Dracula di Netflix e della coppia Gatiss – Moffat non è un cattivo prodotto ma sin dalla prima puntata crea delle aspettative nel pubblico che non vengono poi soddisfatte nelle altre due puntate. Si ha l’impressione che i due sceneggiatori abbiamo voluto fare il passo più lungo della gamba, tentando un all-in azzardato e malriuscito o riuscito soltanto in parte.

La loro rielaborazione della storia può convincere un certo tipo di pubblico, quello abituato al cinema fatto sui canoni di Doctor Who e Sherlock, ma non i palati più raffinati, gli amanti del genere horror alla costante ricerca del brivido puro.

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