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Menti distribuite: il cervello è l’unica centrale della mente e del pensiero?

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Menti distribuite

Siamo abituati a considerare il cervello l’unica “centrale” della mente e del pensiero, non solo nell’uomo, ed in effetti nella maggior parte degli animali il cervello costituisce il centro e la “direzione” del sistema nervoso. Anche se alcuni animali primitivi come gli Cnidari, hanno un sistema nervoso non centralizzato ma caratterizzato dalla distribuzione dei gangli nell’intero organismo e negli Artropodi esistono più centri del sistema nervoso, i gangli che “dirigono” gli animali sono comunque in qualche modo centralizzati, le più recenti ricerche comportamentali e fisiologiche ci hanno dimostrato che non sempre è così.

Fig. 1. Schema del Sistema nervoso nei principali Phila

Infatti, nei Molluschi Cefalopodi sembra assodato che al cervello “principale” fanno da contraltare le strutture nervose presenti nei tentacoli, che sono in grado di “agire” anche senza essere in sinergia con il cervello principale. Ciò è stato accertato in particolare nei Calamari e nei Polpi ma sembra che ciò si verifichi anche nelle Seppie.

Fig. 2. Polpo vulgaris – Cortesia Foto di Taken da Pixabay

Del resto è ampiamente dimostrato che, in almeno due Ordini di Rettili, i Saurischi e gli Ornitischi, conosciuti entrambi con il nome dato loro da Richard Owen di Dinosauri – che significa “terribili sauri” anche se Sauri non sono – oltre al cervello contenuto nel cranio, era presente un altro centro nervoso, spesso più grosso del primo, in corrispondenza del cinto pelvico posteriore. Però, come sia stato il “rapporto” fra i due centri nervosi è solo frutto di speculazioni poiché questi animali si sono estinti in corrispondenza dell’estinzione avvenuta circa 65 milioni di anni fa, tranne il gruppo, evolutosi dai Saurischi Teropodi, che si era già diversificato negli Uccelli.

Fig. 3. Tyrannosaurus rex – Cortesia Foto di Eric Labayle da Pixabay

Nel caso dei Molluschi Cefalopodi e degli Artropodi invece non è così e le ricerche in corso stanno portando ad una vera rivoluzione concettuale. 

Già da decenni siamo a conoscenza del fatto che negli Artropodi, in particolare negli insetti, le varie funzioni e le varie parti del corpo sono “dirette” da gangli non tutti ubicati nella testa, dove i due maggiori centri nervosi sono il ganglio sopraesofageo ed il ganglio sottoesofageo, ed è ben noto che, tanto per citare un esempio, la femmina delle Mantidi spesso comincia a divorare il maschio nel corso dell’accoppiamento in quanto i gangli che sono deputati all’inseminazione continuano a funzionare anche quando l’intera parte anteriore del corpo è stata divorata. E potrei fare decine di esempi. 

Anche molti esperimenti effettuati in laboratorio si basano sulla parziale ablazione di una parte del sistema nervoso. Del resto, chiunque ha seguito un corso di biologia in laboratorio, sa bene che, se si esporta parte del cervello di una Rana, il corpo continua a funzionare anche se solo rispondendo a precisi stimoli persino così menomato e le funzioni metaboliche di base vengono mantenute. Del resto, è ben noto che, persone che hanno subito incidenti anche gravi con menomazioni severe del sistema nervoso centrale, possono continuare a vivere, sia pure in maniera semivegetativa. 

Il caso però dei Molluschi Cefalopodi è veramente peculiare.

Gli studi più recenti su questi notevoli animali, hanno portato alla stupefacente scoperta che il comportamento dei tentacoli è in parte autonomo rispetto al cervello centrale, permettendo loro una notevole plasticità e risposta agli stimoli anche in assenza di comunicazione con il cervello principale.

Probabilmente questa strategia adattativa si è evoluta a causa del modo di vita e quindi alla pressione selettiva esercitata dall’ambiente fisico e dai predatori. Il fatto, comunque, che abbiamo la possibilità di studiare dal vivo queste peculiarità ci consente di accrescere notevolmente la conoscenza del funzionamento del sistema nervoso e dei neuroni. Inoltre, non dimentichiamo che nei Molluschi, come in moltissimi gruppi di Invertebrati ed in alcuni Anfibi, si verifica anche la riconnessine dei neuroni recisi, e la piena comprensione delle differenze del sistema nervoso di questi animali con quello dei Vertebrati superiori Mammiferi compresi e quindi dell’Uomo, ci potrebbe portare ad “indurre” la riconnessione neurale anche in questi.

