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A proposito delle porte della percezione

Le Porte della Percezione.

Le Porte della Percezione.

Aldous Huxley, con la pubblicazione del suo libro intitolato “Le porte della percezione”, ha dato inizio in occidente ad una ricerca sistematica nel campo degli stati alterati di coscienza, ricerca oggigiorno più che mai viva seppur assai più caotica del secolo scorso.

Dal nostro punto di vista, la forzatura delle porte della percezione con mezzi chimici, naturali o quant’altro, comporta dei seri pericoli per la coscienza dello sperimentatore. In effetti, moltissimi “guru” alla moda (perché a buon mercato), consigliano ad esempio, la velocizzazione dei chakra, il risveglio della Kundalini, l’apertura nel mondo astrale tramite dei viaggi, senza però ben descrivere cosa si cela oltre il piano concreto della realtà.

Per chi non fosse a conoscenza di questi termini, specifichiamo che la forza della Kundalini, associata al simbolo di un serpente, giace più o meno addormentata nella zona del bacino, e solo dopo una preliminare e necessaria purificazione, viene risvegliata per permettere al sistema dei Chakra di aprirsi in modo armonioso. I chakra sono delle ruote energetiche che introducono nel sistema umano gli eteri e le forze astrali necessari al buon andamento dell’organismo.

Con l’uso di sostanze psicotrope, come fece anche Huxley, questo sistema delicato di ruote energetiche, viene, per così dire, violentato brutalmente: in pochi minuti si ottiene uno sbalzo di coscienza tale che, nella maggior parte dei casi, ha come conseguenza tutta una serie di disturbi psichici.

Consigliamo ai gentili lettori, di leggere il libro di un certo Gopi Krishna, intitolato proprio “Kundalini”. In questo testo vengono ben descritti gli effetti catastrofici del prematuro risveglio della forza della Kundalini. In un sano percorso esoterico, non si utilizzano mezzi artificiosi per ottenere “nuovi e più ampi” stati di coscienza. Anzi, i chakra, in un percorso di rinascita interiore, lentamente diminuiscono la loro velocità, per poi arrestarsi ed iniziare a ruotare in senso inverso a quello usuale.

Questa caratteristica del vero cammino esoterico è da intendere come “conversione” nel suo originale significato arcaico: i chakra, utilizzati in modo giusto nel momento del “passaggio della soglia”, quando cioè si fermano prima di cambiare movimento, permettono la “morte mistica dell’io” che diviene una realtà effettiva! Invece generalmente si cerca di passare oltre le porte della percezione con l’io ordinario, cosa che per l’appunto risulta essere una forzatura che crea solo confusione nella coscienza.

Questo perché, solo eliminando l’io ordinario una nuova coscienza impersonale, per così dire, può nascere e svilupparsi. Avvenuta tale rinascita, dopo la conversione dei chakra cioè, forze spirituali di alto livello, incominciano ad affluire dentro il sistema del candidato, cosa prima impossibile. Con questo vogliamo ben sottolineare che, oltre le porte della percezione, si trovano solo delle forze astrali naturali, non certo le pure forze dello spirito.

Non a caso Il Cristo disse che “il mio regno non è di questo mondo”, poiché il cosiddetto “regno dei cieli”, non si può raggiungere oltre le porte della percezione così come sono intese da Huxley e da tutti i suoi simili. Di sfuggita facciamo notare che il termine “porte della percezione”, non è stato coniato originariamente da Huxley ma da William Blake, noto artista e poeta inglese.

William però intendeva qualcosa di assai diverso da quello poi più recentemente descritto da Aldous Huxley. In effetti, il Blake era un profondo animo toccato dalle forze dello spirito, sincero ricercatore del citato “regno dei cieli”, a differenza di Huxley che, seppur serio nei suoi studi, era un semplice ricercatore sperimentale. Una delle conseguenze più rimarchevoli e quindi mistificatorie del passaggio oltre le porte della percezione, è quella dello sviluppo di proprietà paranormali quali la chiaroveggenza per esempio.

Tali cose sono sempre state ritenute, nei circoli spirituali più puri, sommamente fuorvianti nonché inutili in un sano percorso di auto-conoscenza. In oriente si parla di “siddhi inferiori”, che potremmo tradurre come “poteri psichici inferiori”, volendo indicare con tale termine, tutta una serie di attitudini inconsuete che però non sono delle vere proprietà spirituali. I fachiri, nella loro ostentazione di detti poteri, sono degli esseri che si sono fermati a questi livelli bassi della psiche, facendosi spacciare per dei realizzati, quando invece sono solamente una sorta di illusionisti che basano il loro lavoro proprio sulle siddhi inferiori.

Una caratteristica invece di un essere che abbia sviluppato realmente uno stato spirituale, è quella dell’assoluta umiltà che non ostenta poteri o aspetti sovrumani. Il mettersi in mostra perché si è superiori rispetto al resto degli uomini, è già indice di un forte egocentrismo, cosa che si ottiene facilmente passando oltre le porte della percezione con tutti gli aspetti, consci ed inconsci dell’io ordinario. Si parla sempre più spesso che è l’uomo che modella la sua realtà quotidiana, e questo avviene tramite i suoi pensieri e desideri.

Il passaggio nella realtà sovrasensibile oltre le porte della percezione, dona anche, tra le altre cose, la sensazione di essersi liberati dalla morsa della materia e di aver raggiunto così un perfetto controllo sul proprio destino. La realtà invece è ben diversa, poiché avendo superato questa soglia, il candidato entra in contatto con forze ed energie coercitive e quindi imprigionanti, seppur in apparenza ci si senta più leggeri ed espansi.

L’antico mito gnostico degli Eoni e degli Arconti, delucida molto chiaramente come sia difficile strapparsi dalla prigione del mondo materiale, mito a cui rimandiamo il gentile lettore per un ulteriore approfondimento e che, per motivi di spazio, non analizziamo in modo completo. Quel che è certo è che, prima di intraprendere un cammino di conoscenza del cosmo e del microcosmo, bisogna equipaggiarsi di un giusto discernimento, di una giusta mappa cioè in grado di indicare, non solo un cammino veritiero, ma anche le trappole e le insidie che si incontrano lungo il viaggio verso la terra della saggezza.

Leggi anche: La grande triade: alla scoperta dell’antica saggezza cinese

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Fabio Duranti

Fabio Duranti (Milano 1969) è uno scrittore che fonde l'alchimia delle parole con la sua innata ricerca interiore. Da oltre 30 anni si interessa di esoterismo "serio", filosofia, metafisica e mitologia, sempre sulla base dello gnosticismo originale. Ha pubblicato tre libri con diverse case editrici, e prossima è l'uscita di altre sue due opere.

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