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Il sangue di Francesco: intervista a Massimo Santilli

Itinerario sacro alla scoperta delle reliquie ematiche appartenenti a San Francesco d’Assisi.

Massimo Santilli.

Itinerario sacro alla scoperta delle reliquie ematiche appartenenti a San Francesco d’Assisi.

Il libro “Il sangue di San Francesco” non è solo un’opera spirituale, è un viaggio sulle orme di un uomo che ha fatto dell’umiltà il baricentro della sua vita. San Francesco intraprende una coraggiosa ricerca interiore della perfezione, giungendo faticosamente a migliorare sé stesso e gli altri.

Nell’esistenza del Santo riconosciamo il valore della semplicità e della modestia, della lealtà nei comportamenti, ma anche della fermezza nel pensiero. Il saggio di Massimo Santilli lascia a ognuno libero arbitrio nell’interpretazione dei temi proposti e, nella fattispecie, sulla fluidificazione del sangue delle stimmate di cui offre una pluralità di pareri.

Il Sangue di Francesco.

Da dove inizia il suo percorso di studi?

E’ l’Asse Averna – Assisi il punto di partenza. La mia è un’indagine che vuole effettuare una vasta ricognizione sui sacri resti di San Francesco, effettuando una mappatura delle sue reliquie ematiche. Ho voluto che i lettori potessero avere una visione d’insieme sui frammenti corporali custoditi illo tempore in varie località.

Le tappe individuate sono quelle di importanti centri: La Verna, Assisi, Roma, Bologna e Castel Bolognese, Padova, Napoli, Ascoli Piceno, Piedimonte Matese e un piccolo borgo dell’Abruzzo che è Castelvecchio Subequeo.

L Averna è il punto cruciale, luogo in cui il Poverello d’Assisi riceve le stimmate: simbolo della sua santità. Francesco diventa così l’immagine di Cristo al quale già con il cuore e la vita assomigliava. Qui, il mercante umbro si ritira in meditazione per avvicinarsi di più a Dio; qui, inizia il processo di conservazione delle spoglie. La ricerca ha dimostrato che il sangue del Santo non è depositato solo nell’Averna, ma anche nelle altre città francescane.

Che valore ha la liquefazione per la Chiesa e nell’immaginario popolare?

La Chiesa non è mai intervenuta per riconoscere pubblicamente il miracolo della liquefazione del sangue, anche se ha sempre partecipato in maniera solenne a tali misteri. Nell’immaginario popolare, il sangue diventa un elemento unificante della Comunità e  avvalora l’immagine del Santo nelle menti dei fedeli.

E per la scienza…?

Scienza e Chiesa sono strettamente collegate. È chiaro che la scienza abbia i suoi strumenti, ma è la stessa autorità ecclesiastica a voler indagare la natura di questi fenomeni. Entrambi mirano alla ricerca della verità.

La mappa delle reliquie lascia fuori il Mezzogiorno d’Italia, perché tali assenze?

Nessuna esclusione in merito. Ho raccontato i posti in cu i Frati Minori si sono occupati della conservazione dei cimeli. Ad esempio, forti sono le tracce di San Francesco d’Assisi in Abruzzo. Si racconta che il Santo ebbe in dono dai Conti di Celano, che lo ospitarono nei castelli di Celano e di Guglielmo Aterno, una chiesetta con un terreno annesso a Castelvecchio Subequeo, dove lui fece edificare l’attuale convento. Dopo la morte del Santo, i frati donarono ai Conti un’urna con il sangue di San Francesco, custodita nel convento di Castelvecchio.

Quali sono gli insegnamenti di San Francesco D’Assisi di cui tenere a mente nel vivere contemporaneo?

San Francesco ha cambiato la storia. Un ragazzo che viveva nella ricchezza e sceglie la povertà, che sognava la gloria delle armi e si fa ambasciatore di pace e amore. Al Santo non serve la prosperità, ma solo vivere di elemosina. Per lui più si è poveri, più si è vicini a Cristo. È una figura moralizzante, in un tempo moderno in cui si fa a gara per primeggiare. Secondo i suoi precetti, l’uomo è parte integrante dell’Universo e deve avere rispetto per i propri fratelli e per l’ambiente.

Qual è la più grande eredità del mercante umbro?

San Francesco è attuale. La più grande eredità è la sobrietà dei comportamenti, perché solo limitando l’effimero si può stare bene con sé stessi. Il messaggio è di tolleranza: ognuno deve accettarsi per come è con i propri limiti. Non bisogna avere paura di essere cattivi cristiani, ma consapevoli che la fede equivale a sentirsi sempre in cammino e mai arrivati.

Secondo lei, oggi, perché la gente fa fatica ad avere riferimenti spirituali?

Tutto dipende da questo sistema economico in cui il consumismo mordi e getta detta le regole che determinano la scadenza, non solo degli oggetti, ma anche delle relazioni umane. Si desidera sempre di più e la necessità è soppiantata dal superfluo.

Ho visto che ha all’attivo pubblicazioni sul culto di diversi santi. Ecco, a prescindere dall’immensità di San Francesco d’Assisi, qual è un Santo di cui le affascina la vita?

Sono molto affascinato dalla figura di San Rocco, terziario francescano, e da San Camillo De Lellis: due esempi di cosa può Dio quando gli consentiamo di irrompere nelle nostre esistenze. Sono due Santi che seguono San Francesco, simili a lui perché scelgono il prossimo. Il loro amore verso gli altri, la loro attenzione al crocefisso e il loro spirito di povertà si pongono nell’alveo della mentalità francescana.

A cura di Veronica Otranto Godano.

Titolo: Il sangue di Francesco

Autore: Massimo Santilli

Prefazione: Grado Giovanni Merlo

Genere: Saggistica / Storico / Religione e Spiritualità

Edizioni: ATS – Archivio Tradizioni Subequane

Pagine 256

Codice ISBN: 9791220045216

Prezzo: 18,37 € – scontato 15,00 Euro

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