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Fig. 4. Arion rufus – Cortesia Foto di Gabriela Fink da Pixabay

In questo senso, ho sviluppato un progetto di ricerca che sto realizzando nel mio laboratorio presso il Centro Ricerche S. Teresa dell’ENEA. Ero partito dai Molluschi terrestri polmonati, la comune Limaccia dei prati (Arion rufus), poi mi sono reso conto che gli studi effettuati sugli Echinodermi sono più promettenti. 

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Ettore Ruberti

Naturalista, giornalista scientifico. Professore di Biologia, Chimica, Fisica e Geografia fisica presso il Liceo Scientifico e Linguistico “Maroni” di Varese dal 1983 al 1989. Giornalista free lance, dal 1977, con collaborazioni con le seguenti testate: La Prealpina, Il Giorno, La Stampa, Inquinamento, Il Medico e il paziente, Oasis, Geodes, Migratori Alati, Le Scienze, Petrolieri d’Italia, Ambiente, ecc. Redattore da luglio 1988 a febbraio 1990 presso la rivista Acqua & Aria. Attualmente scrive, per conto dell’ENEA e come attività intellettuale su 21mo Secolo, MuseoEnergia, L’Eco dei Laghi, ecc. Collaborazioni con Enti ed Istituti di ricerca nel campo zoologico, in particolare inserito nel Gruppo di Lavoro Uccelli Migratori dell’Organizzazione Ricerche Ornitologiche dell’RGF dal 1978 al 2010, in cui curava anche l’informatizzazione e l’elaborazione statistica dei dati validati dall’INFS di Bologna e dall’IWT di Slimbridge. Partecipazione gratuita e svolta fuori dall’orario di lavoro, dal 2011, con la Fondazione Gianfranco Realini per la valorizzazione del territorio che si occupa di Zone Umide (paludi, canneti rivieraschi, torbiere, ecc.), in relazione alla possibile partecipazione (in collaborazione con due gruppi di lavoro dell’ENEA Casaccia) ad un progetto LIFE. Collaborazione con l’Università di Pavia, in seguito ad una richiesta ufficiale di quest’ultima all’ENEA, volta alla classificazione di Aracnidi ed Insetti. Collaborazione portata a termine. Collaborazioni con vari Editori per opere editoriali nei campi suddetti e per la referizzazioni di studi e ricerche. I campi in cui ha acquisito le maggiori competenze sono: Entomologia, Aracnologia, Erpetologia, Evoluzionismo, Gestione delle Risorse naturali, Fotografia e Cinematografia Scientifica, Microscopia (sia ottica che elettronica), oltre naturalmente all’elaborazione e gestione dell’informazione, sia a livello divulgativo che scientifico Dipendente dell’ENEA dal 9 aprile 1990, Assunto per concorso per assunzione in prova, con qualifica di giornalista scientifico (7° livello) (Gazzetta Ufficiale – IV Serie Speciale – “Concorsi ed Esami” – n. 103 del 30 dicembre 1988) approvata dal presidente dell’ENEA con delibera n. 24/89/G del 21/12/89, cui si richiedevano almeno otto anni di esperienza nei settori giornalistico scientifico e didattico (provati con ampia documentazione), con graduatoria 95/100. Assunzione divenuta a tempo indeterminato dopo sei mesi (sempre al 7° livello). Inserito nella Divisione Relazioni Esterne, sede di Milano, si è occupato di diffusione dell’informazione, con interventi anche in ambito scolastico ed universitario, organizzazione di Convegni, Conferenze, ecc., spesso ha anche coadiuvato il personale della sede, in particolare Dr. Sani, Dr. Gavagnin, Prof. Bordonali, Sig. Griffini, Dr. Valenza, Prof. De Murtas. Ha pubblicato vari articoli sulla problematica relativa agli OGM sulla rivista “AgriCulture”, aprile 2003, su Migratori alati nel 2001, 2002, 2003, 2004, su La Padania nel 2005, 21mo Secolo. Dal 1991 segue le problematiche relative allo sviluppo dell’Idrogeno come vettore energetico, per conto della Divisione Tecnologie Energetiche Avanzate, che rappresenta ufficialmente al Forum Italiano dell’Idrogeno, inserito nel Consiglio Direttivo e all’AIDIC dove, dal 1993 al 1997, era stato costituito un gruppo di lavoro “CO2: riduzione, contenimento della produzione e riuso” che ha cessato la sua attività nel 1997. Nel contesto di questo incarico ha organizzato vari Convegni e tenuto Conferenze in Italia e all’estero, ha inoltre pubblicato vari articoli su riviste Scientifico-divulgative, tra cui: un articolo interno su “Le Scienze” (edizione italiana di Scientific American) del settembre 2000: “Idrogeno: energia per il futuro” N° 385, settembre 2000, pag. 90/98; un articolo concernente il sistema idrogeno sul numero monografico del 1996 dell’Organo ufficiale degli Ingegneri della Svizzera italiana, pubblicato come Atti di un Convegno sull’argomento; un