Next Economy: come cambierà il mercato del lavoro

Next Economy: il punto. Il termine Next Economy viene utilizzato in un contesto in cui si racchiude un intero carico di concetti attorno alla tecnologia e al futuro del lavoro. Vediamo un sacco di perplessità e preoccupazione nei confronti dell’intelligenza artificiale, dei servizi on-demand e dei robot dando, questi, l’idea a noi umani che tali tecnologie […]

Ottobre 2019
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Next Economy: il punto.

Il termine Next Economy viene utilizzato in un contesto in cui si racchiude un intero carico di concetti attorno alla tecnologia e al futuro del lavoro. Vediamo un sacco di perplessità e preoccupazione nei confronti dell’intelligenza artificiale, dei servizi on-demand e dei robot dando, questi, l’idea a noi umani che tali tecnologie stiano pian piano sottraendo posti di lavoro alla nostra economia.

Quello che non abbiamo sviluppato è una visione positiva di ciò che questa tecnologia potrebbe fare. A seconda di molti addetti ai lavori, siamo in procinto di assistere ad una quarta rivoluzione industriale, che sarà più completa e onnicomprensiva di qualunque altra vista sinora. I rischi e le opportunità richiedono un adattamento pro-attivo da parte sia degli attori pubblici che privati.

Diversi studi hanno dimostrato come gli effetti netti della digitalizzazione sull’occupazione sono difficili da valutare, sebbene le perdite di posti di lavoro in alcuni settori siano inevitabili.

Le nuove competenze.

Allo stesso tempo, la trasformazione di posti di lavoro esige diverse competenze richieste rispetto al passato. Queste, potrebbero portare, oggi, ad un crescente deficit di competenze nel mercato del lavoro (next economy). La digitalizzazione ha un impatto sostanziale sul mercato del lavoro, modificando le competenze necessarie, le condizioni di lavoro e le dinamiche.

Per quanto riguarda le esigenze delle competenze, i lavoratori hanno bisogno, adesso, di nuove competenze digitali per rispondere alle richieste dei datori di lavoro ma anche per adattarsi al meglio nella società attuale. Queste competenze spaziano dall’alfabetizzazione digitale di base a competenze tecniche avanzate. Con riferimento all’impatto della digitalizzazione sulle condizioni di lavoro, il fenomeno più evidente e in più rapida crescita è l’affermarsi della “gig economy”.

Cos’è una gig economy.

La GIG ECONOMY è un ambiente in cui sono comuni prestazioni lavorative temporanee e contratti di breve-termine con lavoratori indipendenti. Il trend verso questo tipo di economia è appena iniziato. Uno studio stima che, entro il 2020, circa il 40% dei lavoratori americani saranno lavoratori autonomi (freelance). Ci sono alcune forze motrici dietro l’aumento dei lavori a breve-termine.

Innanzitutto, in questa era digitale, la forza lavoro risulta sempre più mobile:

  • il lavoro può, sempre più, essere svolto da qualsiasi luogo, in maniera tale che “lavoro e la posizione” siano disaccoppiati.

Questo significa che i liberi professionisti sono liberi di scegliere tra posti di lavoro temporanei e progetti in tutto il mondo.

I datori di lavoro, invece, possono selezionare i migliori individui per progetti specifici da un pool più ampio di quello disponibile in una determinata area.

Il servizio di car-sharing di Uber è un esempio di come le piattaforme digitali sono in grado di trasformare “chi e come” esegue una prestazione lavorativa generando a loro volta vincitori e vinti.

La creazione di applicazioni che permettono il collegamento più efficiente tra conducenti e passeggeri ha reso più facile e meno costoso per i consumatori ottenere viaggi “dove e quando ne hanno bisogno”.

Uber, quindi, offre molti vantaggi e prezzi più bassi per i consumatori rispetto ai taxi tradizionali, generando un aumento della domanda per le corse. Tuttavia, le nuove applicazioni hanno anche disgregato il mercato per gli autisti professionali.

Gli strumenti digitali quali le applicazioni di “mapping”, mettono i consumatori nelle mani di guidatori inesperti che avrebbero dovuto, precedentemente, accumulare esperienza nel corso degli anni.

La capacità di tali partecipanti meno qualificati, di competere con quegli autisti altamente qualificati e con esperienza, trasferisce effettivamente tale premio di conoscenze da un gruppo di lavoratori verso un altro.

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