Pagamenti digitali verso i 400 miliardi: la sfida del Gruppo Poste 

Pagamenti digitali: il punto. Il 2022 ha segnato un aumento del 22 per cento dei pagamenti digitali, con preferenza per le prepagate, che raggiungono 0,9 miliardi di transazioni. Tra queste PostePay è tra le più diffuse, e il Gruppo Poste Italiane avanza con la sfida all’innovazione. Secondo l’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del […]

Gennaio 2023
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Pagamenti digitali: il punto.

Pagamenti digitali: il punto.

Il 2022 ha segnato un aumento del 22 per cento dei pagamenti digitali, con preferenza per le prepagate, che raggiungono 0,9 miliardi di transazioni. Tra queste PostePay è tra le più diffuse, e il Gruppo Poste Italiane avanza con la sfida all’innovazione.

Secondo l’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano dunque, le carte prepagate si piazzano al secondo posto del podio per diffusione di pagamenti digitali nell’ultimo periodo, proprio a metà tra il Bancomat e la classica carta di credito, con un incremento di utilizzo del 19 per cento soltanto tra il 2021 e l’appena trascorso 2022.                                                  

La prepagata, come strumento in generale, è apprezzata per i costi contenuti di attivazione e gestione, per i rischi ridotti – in quanto funzionante esclusivamente sul credito disponibile – e per la versatilità d’uso, specialmente nel caso di Iban associato, che la rende un sistema intermedio tra carta ricaricabile e carta di credito, supportando anche l’opzione del bonifico. 

Tra le carte più diffuse, PostePay ha raggiunto ampi livelli di penetrazione tra gli acquirenti dell’e-commerce, sia nella compravendita di prodotti che nel pagamento di servizi. Secondo i numeri forniti dall’Amministratore Delegato del Gruppo Poste, Marco Siracusano, un pagamento su tre – se si pensa soltanto alle transazioni online – avviene proprio per mezzo di una carta PostePay, mentre le carte ad oggi rilasciate sul territorio nazionale raggiungono quota 30 milioni. 

Ampio è l’utilizzo della carta PostePay per il pagamento di alcuni tipi di servizio, in ripresa dopo il Covid, come i viaggi e il turismo in generale, il cui comparto trae vantaggio dai pagamenti elettronici, e in particolare da quelli che possono essere utilizzati nel multicanale, ovvero in modo intercambiabile, tra fisico e online.             

A questo proposito il Gruppo Poste, con l’acquisizione al 100% di LIS e dei suoi servizi di ricarica, ha potuto far leva e forza su una rete di oltre 50mila punti di ricarica in tutto il territorio nazionale – tra bar e tabaccherie, che sono andati così ad aggiungersi al tradizionale ufficio postale -.  

Sicurezza delle transazioni.

Tra gli altri tipi di servizio che vedono un ampio uso di PostePay, alcuni sono particolarmente connessi al tema sicurezza delle transazioni, garantita dal Gruppo Poste con l’adesione alla Direttiva Europea Payment Services Directive (PSD 2), e dall’uso della SCA (Strong Customer Authentication) un sistema di autenticazione forte contro ogni possibile violazione dell’account.

PostePay viene infatti utilizzata per il pagamento di bollette, tributi alla Pubblica Amministrazione, spese scolastiche e utenze per mezzo del circuito pagoPA. Nel variegato campo dei servizi digitali, è però anche sempre più frequente trovare, ad esempio, i broker Forex trading che accettano la carta, così come, nel campo del gioco legale a distanza, trovare i siti scommesse con PostePay come metodo di pagamento. Il tutto in ulteriore considerazione del fatto che ADM (l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) nel rilascio ai concessionari delle licenze ad operare, tiene una politica rigida sul supporto di metodi di deposito e prelievo sicuri e protetti, a tutela della trasparenza e della legalità del comparto e della filiera.  

Come si è detto, però, i servizi su cui punta il Gruppo Poste sono pensati a una linea strategica omnicanale o multichannel, visto che il consumatore odierno integra le spese online a quelle presso i punti vendita fisici: in particolare è stato introdotto il QR code per il pagamento negli esercizi abilitati, ma anche la possibilità di pagare i rifornimenti di carburante presso le stazioni Eni, il trasporto urbano e extraurbano e le soste sulle strisce blu, presso i comuni aderenti al servizio. 

Sulla scia di PayPal – altrettanto celebre sistema di pagamento digitale – PostePay ha introdotto anche l’opzione del trasferimento di piccole somme di denaro utilizzando soltanto il numero di telefono del proprio contatto, salvato sullo smartphone: si tratta del servizio p2p.

La tendenza, nella linea imprenditoriale dell’azienda, sembra essere dunque quella di convertire uno strumento nato come semplice carta ricaricabile, in un servizio di pagamento integrato. Le soluzioni – come dichiarato in occasione del Salone dei Pagamenti a Milano da Flavio Mastrangelo (Responsabile Acquiring & Loyalty di PostePay) – vanno verso la redditività degli e-shop, come peraltro già sperimentato con il PostePay Cashback, programma di rimborso sugli acquisti simile al cashback di Stato, applicato però dai negozi partecipanti all’iniziativa (da Carrefour a Coop, da Liu Jo a Gruppo Unicomm, passando per Eni). 

Il sostegno agli e-commerce si è anche concretizzato con la nascita di Yellow Box, un portale informativo del Gruppo contenente spunti e approfondimenti riservati alle aziende attive nella vendita sul canale digitale, mentre il contributo all’aumento di capitale di Scala Pay, leader nel settore del buy-now pay-later, con 27 milioni di dollari di investimento, lascia intravedere un interesse a largo raggio di Poste Italiane verso gli strumenti più innovativi in tema di pagamenti elettronici integrati.

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