“I Senzavoce” di Giuseppina Mellace e Maria Delfina Tommasini: un catastrofico futuro
«La donna incominciò a mettere in atto il piano che aveva preparato per anni nascondendo nel sottosuolo del pianeta delle casse nelle quali racchiuse di tutto: dalle sementi ai libri di storia, dalle opere d’arte ai vocabolari linguistici affinché nel mondo che stava nascendo, nulla fosse dimenticato, ma soprattutto quel trattato di botanica che avrebbe decretato il suo potere»: Giuseppina Mellace e Maria Delfina Tommasini narrano la storia di una spietata tiranna e di una coraggiosa ribellione nel romanzo distopico “I Senzavoce”.
Nella dedica all’inizio dell’opera si afferma: «A tutti i ragazzi che amano leggere e che lottano per un futuro migliore», ed è proprio questo il nucleo di una storia ambientata alla fine del terzo millennio, in cui si racconta delle devastanti conseguenze del riscaldamento globale e di tutti i danni che abbiamo arrecato al nostro pianeta. Le autrici prospettano un futuro, purtroppo verosimile, in cui sono scomparsi i ghiacciai e molte specie animali, e in cui le poche foreste rimaste sono distrutte da continui incendi; le temperature intollerabili costringono le persone a lavorare nelle proprie case e a ridurre al minimo i rapporti sociali.
I senzavoce sono proprio coloro che, col trascorrere del tempo, hanno subito l’atrofia delle corde vocali e della laringe, a causa della solitudine delle loro esistenze; c’è però una persona che ha conservato la sua voce: è la dispotica regina Urzeja, divenuta reggente e padrona di un mondo allo stremo, anche per sua stessa responsabilità – «Era tornato il medioevo in quel nuovo mondo: mancava la luce, i mari erano scomparsi, gli attrezzi adoperati erano solo manuali e anche la foggia degli abiti, su imposizione della Regina, ricordavano quel periodo.
Non c’erano più divieti dettati da dogmi religiosi, era Lei che imponeva la propria indiscutibile legge». Urzeja può parlare grazie alle miracolose proprietà di una pianta, la pulchra herba, i cui semi sono conservati nel suo palazzo grazie alla magia; solo i suoi due figli e pochi elementi della sua corte possono beneficiare degli effetti della pianta, mentre coloro che vivono al di fuori del castello, chiamati i “pezzenti”, sono afoni e ridotti in povertà e schiavitù. Tra di loro ci sono dei ragazzi pieni di iniziativa, tra cui il protagonista Eric, che cercheranno con i pochi mezzi a loro disposizione di combattere la tirannia. Le autrici raccontano una storia avventurosa che parla di libertà, di rispetto e di un tragico futuro che dovrebbe farci paura, perché è più vicino a realizzarsi di quanto si possa immaginare.
Casa editrice: Edizioni Progetto Cultura
Genere: Romanzo distopico
Pagine: 154
Prezzo: 15,00 €
Leggi anche: Dalla parte di Golia: spy story di Adriano Parodi