Condizioni di utilizzo WhatsApp: le regole mai lette

Condizioni di utilizzo WhatsApp. Tutti o quasi tutti da quando hanno scoperto WhatsApp non riescono a farne più a meno, infatti con questa applicazione è possibile fare qualsiasi cosa. Se da un lato possiamo affermare che il 90% degli utilizzatori di WhatsApp conosce a pieno la sua funzionalità, dall’altro se parliamo degli aspetti legali che riguardano […]

Maggio 2019
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Condizioni di utilizzo WhatsApp.

Tutti o quasi tutti da quando hanno scoperto WhatsApp non riescono a farne più a meno, infatti con questa applicazione è possibile fare qualsiasi cosa. Se da un lato possiamo affermare che il 90% degli utilizzatori di WhatsApp conosce a pieno la sua funzionalità, dall’altro se parliamo degli aspetti legali che riguardano WhatsApp, il discorso cambia radicalmente, poiché la grande maggioranza degli utilizzatori di questa App si limita ad accettare le condizioni d’uso senza neanche averle lette.

Entriamo nel vivo delle Condizioni d’utilizzo che WhatsApp fa approvare ai suoi utenti e che tutti dovremmo conoscere.

condizioni d'utilizzo di WhatsApp

Qual è l’età minima per utilizzare WhatsApp?

Una domanda alla quale in molti risponderanno che non esiste una età minima per utilizzare questa applicazione. Invece nelle condizioni d’utilizzo generali la prima regola riguarda proprio l’età minima che l’utente deve avere per scaricare e utilizzare la App.

Sul sito del produttore di WhatsApp si legge: Requisiti di età. Per usare WhatsApp, è necessario avere almeno 16 anni. Questa regola però non è universale, lo stesso produttore fa un distinguo in base al paese di residenza dell’utente.

Infatti viene specificato che: “Se risiede in un Paese nella Regione europea, l’utente deve avere almeno 16 anni per utilizzare i nostri Servizi (o l’età superiore necessaria nel suo Paese affinché sia autorizzato a registrarsi e a usare i nostri Servizi). Se risiede in qualsiasi altro Paese ad eccezione di quelli nella Regione europea, l’utente deve avere almeno 13 anni per utilizzare i nostri Servizi (o l’età superiore necessaria nel suo Paese affinché sia autorizzato a registrarsi e a usare i nostri Servizi).”.

Se l’utente non possiede il requisito dell’età minima?

Nelle condizioni d’utilizzo viene espressamente detto: “ove l’utente non abbia l’età richiesta per poter accettare i Termini nel suo Paese, il suo genitore o il suo tutore devono accettarli a suo nome.”.

Quanti genitori o tutori hanno accettato le condizioni d’utilizzo per conto dei propri figli minorenni? Quanti utenti pur di bypassare questa regola hanno dichiarato un età diversa da quella che possiedono?

WhatsApp è responsabile dei suoi servizi?

Continuando nella lettura delle Condizioni d’utilizzo di WhatsApp che l’utente deve accettare se vuole utilizzare WhatsApp, si nota l’utilizzo del carattere maiuscolo, il paragrafo disciplina la responsabilità di WhatsApp.

Il testo è il seguente:

“L’UTILIZZO DEI SERVIZI AVVIENE A RISCHIO DELL’UTENTE ED È SOGGETTO ALLE SEGUENTI ESCLUSIONI DI RESPONSABILITÀ. I NOSTRI SERVIZI SONO FORNITI NELLO STATO DI FATTO E DI DIRITTO IN CUI SI TROVANO, SENZA GARANZIE ESPLICITE O IMPLICITE, IVI COMPRESE, A TITOLO ESEMPLIFICATIVO E NON ESAUSTIVO, GARANZIE RELATIVE A COMMERCIABILITÀ, IDONEITÀ PER SCOPO SPECIFICO, PROPRIETÀ O NON VIOLAZIONE DI DIRITTI DI TERZI E ASSENZA DI VIRUS O ALTRI CODICI DANNOSI PER I COMPUTER.

NON FORNIAMO ALCUNA GARANZIA IN MERITO ALL’ESATTEZZA, ALLA COMPLETEZZA E ALL’UTILITÀ DELLE INFORMAZIONI, AL FUNZIONAMENTO, ALLA MANCANZA DI ERRORI, ALLA SICUREZZA O ALLA PROTEZIONE DEI NOSTRI SERVIZI O AL FUNZIONAMENTO DEI NOSTRI SERVIZI SENZA INTERRUZIONI, RITARDI O DIFETTI. NON DETENIAMO IL CONTROLLO E NON SIAMO RESPONSABILI DEL CONTROLLO DELLA MODALITÀ O DEL MOMENTO DI UTILIZZO DEI SERVIZI O DELLE FUNZIONI, DEI SERVIZI E DELLE INTERFACCE FORNITE DAI NOSTRI SERVIZI.

