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Il piano astrale controparte del nostro universo fisico

Piano astrale e universo fisico.

Piano astrale e universo fisico.

Il nostro universo fisico-materiale, possiede una controparte invisibile denominata “piano astrale”. La fisica quantistica ammette, in teoria, l’esistenza di circa dodici milioni di dimensioni parallele alla nostra.

Secondo il nostro punto di vista genuinamente esoterico, queste moltitudini di dimensioni alternative a quella in cui ci muoviamo, rientrano però in quello che è denominato “piano astrale”.

Se consideriamo la nostra realtà fisica in cui viviamo da svegli come una semisfera, l’altra semisfera che combacia perfettamente con la prima – creando quindi una sfera omogenea – è propriamente il piano astrale.

Questo livello dell’universo, per la maggior parte degli uomini sconosciuto ed inaccessibile, è costituito esclusivamente da forze e da energie che permettono alla vita nella materia di esprimersi in modo adeguato.

Nella filosofia della Rosacroce, il piano astrale è descritto come una sorta di specchio riflettente, in cui pullulano, sotto forma energetica, tutti i pensieri, i desideri, le cupidigie e le varie aspirazioni elevate create dall’umanità incarnata nella materia.

Vi è quindi una costante interazione tra il piano materiale denso e quello energetico del piano astrale.

Con metodi appropriati, quali quelli degli sciamani, è possibile entrare coscientemente in questi livelli sottili dell’universo, ed esperire varie esperienze singolari, sicuramente paradossali e bizzarre.

Per dirla tutta però, il piano astrale è semplicemente la controparte naturale del livello fisico, quindi anch’esso rientra nella sfera delle tre dimensioni consuete.

Vogliamo dire con ciò, che qualsiasi esperienza si faccia nel piano astrale, in realtà mai trattasi di un contatto con lo spirituale, poiché il dominio dello spirito è di gran lunga superiore ad ogni livello naturale e, come detto, il più elevato livello del piano astrale rientra anch’esso nei limiti dello spazio-tempo.

Non a caso si può paragonare il piano astrale al simbolo dell’acqua, poiché indica solo un dominio dove agiscono forze animiche. Anche l’anima è simboleggiata spesso dalle acque, statiche, mosse o ribollenti.

In questo ultimo caso, vuol dire che l’anima stessa è entrata in contatto con le forze dello spirito, simboleggiato in alchimia con il fuoco. Ebbene, il fuoco dello spirito incomincia una purificazione dell’anima acquosa, tanto che questa incomincia ad evaporare, a perdere cioè le sue caratteristiche egocentriche naturali.

Nel piano astrale, nei migliori dei casi, l’acqua dell’anima viene mossa in modo violento, ma rimane sempre simile a sé stessa, proprio perché non è in contatto col fuoco spirituale.

In un uomo perfettamente orientato sul piano materiale infine, le acque sono statiche, monotone e calme come quelle di un lago di montagna. Ricordiamo di sfuggita che la triplice ripartizione della statura umana – corpo, anima, e spirito – indica uno stato di perfezione che pochi esseri umani posseggono in modo integrale.

In un senso generale e nei migliori dei casi un uomo dalla grande elevatura morale, ma che non percorre un cammino di rinascita interiore, è in possesso di un’anima desta. Nel peggior dei casi, l’uomo dedito solo ai piaceri e ai passatempi mondani, è come se non avesse più un anima ma solo l’apparato fisico biologico comunemente chiamato corpo.

L’antica divisione gnostica dell’umanità in ilici, psichici e pneumatici, indica proprio questa scala con cui suddividere la grande famiglia umana, omogenea nel suo senso generale, ma assolutamente eterogenea nel particolare.

L’uomo ilico non ha quindi assolutamente nessun sospetto dell’esistenza del piano astrale.

Quello psichico invece, possiede una innata propensione per il trascendentale. La sua ricerca lo porta gradualmente ad aprirsi proprio al piano astrale, con tutte le possibili varianti di esperienze che si possono fare in questo livello: contatto con spiriti dei defunti, viaggi astrali, visioni di santi etc. etc.

L’uomo pneumatico invece, alla fine del suo viaggio di ricerca, rompe tutti i legami con il piano astrale ed entra in quella che potremmo definire la “quarta dimensione assoluta”, cioè il dominio dello spirito.

Non a caso nel vangelo il Cristo afferma che “il mio regno non è di questo mondo”, poiché parla del dominio spirituale situato oltre la sfera materiale, ma anche al di là della sfera astrale naturale.

Per “mondo” Gesù intendeva quindi tutte le possibili dimensioni contenute nello spazio-tempo tridimensionale, anche qualora queste fossero di più delle dodici milioni teorizzate dai fisici moderni.

Molti sono chiamati, in questa epoca di ricerca spirituale, ad esplorare il piano astrale, poiché è indubbio che tale cosa affini la coscienza e la renda più duttile. Ciò non rappresenta però la vera entrata in quel dominio extra-cosmico che il Buddha denominava “Nirvana”.

Essenzialmente, nell’esplorare il piano astrale, l’ego rimane intatto, anche se si affina, sviluppando alcune sue qualità più elevate che giacciono latenti nell’inconscio. Il percorso verso il Nirvana, prevede invece la morte mistica dell’io.

Nirvana è traducibile con i termini di “dissoluzione, estinzione,” ovvero proprio la “liquidazione totale dell’io”, per usare una terminologia cara all’antica fraternità dei Manichei.

Chi sente in sé il dolce richiamo del paese del Nirvana, non proverà timore nel sentir dire che il suo io deve morire, poiché questa morte mistica è da sempre considerata “la dolce morte”, morte che nel contempo rappresenta l’uscita per il microcosmo umano, dalla tanto famosa ruota delle reincarnazioni.

Leggi anche: La legge della dualità simmetrica

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Fabio Duranti

Fabio Duranti (Milano 1969) è uno scrittore che fonde l'alchimia delle parole con la sua innata ricerca interiore. Da oltre 30 anni si interessa di esoterismo "serio", filosofia, metafisica e mitologia, sempre sulla base dello gnosticismo originale. Ha pubblicato tre libri con diverse case editrici, e prossima è l'uscita di altre sue due opere.

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