Palazzina LAF: i dipendenti relegati e dimenticati

Palazzina LAF: la misteriosa storia di LAF nell’IlVA di Taranto. “Palazzina LAF” – Michele Riondino fa il suo debutto come regista (e sceneggiatore) con un film che presenta una solida base sociale e riflessi bizzarri e infuriati che richiamano alla mente “La classe operaia va in paradiso” di Elio Petri. Nell’assurdità del contesto condominiale, è […]

Ottobre 2023
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Palazzina LAF: la misteriosa storia di LAF nell’IlVA di Taranto.

“Palazzina LAF”Michele Riondino fa il suo debutto come regista (e sceneggiatore) con un film che presenta una solida base sociale e riflessi bizzarri e infuriati che richiamano alla mente “La classe operaia va in paradiso” di Elio Petri. Nell’assurdità del contesto condominiale, è impossibile non scoppiare in risa, anche se pervasa da una disperazione amara. L’opera è presente nella sezione Grand Public della 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma. La pellicola uscirà nelle sale cinematografiche il 30 novembre 2023.

Trama del film.

La sigla LAF corrisponde a “Laminatoio a freddo”. Negli anni ’90, presso la struttura denominata LAF, i proprietari e i dirigenti dell’ILVA di Taranto decisero di relegare i dipendenti che si erano opposti alla “modifica” del loro contratto, ovvero al loro declassamento a lavoratori manuali. Poiché non potevano licenziarli, li destinavano alla LAF, dove non avevano compiti specifici. Alcuni si sedevano sulle scale, altri ballavano, mentre altri ancora giocavano. Questa situazione generava frustrazione e delusione, con occasionali tentativi di denuncia e sospetti di spionaggio.

Il film in questione narra la vicenda di Caterino, un individuo semplice e dai modi bruschi, facente parte della classe operaia impiegata presso l’ILVA. Quest’uomo risiede in una masseria ormai decaduta e sogna con la sua compagna di trasferirsi in città. Quando i dirigenti aziendali decidono di usarlo come informatore, incaricandolo di identificare i lavoratori da licenziare, Caterino diventa l’ombra dei suoi colleghi e partecipa agli scioperi solo per denunciarli.

La sua richiesta di trasferimento alla Palazzina Laf si rivelerà un’inaspettata scoperta, poiché si renderà conto che ciò che credeva essere un luogo paradisiaco nasconde in realtà una sofisticata strategia volta a minare psicologicamente i dipendenti fino a spingerli a dimettersi o accettare ruoli inferiori. Nel frattempo, a sue spese, scoprirà che da quell’incubo non c’è via di fuga.

Cast della pellicola.

Un elemento molto importante di “Palazzina LAF” è la presenza di attori sorprendenti e molto espressivi. Loro sono Michele Riondino, Elio Germano, Vanessa Scalera, Domenico Fortunato, Gianni D’Addario, Anna Ferruzzo e Paolo Pierobon.

Il racconto della complessa situazione dell’ILVA.

L’inizio suggestivo di “Palazzina LAF” introduce immediatamente uno dei tristi aspetti che coinvolgono la delicata situazione relativa all’ILVA di Taranto. Michele Riondino, durante la conferenza stampa, ha enfatizzato il suo notevole impegno nel diffondere i principali dettagli relativi alla trasformazione della fabbrica dopo gli eventi legati alla Palazzina. 

Il regista ha spiegato l’arduo processo di selezione tra tutte le testimonianze e gli elementi che aveva raccolto. Era cruciale per lui raccontare gli eventi con accuratezza. Ha incluso la storia vera dell’abbattimento di 1600 pecore provenienti da otto masserie tra Taranto e Statte, le quali erano state contaminate dalla diossina emessa dal complesso siderurgico. Si è sforzato di narrare questa vicenda senza ricorrere a retorica.

Il triste surrealismo che genera ilarità.

Il co-autore del copione del film “Palazzina LAF”, Maurizio Braucci, ha dichiarato ai giornalisti che insieme a Riondino ha dedicato molto impegno a esplorare l’aspetto surreale dell’intera situazione. Questo approccio era necessario per narrare in maniera accurata gli eventi straordinari che si verificavano nella fabbrica, in particolare nella Palazzina. Di conseguenza, il regista ha scelto di incarnare il personaggio di Fantozzi al fine di mettere in evidenza le peculiarità di Caterino. 

Michele Riondino ha alterato il suo aspetto per incarnare Caterino. E sembra che il personaggio abbia profondamente influenzato il suo comportamento, poiché attraverso le sue espressioni, gesti e modalità comunicative, ha saputo incanalarne l’essenza. Da notare è la scena in cui Lamanna fa il suo ingresso nella Palazzina LAF per la prima volta: il suo volto riflette una combinazione di terrore e stupore, trasportandoci quasi in un mondo surreale.

Anche Elio Germano ha conseguito una notevole trasformazione, consegnando una performance impeccabile nel ruolo di un individuo losco e poco onesto. Dovremmo anche menzionare la straordinaria fotografia e il superbo montaggio sonoro. L’abilità di mescolare il costante suono di acciaio con i sospiri affannati di chi soffre è stata una mossa di alto livello.

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