NON SIAMO RESPONSABILI E NON ABBIAMO L’OBBLIGO DI CONTROLLARE LE AZIONI O LE INFORMAZIONI (COMPRESI I CONTENUTI) DEI NOSTRI UTENTI O DI ALTRE TERZE PARTI. L’UTENTE ESENTA NOI, LE NOSTRE SOCIETÀ CONTROLLATE E AFFILIATE E I NOSTRI E I LORO DIRIGENTI, AMMINISTRATORI, DIPENDENTI, PARTNER E AGENTI (COLLETTIVAMENTE, LE “PARTI DI WHATSAPP”) DA OGNI DOMANDA, RICORSO, AZIONE LEGALE O CONTROVERSIA (COLLETTIVAMENTE, “DOMANDA/E”) E DANNI, NOTI E NON NOTI, RELATIVI A, DERIVANTI DA O COLLEGATI IN QUALSIASI MODO A RECLAMI CHE L’UTENTE POTREBBE AVERE CONTRO TERZI.”.

In parole molto semplici, se si decide di utilizzare l’applicazione lo si fa a proprio rischio e pericolo, senza possibilità di agire legalmente nei confronti dei produttori di WhatsApp.

Una clausola vessatoria che dovrebbe far insorgere le associazioni dei consumatori, interessare le Autorità Garanti, richiamare l’attenzione dell’utente, ma che trova invece l’indifferenza di tutti.

WhatsApp e link a siti terzi.

Nel momento in cui l’utente accetta le condizioni d’utilizzo di WhatsApp esonera lo stesso da qualsivoglia responsabilità correlata a link di siti di terze parti. In parole molto semplici, amico o conoscente utilizza il servizio per reindirizzarci a siti spiacevoli, non potremo far altro che prendercela con lui senza pretendere che il servizio di messaggistica controlli i contenuti derivati da terzi.

WhatsApp e i diritti di proprietà intellettuale.

In materia di proprietà intellettuale, nelle proprie condizioni d’uso WhatsApp chiarisce espressamente che il design del servizio, il testo creato, gli script, la grafica, le funzioni interattive e simili (con qualche eccezione), i marchi e i loghi in esso contenuti, sono di proprietà dell’applicazione o le sono stati concessi in licenza.

Particolare attenzione merita questo passaggio: “Allo scopo di consentirci di rendere disponibili e fornire i nostri Servizi, l’utente concede a WhatsApp una licenza globale, non esclusiva, senza royalty, che può essere concessa in sub-licenza e trasferibile per utilizzare, riprodurre, distribuire, creare lavori derivativi, visualizzare ed eseguire le informazioni (compresi i contenuti) che carica, invia, memorizza o riceve sui nostri Servizi o tramite essi.

I diritti concessi nella presente licenza sono destinati esclusivamente a rendere disponibili e fornire i nostri Servizi (ad esempio, al fine di mostrare l’immagine del profilo e il messaggio di stato, trasmettere i messaggi, archiviare i messaggi non consegnati nei nostri server fino a 30 giorni durante i quali tenteremo di consegnarli”.

Questa regola ovviamente non vale per l’utente: “WhatsApp concede all’utente una licenza limitata, revocabile, non esclusiva, non conferibile in sub-licenza né trasferibile per l’utilizzo dei nostri Servizi e in conformità con i nostri Termini. La presente licenza ha il solo scopo di concedere l’utilizzo dei nostri Servizi nelle modalità consentite dai nostri Termini. Nessuna licenza o diritto viene qui concesso all’utente, al di fuori di quanto espressamente qui previsto.”.

Se l’utente invia una immagine o un elaborato che consente a WhatsApp di migliorare i servizi lo stesso può utilizzarlo senza riconoscere alcun diritto al legittimo proprietario.

Limitazioni all’utilizzo di WhatsApp.

WhatsApp offre un ventaglio di servizi, ma questi devono essere utilizzati solo per fini personali, è fatto divieto di utilizzare tale applicazione per fini commerciali: “L’utente deve accedere ai nostri Servizi e utilizzarli esclusivamente per scopi conformi alla legge, autorizzati e accettabili.”.

La violazione delle regole autorizza WhatsApp a sospendere l’erogazione dei servizi e il potere di disattivare l’account.

Curiosità finale.

Vi siete mai chiesti a quale società fa capo WhatsApp? Se la risposta è no allora quello che leggerete vi sorprenderà.

I servizi utilizzati dall’utente sono erogati da due società distinte che operano in base al Paese di residenza dell’utente:

“Se si risiede in un Paese dello Spazio economico europeo (che include l’Unione europea) e in qualsiasi altro Paese o territorio incluso (collettivamente “Regione europea”), i servizi descritti di seguito vengono forniti da WhatsApp Ireland Limited; se si risiede in qualsiasi altro Paese ad eccezione di quelli nella Regione europea, è WhatsApp Inc. (collettivamente “WhatsApp”, “nostro/a/e/i”, “noi” o “ci”) che fornisce i servizi..”

A buon intenditor poche parole.

Leggi anche: WhatsApp vale come prova nel Processo Penale?

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