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L’oro del folle di Daniel Lunardi: Hernán Cortés e la sua spietata opera di conquista.

Daniel Lunardi narra la storia romanzata del condottiero spagnolo Hernán Cortés nell’opera L’oro del folle

L’oro del folle

Daniel Lunardi narra la storia romanzata del condottiero spagnolo Hernán Cortés nell’opera “L’oro del folle”; la vicenda si ispira a fatti e luoghi reali ed è ambientata a partire dal 1504, quando il protagonista, appena diciottenne, sbarca nel Nuovo Mondo e comincia la sua ascesa al potere.

Cortés è stato un uomo ambizioso e spietato, guidato dal bisogno di riscattarsi da una vita che non gli aveva concesso le fortune a cui aspirava disperatamente; l’autore dipinge il vivido ritratto di questo complesso personaggio, capace di sorprendenti atti di coraggio e di forza di volontà e allo stesso tempo di azioni violente e malvagie. 

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Daniel Lunardi ci fa entrare nella testa di un uomo in preda a un delirio di onnipotenza, convintosi di essere investito di una sacra missione per compiere senza remore un massacro che è passato alla Storia perché ha contribuito alla cancellazione dell’Impero Azteco. Il lettore segue Hernán Cortés nella costruzione della sua fama di conquistatore: sin da subito, quando approda a Santo Domingo, si fa conoscere e apprezzare dagli uomini in vista del luogo e, col trascorrere del tempo, diventa uno stimato notaio e un facoltoso proprietario terriero. 

Nel giro di un paio d’anni comincia a prendere parte a delle imprese di conquista nelle colonie: prima Hispaniola e Cuba e poi, dopo aver orchestrato un ammutinamento contro il governatore cubano, la penisola di Yucatan. L’autore ci racconta delle scorribande degli uomini di Cortés, del suo crudele utilizzo degli schiavi come avanguardia, e dell’uso dei cannoni contro i nativi Chontal Maya, vinti solo grazie alle armi da fuoco; narra poi dell’incontro del suo protagonista con il leggendario tiranno Montezuma II, e del piano ordito da Cortés per sbarazzarsi di lui e dei suoi dei pagani, in modo da prendere il potere e insediarsi nella capitale Tenochtitlan. 

Montezuma aveva cercato, senza successo, di corrompere con l’oro il condottiero spagnolo, pensando di conoscere bene la natura umana – «Che fossero aztechi o stranieri non faceva differenza: l’oro aveva l’effetto ammaliante di irretire anche il più incorruttibile degli esseri umani»; Cortés però non si fa comprare, anzi, quell’oro chiama il sangue degli aztechi, e non solo: la sua collera, dopo alcune sconfitte subìte dal suo esercito, cresce a dismisura e lo rende quasi folle, portandolo a compiere gesti sempre più crudeli. E alla fine dell’opera non ci si può non domandare: «Quando ci si può fermare prima che sia troppo tardi, e che si perda l’anima definitivamente?» 

Casa Editrice: Gruppo Albatros Il Filo

Collana: Nuove voci – Imago

Genere: Narrativa storica

Pagine: 106

Prezzo: 9,90 €

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