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Guerra dei dazi: conseguenza del disequilibrio economico

Guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti

Guerra dei dazi.

In queste ore i mercati finanziari del mondo tremano e la tensione è alle stelle di fronte ai timori di una guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti e alle sue nefaste conseguenze, dopo la scelta del presidente Usa, Donald Trump, di aumentare fino al 25% i dazi sui prodotti importati dalla Cina.

La Cina, sempre più padrona del commercio mondiale, non è stata a guardare e ha risposto al rialzo delle tariffe americane di venerdì scorso con nuovi aumenti tariffari, preannunciando dal primo giugno prossimo un aumento del 25% sui dazi su 60 miliardi di dollari di importazioni americane che colpiranno circa 2.493 beni «Made in Usa».

A questo punto la domanda è: c’è una via d’uscita a questa escalation?

Al di là delle possibili “sistemazioni temporanee” di questa situazione di crisi il vero problema è che l’America è costretta a comportarsi così per difendere la sua supremazia mondiale nel lungo periodo.

La Cina viaggia ormai a livelli troppo alti e, molto prima di quanto era previsto, è destinata a superare l’economia americana di cui ha acquistato già parte del debito. Trump, o meglio l’America, non può continuare a mettere la polvere sotto il tappeto mentre il principale nemico si rafforza economicamente e militarmente.

Del resto la Cina, come sottolineato dal consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, è riluttante a sottoscrivere accordi internazionali e fa molto bene i suoi interessi giocando da una posizione dominante.

Per quanto da Washington fanno sapere di un probabile summit sul tema tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping in occasione del G20 di giugno in Giappone. I risultati di questo incontro sono pressoché scontati, perché ormai l’America sta perdendo la sua superiorità davanti al colosso cinese in continua crescita.

Il tracollo di Wall Street è la chiara consapevolezza della paura dei mercati sul futuro della economia americana, insieme ai timori di una escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina che si sta riflettendo anche sui mercati europei, tutti in segno negativo.

Guerra dei dazi: la Cina va per la sua strada.

La Cina, ormai, va per la sua strada e ignora gli avvertimenti del presidente americano Donald Trump perché rimane, comunque, in una posizione di forza.

L’inasprimento della guerra commerciale, in fondo, ai cinesi non fa paura quanto ne fa agli americani e potrebbe avere conseguenze molto gravi per l’economia globale degli altri paesi perché la piovra commerciale cinese è, ormai, presente in tutti i gangli del mondo economico.

Il vero problema è che l’escalation della disputa commerciale tra Usa e Cina porterà, probabilmente, ad una guerra commerciale globale e si spera solo a questa. La chiave di volta di questa ingarbugliata matassa economica è nella creazione di nuove alleanze, di nuovi scenari politici.

Forse l’America dovrebbe riaprire le porte alla Russia per contrastare il colosso economico cinese, creando nuovi accordi politici e commerciali, che sottraggano l’orso sovietico alle tentazioni di un legame più stretto con il gigante giallo che si avvia, anche militarmente, a diventare il leader della regione con una Russia ormai depotenziata.

La Cina ormai è inarrestabile nella crescita economica e nella corsa agli armamenti (nel 2018 gli Stati Uniti e la Cina hanno contato per metà della spesa militare mondiale) e mira a diventare una superpotenza militare (c’è chi dice in grado di competere con gli Stati Uniti entro il 2050) e va per questo ridimensionata al più presto per evitare che in futuro tutto ciò porti a conseguenze che tutti possiamo immaginare.

Leggi anche: Cina: tra sonno e risveglio

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Pierpaolo Piangiolino

Pierpaolo Piangiolino, avvocato, grafologo giudiziario e biologo marino, Appassionato di storia, politica, arte, ha collaborato con diversi giornali anche come vignettista e cruciverbista, Scrittore di romanzi, commedie, libri di poesie. E' anche pittore ritrattista.

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