Stella: mostra personale di Jan Fabre
Stella: una mostra personale del visionario artista visivo, creatore teatrale e autore belga Jan Fabre A cura di Melania Rossi 19 settembre – 13 ottobre 2024 Il 19 settembre la Galleria Gaburro inaugura “Stella”, una mostra personale del visionario artista visivo, creatore teatrale e autore belga Jan Fabre che vede in esposizione installazioni video, fotografie, […]
Stella: una mostra personale del visionario artista visivo, creatore teatrale e autore belga Jan Fabre
A cura di Melania Rossi
19 settembre – 13 ottobre 2024
Il 19 settembre la Galleria Gaburro inaugura “Stella”, una mostra personale del visionario artista visivo, creatore teatrale e autore belga Jan Fabre che vede in esposizione installazioni video, fotografie, disegni e sculture.
In occasione nel festival Amore e bellezza sono i poteri supremi, interamente dedicato al lavoro teatrale di Jan Fabre (al Teatro Out Off di Milano dal 10 settembre al 13 ottobre), la galleria Gaburro presenta la mostra del maestro belga dal titolo “Stella”, a cura di Melania Rossi. L’amore e la bellezza sono temi ricorrenti nel lavoro di Jan Fabre. Il Teatro Out Off di Milano presenterà, in prima visione, cinque monologhi dell’artista: Simona, the gangster of art con Irene Urciuoli, Io sono un errore con Irene Urcioli, I’m sorry con Stella Höttler, Elle était et elle est, même con Els Deceukelier, I believe in the legend of love con Ivana Jozić.
Una drammaturgia visiva inedita, che attraversa diversi medium espressivi e trasporta lo spettatore in un viaggio nello spazio e nel tempo, dove la protagonista-performer Stella Höttler veste i panni di Cassandra, mitica profetessa inascoltata. Nell’installazione video Schande übers ganze Erdenreich! (Vergogna su tutto il regno terrestre!), l’attrice interpreta una giovane profetessa in estasi. I piedi nudi affondano nella terra soffice mentre declama una preghiera universale, antica e, allo stesso tempo, contemporanea, che si propaga sotto forma di terra, acqua, aria, fuoco ed energia. Sulla scena insieme a lei si muovono delle tartarughe, animali oracolari per eccellenza.
Le tartarughe sono creature-guida.
Si dice che sul loro carapace sia disegnato il mistero dell’universo, la natura ciclica del tempo. Sagge, pazienti, costanti, caratterizzate da una lentezza che sovverte leggi e limiti, le tartarughe sono protagoniste di infinite storie e racconti che costellano il pensiero umano, omaggiate dall’artista in una speciale selezione di sculture e disegni esposti in mostra. Contro i meccanismi repressivi di un mondo contemporaneo anestetizzato, Fabre ci ricorda in questa mostra la nostra parte più profonda, dionisiaca. Quell’abbandono al flusso naturale che ci fa risuonare con l’energia del cosmo.
Se nell’opera filmica Stella è la profetessa oracolare in estasi, nella serie di fotografie in mostra, dal titolo Smoking Stella, la stessa attrice, con indosso ancora i vestiti colorati di scena, è nella versione rilassata da backstage. Vediamo questa donna bellissima che gioca con una sigaretta accesa: in queste fotografie, rigorosamente scattate dall’artista in analogico, c’è il richiamo alla pittura d’interni fiamminga ma anche alla fotografia erotica anni Settanta. Proprio grazie ai manifesti femministi di quegli stessi anni, oggi questa giovane donna può finalmente liberarsi dal messaggio politico e giocare con la sua licenziosità consapevolmente, senza bisogno di dare spiegazioni.
La luce calda, le pose audaci e intime, la bellezza piena di un giovane corpo femminile, la sigaretta a porre l’accento su alcune parti del corpo di questa seducente Pandora contemporanea: orecchio, bocca, vagina e ano.
Jan Fabre, con ironia sensuale, ci invita a riconsiderare questi “buchi” come porte attraverso le quali proviamo a conoscere il mondo. Porte da cui sbirciamo ciò che è esterno a noi e che ci permettono di sentire, godere, soffrire.
