Te l’avevo detto: toccanti storie di ansia e dipendenze
Te l’avevo detto: quando il caldo eccessivo surriscalda l’emotività umana. “Te l’avevo detto” è il nuovo film di Ginevra Elkann, presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e ora alla 18ª Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public. Si tratta di una commedia tragica, stravagante, malinconica e impregnata di inquietudine. Ginevra […]
Te l’avevo detto: quando il caldo eccessivo surriscalda l’emotività umana.
“Te l’avevo detto” è il nuovo film di Ginevra Elkann, presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival e ora alla 18ª Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public. Si tratta di una commedia tragica, stravagante, malinconica e impregnata di inquietudine. Ginevra Elkann, dopo il debutto con “Magari”, scrive questo suo secondo film con Chiara Barzini e Ilaria Bernardini.
Trama del film.
“Te l’avevo detto” è ambientato a Roma, nei primi giorni di gennaio, quando le abitazioni ancora brillano con le decorazioni natalizie sugli alberi. Inaspettatamente, una strana ondata di calore colpisce la città, causando un graduale aumento delle temperature fino a raggiungere i 30 gradi. Con il persistere del caldo, emergono crescenti ansie e nevrosi nei protagonisti della storia.
Gianna, profondamente religiosa, Pupa, pornostar in declino, Bill, prete italo-americano ex-tossicodipendente, l’attrice Caterina, che lotta contro l’alcolismo e cerca la custodia del figlio affidato all’ex marito. Tutti sono prigionieri di questo caldo opprimente e delle rispettive dipendenze.
Cast della pellicola.
I personaggi di quest’opera sono sfaccettati, proprio come gli attori che li interpretano. E sono Valeria Bruni Tedeschi, Danny Huston, Greta Scacchi, Riccardo Scamarcio, Andrea Rossi, Alba Rohrwacher, Valeria Golino, Marisa Borini e Sofia Panizzi.
I protagonisti devono placare le loro ansie.
“Te l’avevo detto” rappresenta un titolo piuttosto singolare, poiché assume una doppia prospettiva: è una dichiarazione irritante per coloro a cui è rivolta e assai appagante per chi la pronuncia. Gli individui nel film coesistono con entrambi i significati. Sono uomini e donne che, a causa di traumi personali, hanno sviluppato dipendenze dannose. Ciò che li accomuna è il fatto di avere familiari che rappresentano un pericolo per loro stessi. Nella trama, sembra effettivamente che i protagonisti, forse, potrebbero trovare un po’ di pace liberandosi da queste relazioni negative.
Durante la conferenza stampa, le autrici della sceneggiatura e la regista hanno raccontato che l’ispirazione per il film è emersa nel corso del primo periodo di restrizioni dovuto alla pandemia. Nel corso delle loro conversazioni, tenute principalmente su Skype, queste si sono evolute in profonde sessioni di introspezione, durante le quali hanno condiviso le proprie preoccupazioni e inquietudini personali. Durante la creazione dei personaggi, hanno lavorato per infondere elementi di humor nei loro ruoli.
Non manca il concetto del riscaldamento globale.
Ginevra Elkann ha parlato con i giornalisti dell’importanza che ha il cambiamento climatico come argomento cruciale nel contesto del film. Ecco cosa ha detto, nello specifico: “Durante una calda estate romana, dove tutto si stava sciogliendo intorno a me, mi sono chiesta se il mondo sarebbe stato così per sempre, per sempre caldo, giallo e secco. È stato allora che ho sentito il bisogno di raccontare questa storia. Quell’estate mi ha ricordato la Bibbia con le sue catastrofi naturali: visioni apocalittiche, invasioni di grilli, animali allo stato brado e peccatori puniti.”
Il contesto, i protagonisti e il setting sono efficaci. Tuttavia, si riscontrano fragilità nella performance attoriale e nella composizione di alcune sequenze e dialoghi. Gli attori dimostrano impegno, ma talvolta cadono nell’iperbole e nell’eccesso quando cercano di comunicare l’ansia al massimo grado. Questa enfatizzazione eccessiva tende a distanziare emotivamente lo spettatore dalle narrazioni dei personaggi.
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