numero, quasi monografico, di “Petrolieri d’Italia”, 2001; alcuni articoli su 21mo Secolo dal 1994 al 2006; ha inoltre effettuato vari interventi su televisioni italiane e svizzere; .ha partecipato, nel l’ambito del Forum, in qualità di Docente al Corso sulla sicurezza del sistema idrogeno, tenutosi nel 2002 presso l’Istituto Superiore Antincendio dei Vigili del Fuoco, sotto l’egida del Ministero degli Interni. E’ coautore del libro bianco sull’idrogeno “Linee guida per la definizione di un piano strategico per lo sviluppo del vettore energetico idrogeno”, scritto dai membri del Forum. Ha presentato, primo in Italia, un lavoro concernente l’utilizzo di nanotubi di carbonio per l’accumulo ed il trasporto dell’idrogeno (sotto forma di poster), al SolarExpo di Verona nel dicembre 2000. Nell’ambito degli incarichi portati a termine, ha seguito, per conto del Professor Umberto Colombo, gli sviluppi delle ricerche sulla Fusione Fredda, campo in cui ha anche pubblicato alcuni articoli, ed è in corso di stampa un libro che ha scritto sull’argomento. Lavorando in questo ambito, ha acquisito una significativa conoscenza della meccanica quantistica e dei fenomeni nucleari ed elettromagnetici nella materia condensata. Per questo motivo, nel 2004 è stato eletto Membro dell’International Society For Condensed Matter Nuclear Science. E’ Autore di diverse pubblicazioni concernenti la produzione energetica per mezzo della fissione dell’atomo ed i relativi problemi legati alla sicurezza ed all’impatto ambientale. Dal giugno 1996 al giugno 2010 Ricercatore nella Divisione GEM (1996-2001) e BIOTEC (2001-2010) inserito nel Board di Direzione, anche se ha continuato a dedicare una parte del tempo (valutabile al 20% del totale) all’idrogeno. In questo ambito ha lavorato in sinergia con il Professor De Murtas, con il quale collaborava anche precedentemente. Ha pubblicato, sulla rivista Energia Ambiente e Innovazione, n° 6/1997, una monografia sull’Evoluzione Biologica, campo in cui è uno specialista. Ha sviluppato una nuova ipotesi sul ruolo svolto da un debole campo elettromagnetico in argille di origine magmatiche (le montmorilloniti) nella formazione delle prime macromolecole biologiche, ipotesi che sta sottoponendo a verifica sperimentale. In particolare, la parte sperimentale sarà sviluppata presso il laboratorio del Dr. Francesco Celani dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Laboratori Nazionali di Frascati. Sta sviluppando un sistema per la riconnessione di tessuto nervoso reciso, attualmente sui Molluschi Gasteropodi Polmonati (Limax ruber), ma con l’obiettivo di applicarlo ai Vertebrati e, quindi, all’Uomo (si tenga presente che non vi è nessuna differenza rilevante fra il tessuto nervoso dei Molluschi e quello dei Vertebrati). Ha sviluppato, in collaborazione con il Prof. Brera (Rettore dell’Università Ambrosiana), un Progetto di ricerca (Progetto Against Malaria) volto all’interruzione del ciclo del Plasmodio che causa la malaria nel ciclo biologico delle Zanzare del genere Anopheles. Progetto per cui ha proposto all’ENEA una collaborazione. Insieme con il Professor De Murtas, nel 1977, ha scritto un libro sulla Biodiversità. Attualmente è impegnato ad una revisione della classificazione animale, ai livelli superiori, in relazione ai principi della Nuova Sintesi, con gli apporti derivati dalla biochimica (non cladista, di cui rifiuta la teoria, i metodi e le finalità); sta realizzando un atlante di Anatomia degli Insetti, per cui ha elaborato una nuova tecnica di lavoro. Relatore, nel 2011, di una Tesi di Laurea concernente l’utilizzo del Batterio Ralstonia detesculanense per il sequestro dei metalli pesanti. Tesi presentata presso l’Università La Sapienza di Roma da Laura Quartieri che si è laureata con un punteggio di 107/110. Tale tesi è stata in seguito oggetto di pubblicazione su una rivista della Elsevier. Dal ’97 Professore a contratto di Biologia generale e molecolare all’Università Ambrosiana. Dal 25 settembre 2012 con qualifica accademica di Licentia Docenti ad Honorem per merito di chiara fama nella disciplina. Associato alla Società Italiana di Scienze Naturali, alla Società Entomologica Italiana, alla Società Herpetologica Italica, alla Società Italiana di Fisica ed alla Società Italiana di Biologia Evoluzionistica di cui è Socio fondatore. In passato associato all’Associazione Italiana di Cinematografia Scientifica e all’Associazione Fotografi Naturalisti Italiani.

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