La serie fotografica fa parte di un progetto di multiplo d’artista, realizzato con la casa editrice Parallelo 42, che contiene anche i saggi scritti dal critico Giacinto Di Pietrantonio sull’universo artistico di Jan Fabre. Questa edizione speciale, dal design prezioso, sarà esposta e presentata per la prima volta in occasione della mostra in galleria.
Smoking Stella appare come un intimo, quasi privato, manifesto poetico in cui Fabre, da artista e da uomo, sceglie di consegnare alla sinuosità di un corpo di donna il potere del fuoco, il mistero del fumo, la perseveranza del rito.
Nella visione da vanitas dell’artista belga, tutto questo si fa fumo di una sigaretta, puro piacere, per lui che è da sempre un fumatore. Fascino metamorfico e potente, quello legato all’atto del fumare, le cui origini risalgono ad epoche remotissime della storia umana. Ironia e memento mori, il forte senso di unità e scambio tra la vita e la morte sono profondamente presenti nell’opera dell’artista belga, che in questa mostra richiama lo spirito più viscerale del mondo classico e, oggi che gli dei sono fuggiti (nel riferimento a Sentieri Interrotti di Heidegger), il corpo della giovane donna in estasi diventa il corpo dell’arte, oracolo moderno da interpretare, osservare, vivere.
Il 17 settembre, il Teatro Out Off ospiterà la prima mondiale di “I’m sorry”, il monologo interpretato da Stella Höttler, scritto da Jan Fabre insieme all’attrice.
INFORMAZIONI.
Dal 19 settembre al 13 ottobre 2024
Inaugurazione e presentazione 19 settembre ore 18.30
Orari di apertura dal martedi al sabato
Dalle ore 11.00 alle 13.00 dalle 14.00 alle 19.00
Galleria Gaburro
Via Cerva 25,
20122 Milano
[email protected]
www.galleriagaburro.com
Teatro Out Off
Via Mac Mahon 16
20155 Milano
Galleria Gaburro.
Galleria Gaburro è stata fondata nel 1995 da Giorgio Gaburro, collezionista e mercante d’arte. Con due sedi, Milano e Verona, dal 2020 è co-diretta dalla figlia Cecilia.
La Galleria ha all’attivo produzioni, eventi, progetti espositivi e editoriali con artisti italiani e internazionali come Daniel Spoerri, Hermann Nitsch, Emilio Isgrò, Marco Cingolani, Danilo Bucchi, Jan Fabre e Liu Bolin. Tra le istituzioni con cui ha collaborato, il MART di Rovereto, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Biennale di Venezia, Palazzo Ducale a Mantova, l’Università Bocconi di Milano, il MUDEC Museo delle Culture di Milano, la Galleria Borghese di Roma, la Reggia di Caserta, la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Verona, il Complesso del Vittoriano di Roma, la Galleria degli Uffizi e il Palazzo Vecchio di Firenze. Linea guida dell’attività è il concetto di Project Gallery: ogni progetto nasce dall’interscambio tra l’artista, il curatore e la galleria, ed è concepito ad hoc per gli spazi espositivi, privati o istituzionali, sempre coerenti con il messaggio e l’intervento dell’artista.
Teatro Out Off nasce nel 1976 nella cantina di viale Montesanto e a fondarlo fu Mino Bertoldo. Fu il primo spazio underground milanese dove le mostre si alternavano alle serate di musica e alle performance teatrali. Dal 2004 ha sede in via Mac Mahon, una sala da 200 posti. Nel 2007 il teatro ha ricevuto dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro per la sua attività trentennale, nel 2008 è stato riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Teatro Stabile di Innovazione. Regista di riferimento è Lorenzo Loris uno tra i registi più apprezzati della sua generazione. “Out Off, (fuori, anzi, più fuori) significava per noi allora, e continua a voler dire ancora di più oggi, stare in disparte, evitare di inseguire il facile consenso, stare esclusivamente dalla parte degli artisti per conoscere, capire e interpretare meglio il presente.” Così definisce sinteticamente, il direttore artistico e fondatore Mino Bertoldo il significato di quella doppia negazione (Out Off) e di quel simbolo, la X, divenuti per tutti un simbolo del nuovo teatro.
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