Biden “anziano con poca memoria”, nessuna incriminazione per documenti top secret
(Adnkronos) – "La nostra indagine ha scoperto prove che il presidente Biden volontariamente conservò materiale classificato dopo la sua vice presidenza quando era un privato cittadino". E' quanto si legge nel rapporto presentato dal procuratore speciale, Robert Hu, che ha indagato sui documenti top secret trovati in un ufficio e in una casa del presidente, […]
(Adnkronos) – "La nostra indagine ha scoperto prove che il presidente Biden volontariamente conservò materiale classificato dopo la sua vice presidenza quando era un privato cittadino". E' quanto si legge nel rapporto presentato dal procuratore speciale, Robert Hu, che ha indagato sui documenti top secret trovati in un ufficio e in una casa del presidente, dopo che era scoppiato lo scandalo per le carte segrete di Donald Trump, vicenda per la quale l'ex presidente è stato incriminato dal procuratore speciale Jack Smith.
Hu però non raccomanda nessuna azione penale contro il presidente, affermando che "abbiamo concluso che le prove non stabiliscono che Biden sia colpevole aldilà di ogni ragionevole dubbio". Tra il materiale ritrovato in suo possesso "documenti sulla politica militare ed estera in Afghanistan" e "appunti scritti a mano su questioni di sicurezza nazionale e politica estera che coinvolgevano fonti e metodi segreti di intelligence", si legge nel rapporto di 388 pagine che oggi è stato reso pubblico dopo che la Casa Bianca non ha chiesto nessuna limitazione. "L'incriminazione di Mr Biden non è richiesta anche sulla base della considerazioni di aggravanti ed attenuanti", afferma ancora Hur, in riferimento al fatto che, a differenza di Trump, Biden consegnò immediatamente le carte segrete una volta che erano stata trovate dal suo staff. "Il procuratore speciale ha pubblicato oggi i risultati dell'inchiesta sulla mia gestione dei documenti classificati: sono soddisfatto di vedere che ha raggiunto le conclusioni che sin dall'inizio sapevo che avrebbe raggiunto: che non ci saranno incriminazioni e che il caso ora è chiuso", le parole Biden. "E' stata un'inchiesta esaustiva che è andata indietro 40 anni, io ho collaborato completamente, senza creare nessun ostacolo, nessun ritardo", aggiunge il presidente rivelando di essersi sottoposto a "cinque ore di interrogatorio in persona, l'8 e il 9 ottobre dello scorso anno, anche se Israele era stato appena attaccato ed ero nel mezzo della gestione di una crisi internazionale". "Un uomo anziano, disponibile e ben disposto, con problemi di memoria". Così il procuratore descrive tuttavia Biden nel rapporto, evidenziando di aver verificato che, durante il suo colloquio di 5 ore lo scorso ottobre con il presidente, che la sua memoria ha "significative limitazioni". Parole che possono essere molto pericolose per la campagna per la rielezione dell'81enne presidente, tanto che è subito scattata la protesta della Casa Bianca. "Siamo in disaccordo con diversi commenti inaccurati e non appropriati del rapporto del procuratore speciale", ha dichiarato il consigliere legale del presidente Richard Sauber. Nel rapporto si descrive un Biden che non ricorda con precisione gli anni in cui è stato vice presidente e l'anno in cui è morto il figlio, Beau Biden. Inoltre si afferma che la "memoria è apparsa confusa" quando hanno parlato di Afghanistan. —internazionale/[email protected] (Web Info)
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