Fake News: stop con il red button

Red Button: un nuovo servizio on line. Il suo nome è Red Button ed è il nuovo servizio on line offerto dalla Polizia postale su http://www.commissariatodips.it/ , attraverso il quale è possibile segnalare contenuti che sembrano fake news, o notizie false. Il servizio è stato presentato al Polo tuscolano della Polizia di Stato, dal ministro dell’Interno […]

Aprile 2018
4 Mins Read
63 Views
Fake News: stop con il red button

Red Button: un nuovo servizio on line.

Il suo nome è Red Button ed è il nuovo servizio on line offerto dalla Polizia postale su http://www.commissariatodips.it/ , attraverso il quale è possibile segnalare contenuti che sembrano fake news, o notizie false.

Il servizio è stato presentato al Polo tuscolano della Polizia di Stato, dal ministro dell’Interno Marco Minniti, dal capo della Polizia Franco Gabrielli e dal direttore delle specialità della Polizia di Stato Roberto Sgalla.

Con l’attivazione del Red Button si è aperto un canale diretto tra segnalante e Polizia.

Avvalendosi di un team dedicato di esperti del  CNAIPIC, ossia del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche, riesce ad analizzare in tempo reale, 24 ore su 24, il contenuto segnalato utilizzando tecniche e software specifici.

Segnala fake news!

Per segnalare la notizia  trovata on line o nelle reti che si presume “fake” si deve  andare all’indirizzo http://www.commissariatodips.it/, servizio che è raggiungibile anche attraverso la home page del sito della Polizia di Stato, e cliccare sul bottone “Segnala on line Fake news“, il red button appunto.

Facendo questa semplice operazione si apre una maschera che consente la compilazione dei campi con le informazioni necessarie.

In base all’esito delle verifiche effettuate sulla segnalazione pervenuta, la Polizia contatterà il gestore della piattaforma on line per chiedere l’eventuale oscuramento del contenuto smentendo poi ufficialmente la notizia o il contenuto verificati come “fake” tramite il sito web e i canali social istituzionali, e inviando gli atti all’autorità giudiziaria nel caso vengano ravvisati reati nella condotta posta in essere.

L’esigenza di creare un servizio ad hoc.

L’idea di questo servizio ha spiegato la Polizia è nata a causa dalla crescente sensibilità “a un fenomeno, non solo locale ma anche a livello internazionale ed europeo, con il lancio a novembre scorso di una consultazione pubblica da parte della Commissione europea e la nomina di un gruppo di esperti, che rischia, soprattutto nel periodo pre-elettorale, di condizionare il dibattito democratico”.

Il parere del ministro dell’Interno.

Il Red Button è «particolarmente importante» perché «ha a che fare con una istituzione, la  Polizia Postale, che ha una credibilità, una capacità di intervento operativo e una forza di terzietà che mette al riparo da qualunque elemento di parzialità». Ma soprattutto contribuisce a un uso più consapevole del web da parte dei cittadini, anche a tutela di «coloro che chiedono di essere aiutati».

Il servizio ha avuto un particolare impiego soprattutto nel corso della campagna elettorale. Presto verranno create sezioni regionali del CNAIPIC, potenziate le tecnologie e accresciute le professionalità.

Il problema delle fake news.

Infatti, quello delle fake news è un problema reale e serio durante la campagna elettorale, potendo arrivare ad influenzarla. Basti pensare a cosa è accaduto negli Stati Uniti con le elezioni presidenziali che hanno portato Donald Trump alla Casa Bianca.

Il termine inglese “fake news”, in Italiano notizia falsa o bufala, indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte resi pubblici nel deliberato intento di disinformare o diffondere bufale attraverso i mezzi di informazione tradizionali o via Internet, per mezzo dei media sociali.

Le notizie false sono scritte e pubblicate con l’intento di attrarre il lettore o indurlo in errore. Il fine è quello di ottenere finanziariamente o politicamente – spesso con titoli sensazionalistici, esagerati o palesemente falsi – la sua attenzione.

L’arte della manipolazione delle informazioni.

Le fake news distorcono la nostra percezione della realtà attraverso la manipolazione delle informazioni. Ma non sono sicuramente un fenomeno nuovo: già ai tempi di Napoleone si registrarono le prime “bufale”.

Oltre al servizio offerto dalla Polizia esistono ormai blog specializzati per smascherare le fake news, come ad esempio Butac – Un tanto al chilo, Il disinformatico, ed Ebook che aiutano ad approfondire e a meglio comprendere il fenomeno.

Butac.

In particolare Butac ha creato una blacklist  che raccoglie tutti i siti italiani di disinformazione, pseudogiornalismo, pseudoscienza o pseudomedicina, oltre che di notizie false.

Conclusioni.

Attribuire alla Polizia postale la facoltà di attestare ciò che è vero e ciò che è falso riporta ad esperienze storiche che sicuramente non hanno nulla di democratico. Può trasformarsi in un pericoloso mezzo di controllo e censura delle opinioni.

L’altro problema è rappresentato dal fatto che tale sistema espone i funzionari di polizia addetti al servizio a gravi responsabilità, nel caso in cui le news certificate come false risultassero al contrario vere.

Dovremmo riflettere sul fatto che la disinformazione si combatte soprattutto sul piano culturale attraverso l’innalzamento del livello di onestà intellettuale di chi lavora nel campo dell’informazione e il livello di consapevolezza di chi la riceve. Non certo attraverso il controllo della polizia.

Forse sarà meglio pensarci bene prima di cliccare sul  Red Button.

Leggi anche: La tecnologia in soccorso del diritto d’autore? Primi spunti riflessivi

Exit mobile version