Una nuova epidemia: La solitudine dei giovani
Il co-living: il progetto sociale di unire giovani e anziani in una sola casa. A Helsinborg, una piccola città nel Sud della Svezia, ha preso vita il progetto sociale Sällbo, ideato nel novembre 2019 da Dragana Curovic e dai suoi colleghi svedesi. Per Curovic la nascita del progetto è stata del tutto casuale. Il condominio […]
Il co-living: il progetto sociale di unire giovani e anziani in una sola casa.
A Helsinborg, una piccola città nel Sud della Svezia, ha preso vita il progetto sociale Sällbo, ideato nel novembre 2019 da Dragana Curovic e dai suoi colleghi svedesi.
Per Curovic la nascita del progetto è stata del tutto casuale. Il condominio a sua disposizione aveva solamente due piani, uno da destinare agli anziani e uno ai giovani immigrati spesso costretti a trasferirsi da soli in Svezia. Tuttavia, per Curovic, giovani e anziani, sebbene appartenenti a categorie sociali con bisogni diversi, avevano un problema comune da dover affrontare e risolvere: erano persone sole.
Di conseguenza, lo scopo di Curovic divenne proprio quello di migliorare la società, di avere giovani più felici e meno malati e anziani meno soli, il tutto in un vero e proprio impegno sociale e di solidarietà.
Il progetto ideato e ad oggi ancora in essere vede coinvolti 72 giovani residenti in Svezia – di età inferiore ai 25 anni e con differenti interessi, valori e personalità – in un vero e proprio esperimento di vita collettiva. I giovani, mediante la firma di un contratto, si impegnano a trascorrere almeno due ore a settimana con anziani e pensionati, pagando un affitto mensile compreso tra i 478 e i 602 dollari.
Tutti loro, alcuni dei quali portando in casa con sé i propri animali domestici, combattono la solitudine.
Pare che ormai la solitudine non colpisca solo gli anziani, i quali vivono silenzi opprimenti di case vuote lasciate da mariti defunti o passando giorni senza parlare con nessuno, ma anche i giovani.
Ora anche i giovani corrono il rischio di essere colpiti dalla solitudine, vivendo soli e lontano da casa e giocando al computer dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro.
In Svezia, infatti, così come nel Regno Unito e negli Stati Uniti, i giovani sono più soli degli anziani: ben otto svedesi su dieci, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, hanno sperimentato la solitudine.
A questo riguardo, l’illustre quotidiano svedese Dagens Nyheter ha etichettato la solitudine dei giovani come la nuova epidemia dei nostri anni.
Allo stesso tempo, alcuni scienziati svedesi hanno scoperto che essere soli può essere dannoso per la salute come fumare 15 sigarette al giorno.
Svezia, Regno Unito, gli Stati Uniti sono Paesi in cui vi è una forte spinta verso l’individualismo e l’autonomia: i giovani sono chiamati a lasciare la casa dei loro genitori molto presto (“leaving the nest”) perché essere indipendenti, il poter fare qualsiasi cosa come un adulto, è una buona cosa e, allo stesso tempo, se rimani a casa dopo aver terminato la scuola, nella cultura svedese, hai qualcosa che non va.
Tuttavia, per questi giovani “costretti” prematuramente a lasciare il proprio nido familiare, la vita non è facile: non sanno come pagare le bollette, non sanno come guadagnare soldi, non sanno come destreggiarsi e prendere decisioni importanti a soli 18 anni.
La vita non è facile neppure per gli stranieri trasferitisi in Svezia, considerata una delle Nazioni peggiori in cui uno straniero può fare amicizia.
Dunque, alla luce di queste informazioni, il progetto di Curovic si è anche posto l’obiettivo di combattere la digitalizzazione, in quanto i giovani trascorrono sempre più tempo online o sui social media e sono sempre più soli.
I risultati?
I risultati appaiono positivi: i ragazzi sono diventati amici, comunicano, si divertono, sembrano più felici, ascoltano le storie degli anziani e delle loro gioventù. Il tutto è favorito dalle aree comuni degli appartamenti: una palestra, una sala yoga, cucine comuni, uno studio di arti e mestieri, una biblioteca, un salone in cui si gioca a carte.
Ed è proprio per tutte queste ragioni che il comune svedese incita ed esorta chi soffre di depressione a inviare la propria candidatura per partecipare a tale progetto di co-living.
Stefania Loiacono
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