Non c’ero mai stato: di Vladimiro Bottone

Non c’ero mai stato di Vladimiro Bottone: autobiografie in simbiosi universale. È una storia di grande sofferenza rivolta a uno spiraglio di redenzione visibile solo in cima a sontuose alture di esperienze esistenziali, quella raccontata da Vladimiro Bottone nel suo nuovo affascinante romanzo Non c’ero mai stato (edizioni Neri Pozza). Ed è una granitica montagna […]

Maggio 2020
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Non c’ero mai stato: di Vladimiro Bottone

Non c’ero mai stato di Vladimiro Bottone: autobiografie in simbiosi universale.

È una storia di grande sofferenza rivolta a uno spiraglio di redenzione visibile solo in cima a sontuose alture di esperienze esistenziali, quella raccontata da Vladimiro Bottone nel suo nuovo affascinante romanzo Non c’ero mai stato (edizioni Neri Pozza).

Ed è una granitica montagna fatta di tormenti interiori quella che è costretto a scalare, una volta per tutte, Ernesto Aloja, ex editor letterario con, all’attivo, un’intera vita passata a correggere romanzi di altri senza mai riuscire a terminarne uno di suo pugno.

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Una montagna con cui, però, bisogna venire a patti in maniera definitiva ora più che mai, sulla scia di un eterno ritorno per condizioni psicologiche e situazioni umane che dall’annientamento interpersonale passano ad esaminare gli improvvisi e devastanti scossoni forniti da Lena Di Nardo, giovanissima scrittrice dal carattere opposto a quello del protagonista centrale ma, in fin dei conti, imprescindibile per calare tutti gli assi di una serie di esperienze traumatiche con cui fare i conti in linea definitiva. 

In simbiosi con gli anfratti di una Napoli altrove raramente delineata in maniera così efficacemente oscura e sinistra senza far ricorso a stereotipi di settore, la ragazza piomba nella vita di Ernesto come una sorta di deus ex machina decisivo per scuotere il suo indescrivibile torpore morale e dare un senso, fin dove possibile, a una vita trascorsa all’ombra di sé stesso, eternamente alla vigilia di un qualsivoglia spiraglio di realizzazione concreta in funzione di libertà interiori e ideologiche apparentemente dissolte dal procedere di una contemporaneità assopita e incurante delle pulsioni umane più laceranti.

Esistenze precarie, quotidianità messe a dura prova da fantasmi del passato che ritornano a chiedere spiegazioni col sangue agli occhi e da un susseguirsi di eventi e rapporti individuali che da professionali si trasformano gradualmente in universalmente umani, autobiografie che deflagrano in un terrificante scontro frontale solo per esternare gli incastri di esistenze terrene mai del tutto distanti in termini intellettuali e generazionali.

Il tutto sulla scia di un genere drammaturgico che prende in prestito elementi giallistici e di certo post-noir esistenzialista solo per posizionare meglio tutti i tasselli di una storia di apprendistato reciproco che potrebbe non aver fine nemmeno dopo l’ultima frase, nemmeno dopo aver voltato l’ultima pagina, perché talmente universale da diventare macchia indelebile sulle capacità di esplorazione dell’occhio (e della mente, e dell’anima) che legge. 

Titolo: Non c’ero mai stato

Autore: Vladimiro Bottone

Genere: Narrativa contemporanea

Casa editrice: Neri Pozza (collana Bloom)

Pagine: 400 

Codice ISBN: 978-88-545-20-295

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